E tu chi saresti?

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Aprii gli occhi, sperando che tutto fosse tornato alla normalità, sperando di ritrovarmi in quell'angolo freddo e cupo dalla mia stanza, a guardare il cielo grigio dopo il temporale.

Odiavo la pioggia; vedere il cielo cinerino completamente coperto da scure nubi mi metteva molta tristezza.
Ed è per questo che probabilmente ero proprio lì, a fissarlo: avevo bisogno di sentirmi triste.

Ma perché?

Perché avevo così tanto bisogno di sentirmi triste da mettermi sola in un angolo ghiacciato, a guardare la pioggia scendere?
Cosa c'era che non andava in quella vita di cui ormai non ricordo più nulla?

Io lo giuro, non lo so, non lo ricordo.
E non riesco ancora adesso a capire come fare a ricordare di nuovo.
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Quindi aprii gli occhi, quasi convinta che tutto fosse tornato normale.

La mia convinzione svanì totalmente non appena, aprendo gli occhi, incrociai lo sguardo di un ragazzo, che si trovava proprio davanti al mio viso.

Aveva una smorfia stampata in faccia; probabilmente neanche lui riusciva a capire cosa stesse accadendo; mi tranquillizzava, non ero più l'unica a non capire nulla!

Per qualche secondo restai ferma, immobile, pietrificata, senza riuscire a dire una sola parola.

Ero diventata pazza?!

Continuavo a fissare i suoi occhi azzurri; non riuscivo a distogliere il mio sguardo dal suo, era ipnotico.

Ad un certo punto interruppi quel contatto visivo che si era creato negli attimi prima.
Ispezionai rapidamente il suo corpo con gli occhi.

Il ragazzo che mi ero trovata misteriosamente davanti era molto alto, aveva i capelli di un rosso acceso e il viso tappezzato da lentiggini rossicce, in tinta con i suoi capelli.
Tra tutte quelle lentiggini spiccava il colore azzurro dei suoi occhi, quelli in cui mi sembrava di essere affondata pochi secondi prima.

Non l'avevo mai visto prima di allora, eppure, in fondo, mi sembrava di conoscerlo così bene; mi sembrava di aver già incontrato quegli occhi...ma dove?

«E tu chi saresti?» furono le prime parole che uscirono dalla sua bocca.

Aveva una bella voce; mi suonava familiare, ma non riuscivo davvero a capire dove io l'avessi già sentita.

«Scusa, ci conosciamo?» esclamai con espressione perplessa.
«Beh, se ti ho chiesto chi sei è perche probabilmente non ti conosco!» disse con tono sarcastico.
«Si hai ragione! Scusami» risposi, accennando un leggero sorriso.

«Mi chiamo Emma, Emma Lee. E tu invece...tu chi sei?» domandai al ragazzo.
Lui mi si avvicinò, per poi sedersi accanto a me.
«Io sono Ronald Weasley, ma puoi chiamarmi semplicemente Ron» esclamò mentre si girava leggermente verso di me.
«Tanto piacere Ron!» risposi.
«Sei nuova qui? Non mi sembra di averti mai vista in giro» ribatté con curiosità.

Ma a cosa si riferiva? Qui dove?
Milioni di domande iniziarono a scorrere nella mia mente.

«Ron...ma qui dove?» domandai, non riuscendo a capire cosa intendesse.
«Ma come dove? A scuola!» mi rispose stranito.
«A scuola?» chiesi perplessa.
«A scuola...ad Hogwarts!» rispose.
«Emma, sei sicura di star bene?» mi domandò.
«Ron, io non riesco a capire...» replicai.

Per un attimo calò il silenzio.

«Ma come non capisci?» si interruppe.
«Emma, se sei su questo treno c'è un motivo» continuò, guardandomi con aria preoccupata.

Quale motivo ci poteva essere per trovarmi su un tre-... aspetta, ero su un treno?
Ma che ci facevo lì? Qualche minuto prima ero in camera mia... come mai ora mi trovavo su un treno?!

Ero davvero diventata matta...in quel momento era la mia unica certezza.
Insomma, va bene la sensazione di calore, va bene ritrovarmi sdraiata su un fianco, ma trovarmi su un treno era troppo!
E poi, COME ERA POSSIBILE TUTTO CIÒ?!

Posai nuovamente i miei occhi su Ron, guardandolo con aria confusa.

«Si...si sto bene Ron» esclamai infine, con un tono evidentemente dubbioso.
«Sei sicura?» ribatté.
«Sicurissima» conclusi.

Era palese che non ero affatto sicura di star bene; chiunque avrebbe potuto capire che c'era qualcosa che non andava in me.
Sapevo che anche Ron, in fondo, non mi credeva; ma ammettiamolo...chi mai avrebbe potuto credermi?!

Ero lì, in silenzio, che continuavo a cercare una spiegazione razionale a tutto: allo sbalzo improvviso della temperatura, alla posizione in cui mi ero ritrovata, ma sopratutto, a come mai fossi su quel treno.

Che poi, a dirla tutta, era molto diverso dai treni su cui di solito viaggiavo, anche se, in effetti, non ricordo di aver mai viaggiato così tanto.

Pensieri su pensieri continuavano a scorrere nella mia mente, senza mai riuscirsi a fermare.
Ma lo accettavo, non capita tutti i giorni di ritrovarsi misteriosamente in un posto diverso da quello in cui ci si trovava qualche attimo prima!

Tutto quello scorrere di pensieri e domande nella mia testa fu presto interrotto da una sagoma, che cominciò a bussare alla porta dello scompartimento del treno in cui mi trovavo, chiamando il nome di Ron.

Se solo potessi viverti- Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora