Puoi fidarti di me

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Il preside della scuola prese la parola;
«Benvenuti a tutti, io sono Albus Silente, il preside di questa scuola. Prima di iniziare, vorrei augurare a tutti voi un buon anno; inoltre, vorrei darvi alcune informazioni di notevole importanza: è necessario che voi sappiate fin da subito che è severamente, e sottolineo severamente, proibito l'accesso alla foresta. In più, mi è stato chiesto di comunicarvi che la parte destra del corridoio del terzo piano è zona preclusa a tutti coloro che preferiscono evitare di fare una cupa e dolorosa fine; è stato il nostro guardiano, Gazza, a riferirmelo personalmente. Detto ciò, che la cerimonia dello smistamento abbia inizio!».

...Albus, ecco come si chiamava!

Silente aveva un aspetto davvero saggio: era alto e indossava una sorta di mantello di un color violaceo, simile al colore di una prugna. Aveva, inoltre, una lunga barba bianca, un cappello a punta, dello stesso colore del suo mantello, e, infine, portava un paio occhiali, che ricordavano molto la forma di una semi luna.
Sembrava molto anziano, chissà quanti anni aveva!

La professoressa McGranitt, non appena chiuso il discorso di Silente, si fece avanti.

Un dettaglio che prima mi era sfuggito era la presenza di un sgabello, situato più avanti rispetto al leggìo dorato del preside.
Quello sgabello era semplice, non era dorato, non aveva decorazioni, era un semplice e comunissimo sgabello... era la cosa più "normale" che avevo visto dal momento in cui mi ero trovata sul treno.

Sullo sgabello era adagiato un grande cappello, dall'aspetto vecchio e rovinato.
Non riuscivo davvero a capirne l'utilità, sino a quando la McGranitt, che nel frattempo si era avvicinata allo sgabello, non aprì una pergamena, con su scritto tutti i nomi dei nuovi studenti.

Iniziò a pronunciare alcuni nomi.
Ero agitatissima, non potevo più aspettare, avevo assolutamente bisogno di sentir fuoriuscire dalle sue labbra il suono del mio nome.
La professoressa continuava a chiamare i nomi degli altri studenti, e mi chiedevo quando sarebbe arrivato il mio turno.

Finalmente, dopo tanti nomi, sentii pronunciare il mio.
«Emma Lee» esclamò in modo chiaro «si faccia avanti signorina».
Iniziai a dirigermi verso lo sgabello, sentendomi tutti gli occhi puntati addosso.
Sono una ragazza abbastanza timida e tutta quella attenzione non faceva altro che aumentare l'ansia che già da parecchi minuti mi aveva travolta totalmente.

Raggiunsi quella specie di palco su cui erano situati lo sgabello, il leggìo e il lunghissimo tavolo dei professori e salii su per i gradini.
Mi sedetti sullo sgabello e la professoressa McGranitt posizionò molto delicatamente il cappello sulla mia testa.

Dopo pochi secondi il cappello cominciò a muoversi e a parlare.
«Dunque, signorina Lee, mmh. In effetti è una scelta parecchio complicata, noto differenti caratteristiche nel suo carattere.
Lei non starebbe male in grifondoro, sento la sua volontà, vorrebbe essere smistata in questa casa con i suoi amici... vedo però aspetti del suo carattere che secondo il mio parere starebbero meglio in altre case, dopo tutto il mio intuito non sbaglia mai!» si interruppe un momento.

Quel silenzio momentaneo accresceva la mia ansia...insomma, in quale casa sarei stata smistata?

«Scelta davvero difficile... non mi capitava da tempo. Vedo in lei caratteristiche che starebbero più che bene in serpeverde: ambizione, intuito, astuzia, e anche quel briciolo di esitazione prima di compiere un'azione; allo stesso tempo però riesco a sentire la dolcezza, la tolleranza, la correttezza e soprattutto l'amicizia che determinano la sua persona» si interruppe nuovamente.

Avevo già intuito a quali case il cappello si stesse riferendo, e sinceramente, non conoscendo ancora nessuno appartenente a quelle due case, non avevo alcuna preferenza...mi sarebbero andare bene entrambe.

Se solo potessi viverti- Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora