Era il ventisei agosto, una tiepida giornata estiva perfetta per stare all'aperto.
Il sole irruppe nella camera da letto di Emma Collins, che quel giorno compiva undici anni, attraversando la trasparenza della tenda giallognola davanti alla finestra.
La ragazzina si svegliò raggiante al pensiero del suo compleanno e, poiché era curiosa di scartare i regali e, soprattutto, di controllare la posta, si alzò dal letto e si lavò in fretta.
Prima di scendere al primo piano, dove abitava sua cugina e grande amica Selene Moore, anche lei nata lo stesso dì di Emma, quest'ultima indossò un vestitino di lino color porpora e prese dal primo scaffale della libreria la sua copia di Harry Potter e la pietra filosofale.
Poi andò a chiamare Selene, la quale era già sveglia da tempo e indossava un vestitino azzurro cielo, il suo colore preferito, che le stava un incanto.
Le due si fecero gli auguri a vicenda e, con in mano una fetta di torta di mele rubata dalla cucina, scesero di soppiatto in giardino, mentre i loro genitori preparavano i festeggiamenti nel grande salotto.
Si sedettero sul prato e lessero insieme il libro che entrambe adoravano.
Anche Selene era un'appassionata della saga di Harry Potter; le due cugine avevano davvero tanto in comune.
Emma aveva gli occhi marroni, i capelli castano scuro e lisci lunghi fino alle spalle e indossava gli occhiali, mentre gli occhi di Selene erano di un castano più chiaro e i suoi capelli erano ricci, lunghi circa a metà schiena e castano ramato.
La prima era molto timida e a scuola non si trovava affatto bene, nonostante fosse la più brava della classe. Era di media altezza e dalle labbra carnose.
Selene era di statura più alta e caratterialmente più determinata.
L'altra faceva di tutto per somigliarle; era il suo modello di riferimento e le voleva un mondo di bene.
Erano inseparabili, più sorelle che cugine, entrambe nate lo stesso giorno e, forse, anche con lo stesso destino.*
Mentre Emma leggeva la parte in cui Harry si dirigeva verso la porta di casa Dursley per prendere la posta, Selene guardò con curiosità in lontananza, coprendosi gli occhi con la mano per evitare di venire abbagliata di raggi solari. Era sicura di vedere in cielo qualcosa che volava verso di loro.
-Emma, c'è un volatile diretto verso di noi.- mormorò, cercando di metterlo a fuoco.
Emma si voltò e, appena l'essere fu abbastanza vicino da far capire che animale fosse, entrambe cambiarono subito espressione e lanciarono un urlo di gioia.
Il gufo si atterrò sul prato tenendo chiuse attorno al becco due lettere.
Emma scoppiò in lacrime di gioia e Selene l'abbracciò ancora incredula, per poi prendere la sua lettera dal becco del gufo con cautela, attendendo che anche la cugina prendesse la propria.
Appena le due videro lo stemma di Hogwarts, ne furono sicure: erano delle streghe, avevano dei poteri proprio come il padre dell'una e la madre dell'altra. Aprirono le lettere che erano scritte su pergamena con l'inchiostro color smeraldo tipico della suddetta scuola.
Ciascuna di esse recitava:SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
Direttore: Titanus Terenzius Caddle
"Cara signorina Collins/Moore, siamo lieti di informarla che lei ha il diritto di frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri e delle attrezzature necessarie. I corsi avranno inizio il primo settembre. Restiamo in attesa della Sua risposta via gufo entro domani.
Con ossequi, Neville Paciock, vicedirettore."
Le due ragazze, più felici che mai, corsero dentro casa per informare i genitori, salirono al primo piano, dove c'era l'appartamento di Selene, e aprirono la porta.
-Tanti auguri!- esclamarono i signori Collins e Moore, sorridendo alla vista delle rispettive figlie che entravano nella stanza.
Entusiaste, le ragazze li abbracciarono con gioia, dicendo loro delle lettere.
Poi il loro sguardo giulivo scivolò sul tavolino all'angolo del salone: era stracolmo di regali.
-Su, apriteli!- le incitò la madre di Emma, mentre quest'ultima e la riccia correvano a scartare i pacchi.
Erano i regali più strani che avessero mai visto. Si trattava di calderoni, bilance d'ottone, set di provette in vetro, tutti i libri di testo e le uniformi.
-Manca solo una cosa che nessuno di noi vi ha potuto comprare, mie care.- disse la signora Moore. -Sto parlando di una bacchetta.-
-E ovviamente non volevamo farvi perdere l'occasione di visitare Diagon Alley. Adesso stanno facendo progressi, grazie al cielo.- aggiunse il Signor Collins.
Lui e la Signora Moore si scambiarono uno sguardo. Sapevano bene quale tasto doloroso stavano toccando. Dopotutto, loro erano maghi.
Emma e Selene li guardarono perplesse.
Cosa era successo in quel posto?
-Bene.- irruppe il Signor Moore. -Sarà meglio muoverci. Mangiamo una fetta di torta e andiamo a... come si chiama?-
-Diagon Alley.- rispose la signora Collins al fratello, sorridendogli.
Il signor Moore e la signora Collins erano entrambi babbani che avevano sposato maghi. Questo era un vantaggio per far scoprire alle figlie le storie dei due differenti mondi paralleli.
Chissà se un giorno, oltre che a conoscerli, li avrebbero anche salvati.
Nonostante la signora Moore lavorasse all'Ufficio del Trasporto Magico del Ministero della Magia e il signor Collins fosse Guaritore al San Mungo, Selene ed Emma non erano mai andate nel mondo magico o, per meglio dire, non avevano mai potuto farlo per via delle rigide norme di sicurezza applicate dal Ministero.
-Non useremo la metropolvere per arrivare a Diagon Alley, bensì un metodo più sicuro e pulito.- annunciò la madre di Selene, esperta in questo campo.
-Mettete le mani su questo cappello.- fece eco il signor Collins, poggiando per primo la mano sullo strano copricapo a punta che si trovava sul mobile dell'ingresso -È la nostra passaporta per andare da Londra a Diagon Alley e parte precisamente tra... sette secondi!-
Le ragazze e i genitori si precipitarono sul cappello e in pochissimo tempo si ritrovarono a girare attorno ad esso, come in un vortice.
Selene stava quasi per mollare la presa per via dell'eccessiva velocità, ma Emma le afferrò l'altra mano appena in tempo. Tutto ciò non servì comunque ad evitare una fragorosa caduta nel bel mezzo di una via sperduta e offuscata dalla nebbia.
Le due ragazze, impaurite, si girarono e rigirarono intorno, cercando i genitori che, poco dopo, atterrarono con eleganza ed estrema abilità, lasciando alle loro spalle il vortice che man mano si chiudeva seguendo la forma di una spirale.
-Diciamo che non è stato il migliore degli atterraggi, ma ho visto di peggio.- disse il signor Collins guardando con tenerezza la moglie babbana, che gli rispose con un sorriso.
Subito dopo, questi, si mise a camminare lungo il viottolo abbandonato, seguito dagli altri.
-Mi ero sempre immaginata Diagon Alley in maniera diversa...- sussurrò Selene alla cugina, che aveva la delusione dipinta in volto.
-Bene, ragazze, ben venute a Diagon Alley!- annunciò la signora Moore non appena svoltarono l'angolo.
-Per la barba di Merlino!- esclamarono le ragazze in coro alla vista della via illuminata dalle centinaia di insegne luminose all'entrata di ciascun negozio, alla vista degli innumerevoli maghi e streghe che circolavano avanti e indietro per la strada, e a quella dei gufi che volavano dappertutto.
Nel loro cuore sentivano già di appartenere a quel nuovo mondo.
-Ed ora- cominciò il signor Collins -andiamo da Ollivander a comprare le bacchette.-
Emma si rivolse a Selene dicendole: -Non sarà mica lo stesso negozio dove Harry comprò la sua bacchetta?-
-Credo proprio di sì.- rispose la riccia emozionata. -Tutti i maghi inglesi hanno comprato le bacchette da Ollivander; è il migliore.-
-Ed è ancora vivo?-
-Evidentemente sì.-
Emma camminava con la testa fra le nuvole dietro suo padre e non si rese conto di dove stesse andando finché egli non si fermò di colpo esclamando: -Eccoci qui!-
E lei per poco non sbattè contro la sua schiena.
I genitori stavano per entrare da Ollivander, quando Emma li bloccò. Ricordò il disastro che aveva fatto Harry per scegliere la propria bacchetta e non voleva ridurre il negozio in brandelli davanti ai suoi.
-Cosa c'è, Emma?- chiese sospettosa sua madre.
Lei non parlò, ma, per sua fortuna, lo fece suo zio.
-Forse volete entrare da sole?-
La ragazza annuì.
-Bene, allora noi andremo a prendere un caffè.-
-Ma tesoro, qui non ci sono caffè!- sospirò sua moglie.
-Allora prenderò quello che prendi tu.- concluse il signor Moore sorridendo e allontanandosi insieme agli altri verso un locale simile ad un pub.
Selene aprì la porta del negozio. Emma sperava che fosse d'accordo con lei in quando al fatto di entrare da sole e, appena la cugina le sorrise, ebbe la risposta.
-Buongiorno! C'è nessuno?-
Si sentirono scatole cadere, poi una voce un po' roca rispose: -Arrivo!
Era lo stesso venditore di bacchette di... quanti anni fa?
Questa domanda vagava nella mente di Selene, amante della matematica, ma per il momento la risposta non le importava più di tanto.
Ollivander apparve da dietro il bancone.
-Primo anno ad Hogwarts?
-Sì.- risposero all'unisono le due.
-Bene, avvicinatevi, non mordo mica!- fece Ollivander, vedendole lontane dal bancone.
-Io sono Selene Moore.-
-Piacere, signorina.-
Emma notò la mandibola di Selene contrarsi per il nervoso.
Il signor Ollivander salì su una scala di legno scricchiolante che cominciò a spostarsi da uno scaffale all'altro, alzando polvere dappertutto, per poi prendere uno scatolo e aprirlo.
-Provi questa.-
Il vecchio mago passò la bacchetta che si trovava al suo interno a Selene.
Non appena questa l'agitò, si sentì piena di energia positiva, come se quella bacchetta avesse il potere di farle provare tutte le emozioni più belle in un solo istante.
-Perfetto!- esclamò Ollivander. -Il mio intuito funziona ancora bene. Legno di sicomoro, nucleo di unicorno, ragionevolmente flessibile, quattordici e 3/4 pollici.- concluse ammirando la bacchetta tra le sue mani. Poi prese la bacchetta da quelle di Selene e la posò nella sua confezione.
Le due ragazze non credevano che scegliere la propria bacchetta sarebbe stato così facile. Infatti non fu così per Emma, che provò due bacchette, rovinando mezzo negozio.
Era mortificata.
E se nessuna fosse stata adatta a lei?
-Provi questa.- disse Ollivander, sospirando spazientito e porgendole un'altra bacchetta. -Legno di frassino, dodici pollici e 1/4, dura e nucleo di... fenice.-
Emma non capì perché il negoziante si fosse fermato alla parola "fenice".
Lei l'agitò come aveva fatto con tutte le altre, ma questa volta sentì qualcosa dentro di sé, si sentì più calda e potente: era quella giusta.
-Curiuso.- osservò Ollivander impacchettando le bacchette. -Voi due possedete due tra le bacchette più forti e, se mi è concesso dirlo, le più strane che io abbia mai venduto. Ho la sensazione che ci rivedremo presto.-
E, cosi dicendo, sparì dietro la montagna di bacchette dietro al bancone, subito dopo aver fatto pagare il conto alle cugine.
Queste ultime, una volta uscite, videro i genitori dirigerirsi verso di loro, dicendo che la conferma dell'iscrizione ad Hogwarts era stata appena spedita.*
Una volta tornati a casa nello stesso modo con cui erano partite, Emma e Selene, esauste, andarono direttamente nel proprio appartamento.
Cosa voleva dire Ollivander con "ci rivedremo presto"?
E quale strana forza si nascondeva nelle loro bacchette?*
Il primo settembre Selene si svegliò alle cinque di mattina, tanta era l'emozione di partire per Hogwarts.
Si vestì, si sistemò in fretta acconciandosi come meglio poteva i capelli ribelli, e poi attese la cugina.
Due ore dopo erano tutti svegli e pronti per accompagnare le ragazze al binario 9 e 3/4 di Kings Cross.
Le due erano agitate all'idea di dover vivere in un mondo a loro sconosciuto e senza i loro genitori, ma sentivano che ce l'avrebbero fatta.
Poche ore di macchina ed arrivarono alla stazione.
Erano buffissime con quei carrelli ed i gufi.
Selene aveva chiamato il suo Felix, un gufo selvatico dal piumaggio marrone scuro e bianco, mentre Emma aveva una civetta di nome Gwen dal piumaggio marrone e rossastro.
Mentre la ragazza occhialuta cercava insieme ai genitori e agli zii il binario 9 e 3/4, Selene rimase indietro, poiché aveva intravisto dei carrelli avvicinarsi.
-Tornate indietro, ci sono altri maghi.- disse agli altri, che arrivarono di corsa.
Non appena tutti e sei videro chi erano i maghi a poche decine di metri da loro, Emma si bloccò e Selene strinse d'impulso la mano della cugina.
Harry Potter era di fronte ai loro occhi.
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JESS E IL POTERE DELL'AMETISTA 1
FanfictionSelene ed Emma erano due giovani cugine, figlie rispettivamente di madre strega e padre babbano e di madre babbana e padre mago. Entrambe amavano la saga di Harry Potter e attesero il loro undicesimo compleanno con un'unica speranza, quella di ricev...