8.Red lights

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Sbattendo la porta entrai nella stanza in cui lo tenevano.
Era seduto su un divanetto nero di pelle affacciato alla finestra,intento a pensare immagino.
Per me lui pensa troppo!
Con il mio sempre stupendo sarcasmo anche quella situazione quasi mi sfuggì un "a girati rotto in culo!"ma per una volta mi trattenni.
"hey"gli dissi mentre mi sedevo accanto a lui.
Non mi degnò neanche di uno sguardo,era arrabbiato,o almeno lo immaginavo.
"Quella super incazzata qui dovrei essere io!"guardai la finestra evitando il suo sguardo che a quella frase si era finalmente accorto della mia esistenza.

Sospirò profondamente toccandosi il mento e poi incrociando le braccia.
"come stai?"chiese fissandomi intensamente negli occhi,tanto che mi sentivo prosciugata da quello sguardo,mi perdevo,era una sensazione strana,orribile ma anche stupenda.
Le emozioni rendono vulnerabili Deborah ricordatelo!
continuava a dire la vocina nella mia testa,la ignorai cercando una risposta alla domanda di Marcus.
"tu come stai piuttosto?!"
ok risposta peggiore di sempre,i miei complimenti ti sei superata!
"Stai zitta idiota!"urlai sbattendomi una mano sul fianco della testa cercando di spegnere la mia coscienza.

Alzando la faccia trovai lo sguardo quasi offeso del ragazzo.
"oh non dic-"mi affrettai a spiegare.
"lo so ho capito tranquilla"si strofinò le mani,e una corrente mi trapassò la pelle per tutta la schiena.
ci fu silenzio,entrambi stavamo pensando a cosa dire e io ruppi il ghiaccio ricordando il motivo per cui ero andata lì.
"mi odi vero."la mia suonava più come una affermazione che come una domanda,ma lui mi guardò sorpreso.
"certo che no.È stata una mia scelta e non me ne pento,lo rifarei altre due volte se dovessi.Tu sei come una sorella per me,non voglio che ti accada nulla di male"
"neanche per quello che è successo dopo?"continuai un po' ignorando la risposta.
"no"sospirò."non potevi impedirlo"
fece una piccola pausa.
"però dovevi e potevi controllarti almeno un po'"iniziò più severo.

mi alzai di scatto.
"ti rendi conto vero che io ero come svenuta e non vedevo nulla?"inizia a parlare a voce più alta.
"come facevo a impedirlo?!"urlai.
"non sapevo neanche se fossi vivo o morto e mi stavo preoccupando che magari lo fossi anche io e tu mi vieni a dire che potevo controllarmi?!"dissi ancora più forte.
si alzò prendendomi per i polsi e spingendomi contro il muro.
La mascella contratta e i denti stretti incorniciavano un volto pieno di rabbia.
"non.urlarmi. contro."scandì bene ogni parola con i muscoli del viso contratti.
Lo squadrai dalla testa ai piedi e poi mi lasciò girandosi e strofinando una mano sulla fronte.
"Bene se non hai altro da dirmi io me ne vado"mi girai verso la porta con braccia tese sui fianchi e pugni chiusi.

"io ti posso aiutare"disse in un sussurro.
"ah si è come vorresti fare?Non posso controllarmi Marcus!"gridai.
E in un attimo le sue mani erano sui miei polsi mentre mi sbatteva su un tavolo di petto.
"potresti iniziare cercando di non urlare come fai sempre."
Mi teneva ancora stretta con le mani dietro la schiena e un brivido mi percorse, quando,per sbaglio,alzò un po' la mia maglia scoprendomi un pezzo di schiena.
"hai una pelle perfetta"farfugliò quasi sorpreso.

Come?Ma gli è arrivata una padella in testa o dice sul serio?
Mi rigirò in avanti,come una trottola e per poco non caddi.
Mi teneva con una mano da dietro la schiena accarezzandola lentamente.
I miei sensi si svegliarono e improvvisamente avevo una gran voglia di togliergli la camicia.
Strappandola,sbottonandola...il come non mi importava,sapevo solo che quell'indumento a fatica gli si chiudeva sugli addominali scolpiti.

Mentre  lo scrutavo lui non mi guardava confuso come mi aspettavo facesse.
I suoi occhi erano fissi nei miei e un sorrisetto gli si stava formando sulle labbra anche se cercava di nasconderlo.
"perchè ti mordi il labbro?"chiese mantenendo il solito ghigno.
Subito mi accorsi di quello che stavo facendo e smisi,ma la tentazione...cavolo era troppo forte.
In tutti gli anni della mia vita non ho mai voluto scopare con qualcuno e ora è come se vivessi per quello.
La sua mano vagava tra i miei capelli mentre io ancora mi perdevo nei suoi occhi per spostarmi ogni tanto verso i riccioli scomposti che ondeggiavano ad ogni minimo movimento.

Zodiac Signs Accademy //Marcus Lopez ArguelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora