Settembre passò in fretta.
Non mi dovetti impegnare tanto per mantenere alti i miei voti, bastò (come anche Annabeth e Piper mi avevano consigliato) seguire le spiegazioni in classe.
Da quando non ero più il popolare della scuola, cambiarono molte cose, ma solo una rimase uguale: Calipso mi trattava come un amico.
Insomma, ora eravamo in buoni rapporti e ne ero gioioso, ma ero sicuro che lei non provasse nulla per me.
Il 2 ottobre uscii mezz'ora prima di casa. Mi sedetti vicino alle scale aspettando di entrare. Pensavo di essere solo, appunto 'pensavo' perché cinque minuti dopo arrivò lei: Chioma Caramello.
"Ciao Leo" mi salutò.
"Oh, ciao Calipso, emh...come va?" le chiesi.
"A me bene....tu invece? Mi sembri pensieroso"
"Io pensieroso? Nah non ti preoccupare".
Cercai di cambiare argomento: "Allora...hai studiato per il compito di letteratura?"
Calipso sbiancó. "Aspetta, AVEVAMO UN COMPITO DI LETTERATURA?"
Non riuscii a non farmi scappare una risata. "Non preoccuparti, se non sai qualcosa ti aiuto io" le feci l'occhiolino.Per il compito erano tutti preoccupati: Annabeth era l'unica calma, in quanto molto probabilmente aveva studiato fino a tardi. Talia era assente, e Percy stava seriamente pensando di fingere di sentirsi male per saltare il compito.
Anche Jason non c'era, quindi mi feci coraggio e andai a chiedere a Calipso se voleva sedersi vicino a me, così avrei anche potuto aiutarla. Lei accettò.
Entrò la professoressa e dopo il solito noioso "Buongiorno" iniziammo il compito.
Dopo 45 minuti avevo già risposto a tutte le domande, Calipso era quasi alla fine ma ne aveva saltate alcune.
Annabeth e Piper avevano già consegnato il foglio e perfino Percy, che era sicuro di non sapere nulla, aveva già compilato metà compito.
Vedendo Calipso in difficoltà, decisi di aiutarla."Pss...Calipso" bisbigliai, ma lei non mi sentiva.
Così provai a guardare quali domande aveva saltato (senza farmi vedere dalla prof) scrissi le risposte su un biglietto e gliele lanciai sotto il banco con una minuscola fionda creata da me lo scorso anno.
Lei vide il biglietto, lo aprì e mi sorridette, dopodiché inizió a rispondere.A fine lezioni uscimmo da scuola e Calipso corse verso di me.
"Leo!" mi chiamò "Volevo ringraziarti per l'aiuto nel compito".
"Non ti preoccupare, avevi mancato solo 4 domande e per il resto avevi fatto tutto bene" le risposi io.
"Ti...andrebbe di accompagnarmi a casa? Di solito torno sempre da sola, però mi piacerebbe avere un po' di compagnia" mi chiese.
"Certo!". Devo dirlo, il fatto che avesse chiesto a me di accompagnarla a casa l'avevo trovato strano da parte sua, ma ero felice di poter passare altro tempo con Calipso.
Quel giorno dato che ero uscito un ora prima delle lezioni ero andato a scuola a piedi, quindi io e Chioma Caramello camminammo mentre provavo a rompere il ghiaccio.
"Tu vivi da sola? Sono passato molte volte vicino casa tua in questo mese, ma non ho mai visto qualcuno entrare o uscire da essa" le chiesi. Calipso abbassò lo sguardo.
"Beh, diciamo che vivo con mio padre, ma lui non è mai in casa, sta a lavoro anche settimane e non si fa sentire, quasi non lo riconosco più" disse.
"Oh...mi dispiace, scusami ho fatto una pessima domanda"
"Nono, anzi, sei uno dei miei amici più cari quindi dovresti sapere la verità. Mio padre lavora in un azienda che si chiama 'Il peso del cielo' e ne è il proprietario, perciò è sempre pieno di impegni" continuó Calipso, "Invece mia madre....beh, di lei non so minimamente niente. Ogni volta che provo a parlarne con mio padre cambia discorso".
Rimasi ad ascoltare in silenzio, mentre continuavamo a camminare.
"Se ti può rassicurare, io non ho mai conosciuto mio padre. Mia madre mi ha sempre detto che era una persona buona e un ottimo lavoratore, ma io non ricordo nemmeno la sua faccia.
Mia mamma è morta in un incendio nella sua officina, perciò vivo con una famiglia adottiva" raccontai.
Calipso non parlò. Si fermò di colpo mentre camminavamo e mi diede un breve abbraccio, un breve abbraccio che per me era sembrato durare secoli. Appena ci staccammo ammetto che arrossii, però continuammo a parlare normalmente.Mentre parlavamo un po' della nostra vita, per sbaglio finimmo in un vicolo cieco.
"Forse abbiamo parlato un po' troppo" disse ridendo Calipso.
"Già, meglio se torniamo indietro e prendiamo la strada giusta-"
Notai delle figure nere avvicinarsi. All'ombra si vedevano solo gli occhi, che di certo non rassicuravano affatto: erano rosso fuoco.
"Cosa sono quei cosi?" chiesi.
"Quali cos- COSA SONO QUEI COSI?!" Calipso aveva appena notato quegli esseri che pian piano ci stavano venendo incontro.
"Cosa facciamo?"
"Non lo so!" ero agitato, e intanto le figure si erano avvicinate rivelandosi dei cani: dei cani con gli occhi rossi come se stessero assistendo ad un incendio. Cercai nelle tasche, magari uno dei miei soliti attrezzi, che negli anni passati avevo costruito a scuola quando mi annoiavo, mi sarebbe stato comodo.
Lancia-gomme, mini fucile alimentato a tempera...
"Cosa stai facendo?" mi domandò Chioma Caramello, con una voce di un ottava più alta del normale.
"Sto cercando...SI!" avevo trovato delle siringhe. Cosa ci facessero nel mio zaino non lo sapevo.
"Cal, oggi avete parlato tu e Percy giusto?" le chiesi velocemente, mentre i cani ringhiavano, ormai a due metri da noi. Non capivo perchè stessero aspettando così tanto tempo e non avessero invece corso per mangiarci in un sol boccone, ma decisi di lasciar perdere.
"Sì" rispose Calipso, non pensando al nuovo nomignolo che le avevo dato.
"Bene, ce l'hai un sonnifero o una cosa del genere?"
"Sonnifero? Perchè mai ti dovrebbe servire?"
"Cal ho sentito che Percy ti parlava della sua idea per vendicarsi di Dakota mettendoglielo nel pranzo quindi SO che hai del sonnifero"
"Tu mi spii è diverso"
"Passamelo qua forza"
Calipso mi passò il sonnifero e iniziai a riempire la prima siringa, ma i cani ci avevano ormai raggiunti. Il primo aveva accellerato il passo e stava correndo verso Chioma Caramello, in quel momento girata verso di me. Passò un attimo, e Calipso era a terra, sana e salva, dopo che l'avevo spinta di lato. Il problema? Il cane mi era saltato addosso graffiandomi un braccio.
Strillai, mentre con un calcio mandavo il cane a qualche metro di distanza. Un secondo cane mi venne vicino, ma stavolta, con la siringa pronta, gli diedi il sonnifero colpendolo in una zampa. Uno andato, ne restavano due.
Calipso intanto si era appena alzata e mi guardava il braccio con gli occhi sbarrati, probabilmente capendo in che condizioni mi trovavo. Non ricordo come, so solo che addormentai tutti e tre i cani, poi caddi a terra sulle ginocchia. Ricordo la voce di Calipso che mi correva incontro, mi prendeva la faccia tra le mani e provava a svegliarmi, e poi tutto si fece nero.E dopo quasi un anno che non pubblicavo sono tornataa...perdonatemi per l'attesa. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto perchè dovrete aspettare un po' per il prossimo HAHAHA ci dovrete fare l'abitudine. E niente baci e abbracci da
Annachiara Jackson <3
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Tutto è possibile (Caleo ITA)
RomanceLeo è un ragazzo affascinante e divertente. Ha perso la madre in un incendio nella sua officina, perciò vive con una famiglia che lo ha adottato all'età di 11 anni. Ora, dopo il suo diciottesimo compleanno, si ritrova a frequentare il quinto anno di...