Capitolo 17

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Non so il perché, ma oggi mi sono svegliata con la luna storta. 

Per tutta la giornata ho aspettato con ansia che venisse la sera per poter staccare la spina e prendermi un minuto di pausa da tutti.

Non so il motivo ben preciso, forse perché agosto è il mese più pieno al villaggio, ed i clienti mi stanno portando allo sfinimento.

Fatto sta che è sera finalmente e dopo essermi lavata mi metto a letto contando i giorni del mio ritorno a casa.

Sento bussare alla porta e accolgo Claudio con un forte abbraccio.

Mi vede giù e prova a fare qualche battuta per rallegrarmi l'umore, ma niente. Non riesce, perché sono stanca. Stanca di tutto e vorrei solo tornare a Catania e stendermi nel mio amato letto, mentre leggo un libro o vedo un film.

Ma tutto ciò non è ancora possibile, e la stanchezza, la pressione, la tensione di quei giorni si accumulano tutti insieme e scoppio a piangere.

Un pianto liberatorio, più che di tristezza.

Lo vedo rabbuiarsi, come se non essere riuscito a farmi stare meglio fosse per lui una sconfitta.

Mi da un bacio in fronte e mi sistema il cuscino, mentre asciuga qualche lacrima di troppo sul mio viso.

Mentre mi accarezza i capelli io provo a dormire, cercando di tranquillizzarmi, chiudo gli occhi e aspetto che il sonno arrivi a me.

Ad un tratto non sento più la sua mano a sfiorarmi la testa dolcemente. Lo vedo uscire e andare in terrazza, io spaventata lo raggiungo.

Sta piangendo. Sta piangendo per me.

Corro da lui e lo abbraccio da dietro, provando a farlo stare meglio. Gli sussurro anche qualche parola dolce cercando di confortarlo.

"Perché stai male?" Chiedo finalmente.

"Perché tu stai male." Quella risposta mi stupisce e mi crea un forte dolore alla pancia, penso si possano chiamare sensi di colpa.

Sta piangendo per colpa mia, e questo non posso farlo accadere perché lui è un essere talmente speciale che non si merita di stare così male per qualcuno.

Sta piangendo per me.

Nessuno aveva mai pianto per me. Non ero mai così importante da meritare le lacrime di qualcuno.

In quel momento, in quel preciso momento in cui entrambi alziamo lo sguardo al cielo, ancora abbracciati, mentre osserviamo le costellazioni, li capisco.

Capisco di amarlo, amarlo davvero.

Ho seguito questo piccolo sentimento nel corso del suo tragitto, dal primo bacio sotto il chiaro di luna, dai piccoli gesti, dalla sorpresa in camera mia, e per finire, da queste lacrime, e sono arrivata a capire quanto io lo amo.

Si, lo amo. Lo amo da impazzire. Lo amo fino allo sfinimento. E so che posso amarlo ancora di più, che passeranno i giorni, i mesi, e gli anni e so per certo che il mio amore aumenterà sempre, e mai diminuirà, perché se io arrivo ad amare è perché so che lui è la persona giusta da amare.

Come mi sono innamorata di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora