~Lucas~
🍹
L'ombra di un gabbiano offusca leggermente la mia vista.
Ho ancora in mano il diario, ho appena finito di leggere la prima pagina, faccio scorrere il dito lungo il bordo, lì dove ci sono minuscole macchie di caffè e me la immagino mentre scrive, con una tazza in mano e la penna nell'altra, soprappensiero. Ci sono scarabocchi di stelle e cuori spezzati, fogli volanti con ricette di dolci. Citazioni qua e là e io ne sono rapito."Quando ero ragazzina trovavo bizzarro che papà Ryan mi facesse lavorare sei ore sotto il sole nella campagna senza mai una sosta e quando gli chiedevo a cosa servisse tutto ciò, mi rispondeva con uno dei suoi soliti sorrisini tirati. Nel suo mondo le azioni hanno sempre avuto lo stesso peso delle parole. Sii decisa. Di' sempre la verità e fa' le scelte giuste. I miei genitori non sono mai stati perfetti, non che io lo sia, ho cercato in tutti i modi di non deluderli; ho accettato un corteggiamento spietato di Harry, ci siamo fidanzati e sono persino riuscita a laurearmi, ma il senso di vuoto che mi sono portata dentro non ha mai accennato a diminuire"
Continuo a leggere perchè a questo punto ci sono anche io.
"È il secondo giorno a Wrightsville Beach, ho appena finito il mio turno Flounder, sono a pezzi, la schiena sta urlando pietà e non vedo l'ora di farmi una doccia.
Sono sudata, l'aria di mare non fa proprio al caso mio.
Alice sta facendo la chiusura, sono pronta a sgattaiolare via quando vedo qualcuno dall'altro lato della strada. Ha un qualcosa di famigliare ed è lui, l'uomo del molo.
Deve essere un'allucinazione...
Sto per chiamarlo e dirgliene quattro, poi attraversa la strada, e cambia traiettoria.
Rimango ferma come un'idiota ad esaminarlo.
Cammina.
Sembra che si stia imbarcando in una missione di importanza fatale. Incontra un raggio di sole e i suoi capelli diventano dello stesso colore del legno bagnato. Sento l'urgenza di andare da lui e chiedergli qualche spiegazione.
Sono due giorni che ripenso a come mi ha trattata.
È stato un cafone.
Un maleducato di prima categoria!
Non sono una persona che rimugina sulle cose, ma pensavo che a Wrightsville Beach fossero tutti più cordiali.
Lo osservo passeggiare.
Nessuno osa avvicinarsi, come se volesse a tutti costi essere invisibile.
Un bambino lo saluta dal passeggino e ci rimane male quando quello stronzo non ricambia. Perché fa così? Dovrei lasciar perdere. La sua mascella è serrata, così cime le sue labbra rosse.
Ora vado lì e.... cosa?
Dovrei fargli lo sgambetto per pareggiare i conti?
Non appena decido su cosa fare, ecco che non c'è più."Sollevo gli occhi dalla pagina e punto lo sguardo dritto a me.
Quanto è contorto tutto quello che sto leggendo?
È come se stessi rivivendo le sue sensazioni.
Le onde del mare smuovono appena la barca e portano a galla il giorno in cui tutto è iniziato.Quella mattina avevo un affare da concludere con il Signor Juke.
Ogni fottuto giorno, dal momento in cui il sole sorgeva all'attimo in cui tramontava, percepivo la sofferenza rendermi impossibile respirare.
Eppure ci sono voluti esattamente trenta secondi per perdere la testa per una ragazza.
Trenta lunghissimi e lentissimi secondi.
Spaccati.
I primi sono scorsi veloci.
Ero ancora con le mani nello strofinaccio e il mento grondante di sudore, quando le sue scarpe sono comparse all'altezza dei miei occhi intromettendosi nella mia pausa.
È stata la prima cosa che ho visto di lei.
Uno. Due.
Tre o forse quattro secondi passati a fissare un semplice paio di scarpe consumate.
Cinque.
Sei.
Con una smorfia ho lasciato lo strofinaccio a terra.
I capelli chiari erano sciolti, il naso all'insù ed un'espressione rilassata.
Ho osservato il suo corpo dalla cima della testa ai piedi, due volte: non mi ero mai trovato faccia a faccia con un esemplare simile.
Seduta con i piedi ad un pelo dall'acqua, c'era qualcosa di così normale in quella scena.
Mi attirava come una falena eccitata verso la fiamma brillante e calda.
Otto.
Le mani leggermente all'indietro con cui si sorreggeva lasciando svolazzare i suoi lunghi capelli dietro la schiena. All'improvviso iniziò pure a canticchiare.
Sembrava una fatina dal fisico esile e i lineamenti delicati, con la pelle che brillava e occhi chiari troppo grandi per il visetto a forma di cuore.
Nove.
Dieci.
La sua bocca era perfetta.
Sembrava disegnata e dipinta da un pittore di fama mondiale.
Il tempo ha cominciato a rallentare, mentre il mio battito cardiaco faceva l'opposto.
Avrei dovuto approfittare della pausa per bere.
Ma stavo continuando a fissare le sue labbra, in uno stato catatonico, come un completo idiota con la bocca semiaperta.
Per la prima volta nella mia vita mi sono sentito strano.
Mi rendeva curioso in un modo che non sapevo gestire e la continuavo a fissare come se fosse un essere soprannaturale appena precipitato dal cielo e non mi piaceva assolutamente le piega dei miei pensieri.
Per questo la mia eccitazione era morta sul più bello.
Tutti i pensieri curiosi su di lei sono stati disintegrati in un attimo e quando la biondina ha pensato bene di cadere in acqua e mostrarmi da subito le sue abilità da nuotatrice.
Sembrava una foca impazzita.
Sbatteva le mani, starnazzando.
«Aiutami stronzo, invece di ridere!» ricordo aveva esclamato.
Ci siamo guardati dritto negli occhi. Sarebbero stati dei magnifici occhi verdi se solo non fossero stati furiosi con me.
Con me?
Che cazzo.
Le avevo tirato il salvagente.
In testa, mi ricorda ancora la coscienza ma era pur sempre un tentativo di aiuto no?
Che ingrata, intanto scorro la pagina successiva.
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Diario Di Martha Johnson - (Note Perfettamente Imperfette)
ChickLitCi sono scelte che ti cambiano la vita. Martha e Lucas hanno passato lunghi anni ad amarsi ed a farsi la guerra, finchè un giorno Lucas trova un piccolo diario di cui non sapeva l'esistenza. Eccoli dunque gli ingredienti per questa storia d'amore: ...