Diario Di Martha Johnson - (Note Perfettamente Imperfette)

5.Se non tra le sue braccia.

~Martha~

Il rumore più bello è il suono del tuo cuore quando ci poggio il mio orecchio.

🐰

Una volta, qualcuno mi disse che siamo noi ad essere a capo delle nostre vite.
Eppure, non credo di aver mai cercato di essere a capo di nulla, tanto meno di me stessa.
Io non riesco ad avere niente sotto controllo, perché se ne avessi almeno un po' non sarei una di quelle persone che controlla ogni cinque secondi il proprio cellulare.
Lo sto spegnendo e riaccendo da cinque minuti, magari, non funziona bene, poi invio un sms al mio numero per essere sicura che arrivi.

Sono disperata.
Se mi guardassi da fuori, si, probabilmente penserei proprio questo.

La mia vita è stata un susseguirsi di alti e bassi, quando pensavo che ormai non ci fosse più niente da fare, ho conosciuto Lucas.
La mia costante.
Ma poi ecco che tutte le sicurezze vengono spazzate via da Ylenia.
Storico la bocca in una smorfia al solo pensiero.
Chi è?
Cosa vuole da mio marito?

Osservo le mie unghie.
C'è lo smalto rosa rovinato.
L'avevo messo insieme ad Electra.
Chissà, magari Ylenia è una di quelle che prenota la manicure una volta a settimana per avere le mani sempre in ordine.
Sospiro.

Che mi sta succedendo?

Forse potrei essere anche io il tipo di donna che sa quello che sta facendo e indossa il tacco dodici di lunedì. Il tipo di ragazza con i capelli perfettamente in piega e un vestitino con la cintura in vita.

Avvolgo una ciocca di capelli attorno al dito e la scruto per bene prima di lasciarla cadere.

Ma a chi voglio prendere in giro.

Trascorro la successiva a ora nei miei subdoli pensieri.
Poi Miguel ha esordito con: "l'amore non è bello se non è litigarello", mentre Alice ha preferito darmi un pezzo di cheesecake in cui affogare le mie sofferenze.
Affondo la forchetta quando Alice parla della gita in campeggio: approfitta che Miguel stia rimorchiatore una povera ragazza per pianificare una festa a sorpresa.
Tra le tante cose due giorni è il compleanno di Miguel e io me ne ero dimenticata.

Avrei dovuto trovare un modo per convincere Lucas

Pft.

Figuriamoci.
Per come stanno le cose adesso devo solo sperare di avere ancora un marito.

Proprio non riesco a non cadere in questa spirale di disperazione e autocommiserazione.
Sto penzolando da un ramo sospeso su un pozzo di insicurezza.
Poggio il piatto vuoto a terra e riprendo in mano il telefono.

Nessuna chiamata.
Nessun messaggio.

Coda accidenti stai cambiando Lucas?

Il dilemma è che di solito faccio sempre quello che mi sento di fare.
Forse è proprio ciò che mi sta facendo immaginare l'apocalisse.

Dio mio.

Ho voglia di mettere la testa nelle casse dello stereo, alzare al massimo il volume e farmela scoppiare.

«Dammi il cellulare»

Alice spunta al mio fianco, tende la mano e muove le dita come a dire "da' qua".

«No», brontolo spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Adesso, Mar»

Sospiro.