8.Almeno credo.

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~Martha~

Là, dove si ferma il cuore.

🌅

Non so bene cosa mi aspettassi una volta rientrata a Wrightsville Beach; forse un messaggio, una telefonata ma non il nulla.

Sono trascorsi due giorni da quando ci sono rientrata da New Bern e Lucas ha deciso di avere i suoi spazi e ad essere onesti tutto questo inizia a starmi stretto.

«Che cos'è, mamma?» chiede Electra quando mi vede rientrare in casa con una busta tra le mani.

«Non lo so tesoro... ora la apro...» rispondo recuperando le forbici dal cassetto della cucina; tiro fuori il contenuto e ancor prima di poter leggere Electra torna a parlare.

«Chi ci porterà da zia Alice?»

Butto fuori un po' d'aria dalla bocca sento i batti del cuore accelerare mentre lei tutta ignara continua a colorare il suo disegno oscillando la coda di cavallo di qua e di là.

Dopo innumerevoli domande su dove fosse suo padre, ero riuscita a tranquillizzarla quando le avevo detto che Lucas sarebbe tornato in tempo per portarla da suo cugino Gabriel, ma dovevo prevedere che ci sarebbe stato un colpo di scena.

Intanto sbircio Olly che dorme beata nel suo ovetto; almeno lei sembra essere ignara da cosa sta succedendo differentemente da sua sorella che continua ad aspettare una risposta con le sopracciglia aggrottate.

«Uh... vi accompagnerò io... papà avrà avuto un contrattempo...» affermo dopo aver controllato, per la centesima volta, l'orario: sono le quattro del pomeriggio e doveva essere qui già da cinque minuti.

«Uh, perché papà non è qui? Dov'è?»

Una cosa che non si può dire è che si dà per vinta. È caparbia proprio come una persona di mia conoscenza.

«Dai nonni...»

Almeno credo.

Le sorrido nervosamente mentre mi fissa senza dire una parola con quegli occhi scuri ed indagatori.

«Perché ha dormito da loro?» sbatte le palpebre, mantenendo le sue iridi sul mio viso.

Mi concentro sulla risposta.

«Doveva sbrigare delle faccende...» divago concentrandomi sulla lettera che ho in mano.

«E perché doveva sbrigare delle faccende?» prosegue gonfiando le guance e assottigliando allo stesso tempo lo sguardo.
E ora?

«Perché si Ely... ora fila a mettere via le tue cose, ti accompagno io da zia Alice...» mi abbasso per arrivare alla sua altezza sforzando un sorrisetto che lei, ovviamente, non crede.

«E, va bene...» sbuffa mollando i pastelli sul tavolo scendendo dalla sedia e correre via.

Approfittando del momento di pace, spiego il foglio e quando leggo quello che c'è scritto, quasi non mi viene un colpo.

"Avrei voluto che le cose fossero andate diversamente".

Con la tachicardia prendo il secondo foglio e tutta l'ansia che avevo accumulato nelle ore precedenti si tramuta in rabbia.

Ma che cosa....

«No, no, no, no, no!»

Rileggo attentamente ogni singola parola. Tra le mani ho le carte di un notaio e... MI HA COMPRATO IL LOCALE CHE VOLEVO!!

Più rifletto su quello che quello che ha fatto più vorrei stracciare questi fogli i mille pezzetti.

«Non ci credo... quello stronzo...»

Diario Di Martha Johnson - (Note Perfettamente Imperfette)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora