1. Una notizia inaspettata

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Mi sveglio di colpo, mi trovo nella mia camera con la luce del sole che penetra dalla finestra che quasi mi acceca. È lunedì, io odio il lunedì, è il giorno che ti prepara ad un'altra settimana frustante e barbosa, dove l'unico giorno in cui ci si può riposare è domenica. Mi alzo stiracchiandomi per bene, sono in un pigiama leggero composto da una canottiera e un paio di pantaloncini, visto il caldo afoso che fa qui. Per prima cosa vado in bagno, mi guardo allo specchio e sembra che i miei capelli abbiano fatto a botte col cuscino; completamente arruffati raccolti in quello che doveva essere uno chignon. Me li sistemo, mi sciacquo la faccia e poi esco e scendo in cucina per la colazione, già sentendo l'odore del caffè. Mi precipito di sotto e vedo il tavolo della cucina con sopra: il caffè, un cornetto, un succo di frutta e un biglietto lasciato da mio padre "Spero la colazione ti sia di gradimento, stasera quando torno da lavoro dobbiamo parlare.

Ti voglio bene, papà", mio padre che mi vuole parlare deve essere davvero una cosa importante. Ormai sono due anni che la mamma è morta e gli sono rimasta solo io. Abbiamo un bellissimo rapporto, ogni tanto papà quando torna da lavoro mi porta una rosa, una cosa che faceva con mamma, e mi dice che sono la sua "piccola". Diciamo che sono un po' troppo cresciuta per quel nomignolo, ho 20 anni non più 10, ma per lui rimarrò sempre piccola. Papà fa l'avvocato, il che ci garantisce una vita serena e tranquilla,  ma ho deciso di pagarmi da me gli studi universitari, perciò lavoro come cameriera in un piccolo caffè. Non è molto quello che guadagno ma mi basta per pagarmi l'università. Ora è estate e sono qui con papà poi a settembre torno a studiare all' Art Accademy di New York. Si sono un'artista, ho sempre avuto la passione per il disegno e studio per migliorarmi sempre di più, non per vantarmi ma sono veramente brava. Comunque finisco il mio caffè, prendo il cornetto e gli do un morso nel frattempo mi accorgo che sono le 9:30 e sono in un ritardo tremendo, devo essere a lavoro per le 10. Corro più veloce della luce in camera mia prendo la mia maglietta preferita un paio di jeans, le mie converse bianche e nere e via. Corro più veloce che posso verso il Mike's Cafè, arrivo completamente esausta e con il fiatone riesco appena a dire un leggero "Buongiorno". Mi si avvicina Mike il proprietario e mi accoglie amichevolmente " Bè come mai così tanta fretta sono solamente le 10:10, vieni sempre in orario vuoi vedere che per una volta che tardi di qualche minuto, io magari ti frusto" è un simpatico omone, panciuto ma due splendidi occhi celesti e uno straordinario sorriso e con i capelli color della neve. " No è solo che a me piace arrivare puntuale" mi guarda fisso negli occhi "Per servire chi, che a quest'ora non c'è anima viva" "Si ma mi fa bene correre così smaltisco la colazione" mi lancia uno sguardo ironico "Va bene se proprio insisti, vai a preparare un po' di caffè" "OK capo, vado immediatamente".

La giornata passa lenta come al solito, con i soliti clienti abituali, tranne qualche volto nuovo, arrivo a casa distrutta e mi ritrovo mio padre in cucina molto serio " Hey piccola mia, com'è andata la giornata?" "Solita vita" gli do un bacio sulla guancia "Allora di cosa mi volevi parlare?" "Sherley quello che ti sto per dire non ti piacerà ma vorrei che tu mi ascoltassi e poi mi dirai tutto quello che vuoi." "Ma cosa c'è di così grave?" " Si tratta di matrimonio, la nostra tradizione vuole che all'età di 20 anni bisogna sposarsi e il figlio di un mio grandissimo amico si è trasferito qui e anche lui vuole che suo figlio si sposi." mi mancava il respiro "Papà ma di cosa hai paura, che rimango zitella per sempre, lo so che è la tradizione ma non sono disposta a sposarmi con un uomo che non conosco neanche, papà io voglio sposarmi per amore! Per favore non mi far sposare uno sconosciuto." mi sono scese delle lacrime "Ma lo sai già che non si può: è stato sempre così per secoli e adesso tocca a te che ti piaccia o no." "Tu mi daresti a chiunque, potrebbe essere un deliquente, un uomo manesco o possessivo, non ti rendi conto che sono costretta a vivere per il resto della mia vita con una persona che non amo?" "Anche io e tua madre non ci conoscevamo ma io l'ho amata come non ho mai amato nessuno nella mia vita, e vorrei che tu adesso finisci qua questa storia! Ormai sei grande e queste cose le puoi capire e che tu lo voglia o meno sposerai quel ragazzo." sono peggio di una fontana, le lacrime mi scendono dagli occhi senza fermarsi " Ma io non voglio." e mio padre mi abbraccia "Lo so e mi dispiace, ma è così che va la vita, e in fondo puoi dargli una possibilità magari istaurate un bel rapporto." io guardo confusa mio padre e mi libero dal suo abbraccio e mi rifugio nella mia stanza a piangere sul cuscino, ripetendomi tra me e me che tutto quello che stava accadendo non era giusto e non poteva capitare a me. Passa un'ora così a fissare il vuoto a pensare la mia vita con uno sconosciuto in casa che non avrò mai il coraggio di amare, vorrei che qui in questo momento ci fosse mia mamma, lei saprebbe come confortarmi. È morta per un cancro al cervello che non si poteva prevenire e curare e infine piano piano l'ha consumata, ed è morta quando avevo appena 18 anni e per riprendermi da quella perdita è stata durissima e sono dovuta andare da parecchi psicologi. Ora vorrei solo sparire dalla faccia della terra o che tutto questo non fosse mai successo, ma purtroppo è questo quello che il destino mi riserva? Non scendo neanche per cena e rimango sdraiata sul letto finché non mi addormento. Era uno dei tanti lunedì, ora è il peggiore in assoluto.

Mi sono innamorata di mio marito Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora