2. Un ospite indesiderato

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È mattina sono nel mio letto, pensavo che l'accaduto di ieri fosse un sogno ma è tutto vero. Decido di farmi una doccia veloce, mi preparo e mi trucco, prendo la mia borsa e decido che la colazione la farò al bar. Appena scesa dalle scale mio padre mi chiama "Sherley " io indifferente apro la porta, la sbatto e me ne vado. Sinceramente non ho voglia di sentire le stesse cose di ieri e che non posso decidere della mia vita, ma adesso devo uscire per un attimo fuori dalla realtà.  Arrivo al caffè mi ritrovo Mike davanti "Che hai combinato stavolta? Perchè non vuoi parlare con tuo padre della faccenda del matrimonio" io alzo gli occhi al cielo " Mike non ti ci mettere pure tu, ho 20 anni e almeno voglio decidere io se parlare o no a una persona o ho bisogno del permesso di qualcuno" "Tuo padre vuole chiarire le cose con te e mi ha detto una cosa che però non ti posso dire perchè è un segreto, comunque è passato prima che tu arrivassi per dirmi di farti ragionare, ma tu sei testarda come un mulo" "Testarda certo, piuttosto voglio sapere qual è il segreto" e lui mi prende una guancia come si fa ad una bambina "Ma se te lo dicessi non sarebbe piú un segreto" "Tanto non mi importa". Si avvicina con una caraffa "Ora bando alle ciance, vai lavorare non ti pago per non fare niente" mi indica il bancone col dito indice "Si signore". Ma perchè mio padre deve coinvolgere anche gli altri nelle nostre cose private, anche se Mike è uno di famiglia non sopporto il suo tentativo di farmi cambiare idea.

Sto pulendo il bancone ad un tratto entra un ragazzo che può avere circa la mia età, bello, alto, magro, occhi color nocciola e capelli castani. Si sistema sullo sgabello vicino al bancone "Buongiorno" io decido che voglio prendergli l'ordinazione "Buongiorno, che cosa desidera?" "Vorrei un cappuccino e delle cialde con dello sciroppo d'acero, grazie" "Arriva subito" noto che mi fissa mentre preparo il cappuccino "Lo zucchero glielo metto io o fa da solo?" " No faccio da solo grazie" "Va bene, ecco a lei, le auguro un buon appetito" mi guarda sorridente "Ha un aspetto delizioso, il mio stomaco non aspettava altro" effettivamente sembrava molto affamato visto con quanta voracità divorava le cialde. Mi scappa una risata "Sembra che non mangi da parecchio" " Una cosa così squisita mai in vita mia, davvero ottimo, mi può portare il conto?" "Subito" continuava a sorridere e a fissarmi.  "Ecco qua" guarda il conto e poi mi da delle banconote "Grazie di tutto, sicuramente tornerò" "Grazie a lei, torni pure quando vuole". Mi saluta con un sorriso poi apre la porta e se ne va. Non so perchè ma mi ha colpito il suo modo di fare, così gentile e delicato e anche molto educato.

È sera "Mike posso fare il turno serale cosí non torno a casa?" Mike mi prende la giacca e la borsa "Se non te ne vai ti licenzio, va da tuo padre e parlaci, intesi!?" io gli prendo la roba dalle mani con il broncio "Come vuoi" e esco. Non voglio tornare a casa ma ci devo andare per forza, ascolterò quello che mio padre ha da dirmi e poi lo ignorerò completamente, penso proprio che farò così.

Una volta varcata la soia dell'ingresso di casa mia sento delle voci tra cui quella di mio padre che ride e scherza. Seguo le voci da dove provengono e entro nel salotto e a mia sorpresa il ragazzo della mattina era seduto sul divano con un espressione di stupore "È lei quella che diventerà la mia futura moglie?" c'era un altro signore affianco a lui con i capelli brizzolati, occhi marroni e vestito in giacca e cravatta "Perchè sei così scioccato figliolo è una ragazza" io mi avvicino furente "Stamattina abbiamo avuto modo di conoscerci per caso al caffè dove lavoro, anche se tutto ad un tratto inizio a pensare che non sia stata una coincidenza" mio padre mi allontana con una mano e mi invita a sedere sulla poltrona "Scusatemi non vi ho presentato, Sherley questo è Jonathan e Jonathan questa è mia figlia Sherley" io sbuffo distogliendo lo sguardo da i due "Io vado a fare il caffè, Frederick vuoi venire con me così parliamo di quella cosa io e te" l'uomo che dovrebbe essere mio futuro suocero si alza e scompare con mio padre "Voglio mettere subito le cose in chiaro, tu non mi piaci per niente e se fosse per me non ti sposerei neanche se mi chiedessero di diventare presidente degli Stati Uniti d'America" lui fa una risatina "Vedo che su una cosa siamo d"accordo" inizio a fissarlo negli occhi "Piuttosto stamattina sei venuto per spiarmi o cosa? Volevi vedere se la tua futura mogliettina magari aveva un briciolo di bellezza o era una completa racchia? Che cosa hai da dire" lui si schiarisce la voce "Tanto per cominciare:

1. Io non sapevo il tuo nome

2. L'idea di un matrimonio combinato mi mette i brividi e mi fa arrabbiare come una belva

3. Stamattina sono venuto al caffè ma non sapevo che eri tu la ragazza con cui sfortunatamente condividerò il resto della mia vita." alzo un sopracciglio "Non so perchè ma già non ti sopporto, se per te sta bene se ci sposiamo possiamo continuare le nostre vite come prima solo sotto lo stesso tetto oppure dopo un paio di mesi chiedere il divorzio tanto la tradizione dice che ci si deve sposare a 20 anni ma non dice che bisogna rimanere per forza legati per l'eternità " "Sotto questo aspetto mi sembra un ottimo piano" gli allungo una mano "Allora ci stai?" me la stringe "Si". I due vecchi tornano dalla cucina "Papà io vado a dormire sono stanca ho lavorato tutto il giorno, Signor Frederick buonanotte, Jonathan" saluto tutti e me ne vado. Alla fine di tutto era sicuramente questa la cosa di cui mi voleva parlare papà questa mattina ma da un lato sono felice perchè sono riuscita a scendere a compromessi con quel tizio occhi color nocciola anche se quello non me la racconta giusta. Entro nella stanza e sul letto il vestito da sposa di mia madre, era bellissimo addosso a mia mamma l'ho vista nelle foto con papà e ogni volta mi ripeto che quell'abito non mi starà mai bene come lo è stato a lei. Metto l'abito nell'armadio mentre la mia porta si apre "Sherley gli ospiti rimangono a dormire qui per stanotte " lo guardo perplessa "E perchè?" "Lui è arrivato da un lungo viaggio con l'aereo e il figlio non è di New York e poi è un modo perchè voi due possiate socializzare" "Si va bene fa quello che vuoi, ora puoi uscire che devo andare a dormire" era dispiaciuto "Sharley ricordati che ti vorrò sempre bene, qualsiasi cosa succeda o farai" lo abbraccio "Anche io" mi scappa una lacrima, io non riesco a stare litigata con lui, è tutto ciò che ho e vederlo triste mi dispiace "Ora vado, buonanotte piccola mia" gli faccio un sorriso "Notte papà". Mi cambio e mi infilo sotto le coperte e inizio a pensare che nella vita ci può sempre essere una svolta positiva dopo un momento negativo e poi le palpebre mi si chiudono per la stanchezza della giornata.
Salve, per chi avesse letto il mio commento nel primo capitolo, vorrei dire che ho cambiato idea e che voglio continuare la storia e che sono sicura che con qualche capitolo in più posso rendere meglio l'idea della storia che voglio scrivere.
Detto questo spero che la lettura vi piaccia. A presto!!

Mi sono innamorata di mio marito Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora