Mentre camminiamo mi afferra per il braccio "Chi ha detto che questa giornata deve finire qua?! Dai dimmi cosa ti va di fare e lo faremo" sinceramente non pensavo avesse molta voglia di stare ancora con me "Visto che me l'hai chiesto, vorrei vedere il mare perchè lavoro sempre e non ho avuto il tempo neanche per ammiralo in cartolina" "Ok ma dovremo prendere la mia macchina" "Dove si trova precisamente?!" fa una smorfia "Davanti casa tua" "Quindi dobbiamo proseguire".
Arrivati davanti casa stiamo attenti a non farci vedere dai nostri padri che se ci vedessero così in armonia inizierebbero già a pensare a quanti nipoti gli darò, perciò meglio evitare. Strisciamo sotto la finestra per non farci beccare, lui ridacchia "Shh zitto o ci farai scoprire" la smette "Ok scusa".
Entriamo in macchina e appena chiudiamo le porte ride divertito " Sembra proprio il film Mission Impossible" "Dai su metti in moto prima che ci scoprono" e detto ciò esce dal parcheggio con un'inversione a U e poi dritti verso l'autostrada.
Nel viaggio siamo silenziosi, guardo miliardi di alberi che mi passano davanti e spariscono alla stessa velocità. Jonathan è serio e guida con attenzione con le mani ben salde sul volante, ancora rimango sbalordita per il fatto che oggi si sia reso così disponibile. E pensare che fino a ieri lo odiavo a morte, oddio non è che ora lo adoro, ma si è rivelato una persona socievole e simpatica e in fondo penso che un'amicizia si può instaurare ma di stare insieme come coppia non se ne parla. L'ho giudicato male, in fondo non è nemmeno colpa sua se dobbiamo sposarci per un matrimonio combinato.
Finalmente siamo arrivati e dal finestrino della sua auto si sente già il profumo del mare, non me lo ripeto due volte che scendo dalla macchina e mi precipito sulla spiaggia e dietro di me "Attenta che a momenti inciampi" gli faccio il segno del soldato al comandante "Si mamma starò attenta non preoccuparti" mi tolgo le scarpe per sentire i miei piedi a contatto con la sabbia che non è bollente come a mezzogiorno ma calda che a contatto con la pelle fa una bellissima sensazione "Vuoi venire a passeggiare sulla riva?" gli chiedo "Non saprei mi bagnerò tutto e poi non vorrei rovinarmi le scarpe " "Toglitele e portale in mano no?" si guarda in giro "Ho vergogna" "Di passeggiare sulla riva dai, fidati nessuno ti prenderà in giro o qualsiasi cosa pensi che penseranno di te." si inizia a togliere le scarpe "Va bene... se lo dici tu". Inziamo a camminare e lui si sposta quando il mare avanza sul bagnasciuga "Hai paura di bagnarti i piedi ora?" "No solo che devo abituarmi piano piano" rido perchè non ho mai visto una persona tanto timida come lui. "Perchè lavori sempre?" "Perchè mi devo pagare gli studi, non voglio che pensi a tutto mio padre insomma ho 20 anni e posso provare già ad essere autonoma" "È una cosa bella che ti preoccupi di aiutare tuo padre, altre figlie a volte si scordano di averne uno" inizia a fissarmi io giro lo sguardo per evitare il suo. Non voglio romanticherie o cose sdolcinate e poi non voglio essere una coppia. Dopo qualche minuto mi arriva un pallone in piena faccia che mi fa perdere l'equilibrio e mi fa cadere in acqua. Sento le risate dei ragazzini stupidi che l'hanno tirato e le braccia forti di Jonathan che cercano di aiutarmi ad alzarmi. Sono tutta sporca di sabbia bagnata e ho i capelli e i vestiti zuppi. Dopo essermi alzata ride anche Jonathan "Che botta!!Scusami se rido ma non ce la faccio più a trattenermi!" ride a crepapelle, prendo delicatamente il pallone e glielo lancio addosso e si sporca la polo verde. "Ride bene chi ride ultimo" e mi metto a ridere, mi fa un sorriso beffardo e si avvicina correndo e inizio a correre "Ah si, mo ti prendo e ti butto a mare" urlo "Non mi prendi". Mi raggiunge e mi prende per i fianchi e mi spinge a mare e dopo avermi spinta si butta anche lui "Te l'avevo detto che ti prendevo" lo schizzo "Questo è perchè non ti volevi bagnare i piedi" sorride con una dentatura a 52 denti. Si avvicina "È meglio andare ad asciugarsi" annuisce e mi segue.
Dopo un'ora che i vestiti sono più o meno asciutti e con essi anche noi decidiamo di tornare e risaliamo in macchina "Grazie per avermi portato al mare, te ne sono grata" "Grazie a te per avermi fatto passare una bella giornata in tua compagnia senza avermi tenuto il muso" gli porgo una mano "Secondo me siamo partiti col piede sbagliato, piacere Sherley" me la stringe "Il piacere è tutto mio, sono Jonathan" "Senti non facciamo vedere ai nostri vecchi che andiamo d'accordo, non vorrei essere rotta le scatole dai discorsi di papà" "Si certo capisco".
Arriviamo a casa e scendiamo dall'auto e cerchiamo di essere scortesi come prima anche se abbiamo un sorriso stampato sulle labbra per la pallonata. Mi fa male nel punto dove me l'hanno tirata e penso si sia fatto un livido "Ho qualche livido in faccia?" indico col dito il viso "No prima, ora sei leggermente rossa". Bussiamo e i nostri padri ci vengono ad aprire "Salve ragazzi, allora come è andata? Vi aspettavamo per pranzo ma non siete tornati" io non so cosa dire ma Jonathan mi fa segno che parla lui per primo "La signorina è voluta andare a mare e infatti ho tutti vestiti pieni di sabbia e compresi calzini e scarpe" "La prossima volta allora io faccio una cosa e tu ne vai a fare un'altra signorino so tutto io, di certo non ti ho pregato sei tu che ti sei reso disponibile" mio padre cerca di far calmare gli animi "Ragazzi su non fate così, ora andate a farvi un bagno o una doccia e rilassatevi" sale le scale infuriato "Certamente, è stata una giornata da dimenticare" lo seguo "Non preoccuparti anche per me" lasciamo i nostri genitori esterrefatti e saliamo entrambi. Una volta di sopra ridiamo sottovoce per le loro buffe facce "Ora vado a lavarmi che ho ancora il sale adosso" "Ci vediamo a cena, mi raccomando puro odio" "Si sta tranquillo" mi chiudo la porta alle spalle e poi subito nella doccia con gli schizzi che mi solleticano la pelle. Sinceramente non lo so perchè ma sono contenta di questa nostra amicizia di questo nostro modo di nascondere la verità ai nostri padri, vuol dire che ci tiene a istaurare un buon rapporto ma non si facesse illusioni perchè più di un amico non lo considero. Esco dalla doccia e cerco in fretta di asciugarmi i capelli e si sente dall'altra parete che anche il mio nuovo amico si sta preparando. Esco dalla stanza e contemporaneamente Jonathan "Salve signorina Sherley" "Mi sembri un maggiordomo, perchè sei vestito così elegante?" "Mi piace essere presentabile, così vado bene?" "Si fin troppo" "Ok ora non dobbiamo fare una bella impressione" detto questo scendiamo.Dopo cena mio padre mi prende in disparte "Stamattina ti avevo chiesto una piccolissima cosa e tu scommetto che non ci hai provato proprio a cercare di fartelo amico" "Si però è difficile. È una persona che ha delle abitudini strane e poi è noioso" mi punta il dito contro "Senti te lo chiedo per l'ultima volta, ti scongiuro, fai amicizia con lui" "Stavolta ti prometto che ci provo" lo abbraccio. "Papà senti vado a dormire dai la buonanotte a tutti e due gli ospiti da parte mia, sono stanca" "Si ci penso io" "Va bene allora notte" gli schiocco un bacio sulla guancia e mi dirigo verso la mia camera anche se non ho sonno ma ho voglia di stare sola, ho bisogno del mio spazio, di pensare e di rilassarmi.
***
Hey salve alle lettrici della mia storia, chi la sta seguendo molto probabilmente ogni tanto si chiede che fine faccio. Diciamo che in questo momento sta finendo la scuola quindi sono un po' impegnata con la mia vita scolastica e poi nell'arco di un mese ho dovuto cambiare telefono due volte e quindi tra un problema e un altro ho potuto aggiornare in questi giorni.
Adesso vorrei ringraziarvi per le 169 visualizzazioni della mia storia che per me è già tanto perchè non pensavo che qualcuno o qualcuna la leggesse quindi grazie. Detto questo spero di aggiornare la mia storia almeno una volta alla settimana anche perchè sto solo all'inizio.
Un bacio a tutte e farò del mio meglio per non deludere le vostre aspettative.
Ciao da Francybel!.
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Mi sono innamorata di mio marito
RomanceSherley è una ragazza di 20 anni orfana di madre. Vive a New York con suo padre, un tipo molto legato alle tradizioni, che la promette sposa a un suo coetaneo, Jonathan. Le cose all'inizio non vanno molto bene ma dall'odio si passa all'amicizia e po...