20.Ritorno

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Mentre sto in macchina penso a come reagiranno tutti al mio ritorno e a cosa dovrò dire alla barbie ossigenata. C'é traffico e rimango imbottigliata per un bel po'. Mi chiama Jonathan "Sherley dove sei finita?" "Sto venendo ma sono bloccata nel traffico." "Sherley dimmi la verità." "Te l'ho detta e se vuoi ti mando una foto del bel panorama di macchine che ho davanti, non mi sto divertendo." "Va bene ma chiamami o mandami un messaggio quando stai per tornare, intesi?" "Si mamma agli ordini." "Non fare la stupida." "Scemo mo vengo." attacco. Finito di parlare si libera il traffico e posso continuare ad andare.
Mi trovo quasi vicino al cortile di casa mia e sento il cuore uscirmi dal petto. Arrivo e parcheggio e non ho neanche il tempo di aprire la portiera che mi si fionda Jonathan addosso e mi stringe fortissimo come se avesse paura che io possa scappargli dalle mani "Stupida che non sei altro mi hai fatto preoccupare tantissimo." mi dice con la testa nel mio collo e lo abbraccio forte anche io. A interromperci subito mio padre e il signor Frederick "Oh Sherley! Ieri ho temuto il peggio, ti prego di non farmi più niente del genere o rischierò di avere un infarto." rido e abbraccio mio padre e gli do un bacio sulla guancia e poi mi rivolgo al signor Frederick "Signore sono dispiaciuta del mio comportamento  che ho avuto con sua moglie e adesso voglio chiederle scusa di persona." "Tranquilla Sherley, so come è fatta mia moglie e non è molto facile da prendere ma basta scendere a compromessi che riesci a instaurare un rapporto almeno di amicizia." mi dice prendendomi le mani "Ora lei dov'è che devo parlarle." "Nella nostra camera, sta facendo le valige perchè vuole andarsene." "Va bene, ci vado a parlare." nel frattempo che salgo le scale per andare al piano di sopra penso che nessun esame sia stato tanto frustrante come questo momento. Mi avvicino alla porta e busso "Natalia sono Sherley vorrei tanto parlarle." "Non so se voglio parlare con te." risponde fredda "Almeno senta quel che ho da dirle." apre la porta e mi fa entrare "Grazie. Dunque per prima cosa le volevo chiedere scusa per il mio comportamento di ieri che me ne sono andata via così e poi volevo dirle che se ho reagito in quel modo è perchè non sopportavo il fatto che lei mi giudicasse male.  Sicuramente non sono la nuora che lei ha sempre sognato per suo figlio ma le assicuro che lo amo tanto ed è per questo che voglio che lei sia presente al matrimonio. Jonathan è molto legato e non voglio che tra di voi ci sia del rancore anche perchè lui è l'unico figlio che ha e mi dispiace che avete litigato per colpa mia. Voglio che lei si fidi di me e che mi conosca a fondo e non mi giudichi male, vede io lo so di avere un carattere forte ma d'altronde io volevo che lei fosse una mamma anche per me. Sicuramente ci saranno occasioni per fare dei viaggi insieme ma la luna di miele vorremmo deciderla io e Jonathan e vedrò come ripagarla per il suo generosissimo regalo. Io non voglio che lei programmi la nostra vita perchè dobbiamo cercare di imparare a vivere e a cavarcela da soli, lo so che è suo figlio e vuole solo il meglio ma deve lasciarlo un po' andare. Aspetti, però questo non significa che deve stare fuori dalla nostra vita, anzi lei deve essere presente perchè è molto importante sia per Jonathan che per me. Spero di averle fatto capire che non sono una persona cattiva o egoista." mi alzo e mentre sto per andare lei mi ferma "Aspetta. Vieni qua." mi risiedo "Mi scuso anche io per il mio pessimo comportamento nei tuoi confronti ma è solo che pensavo che tu volessi portarmelo via perchè ho visto quanto ti ama. È sempre stato il mio orgoglio fin da piccolo e ora si sta per sposare. Io voglio che lui sia felice e ieri pensavo cose sbagliate su di te, lo ammetto non ti credevo una persona così autoritaria e risoluta. Ma mi hai fatto capire che tu a mio figlio ci tieni sul serio e anche lui prova lo stesso per te e per questo motivo lo lascerò vivere in pace, e voglio che anche fra me e te ci sia un rapporto di amicizia. Ovviamente io sono la madre e qualche volta sarò un po' impicciona perché io sono fatta così e se voi avrete qualche difficoltà mi sento il dovere di dare una mano. Fino a qualche minuto fa non volevo più saperne di te ma tu mi hai dimostrato di essere una che ci sa fare e per questo ti stimo. Penso che da quanto accaduto le cose possano andare meglio." "Sono felice di averle fatto cambiare idea. Quindi questo significa che verrà al matrimonio?" "Certamente. Se tu avessi bisogno di qualcosa o di un semplice consiglio vieni da me e non preoccuparti." "Natalia ora andiamo di sotto e chiariamo anche con gli altri. Va bene?" "Si andiamo." la cosa ha avuto un risvolto positivo. Appena ci vedono scendere tutti si rallegrano e soprattutto noto un gran sorriso da parte di quello che sarà il mio futuro marito. Ora mi sembra che tutto vada per il meglio. Il resto della mattinata la passiamo tra risate e lunghe chiacchierate come fossimo tutti degli scolaretti che parlano tra loro. Jonathan è seduto accanto a me e mi tiene la mano e mentre si parla di matrimonio me la stringe ancora di più. Mentre mi concedo qualche ora di riposo in camera mia entra di soppiatto e si sdraia dietro di me e mi cinge i fianchi "Come va?" mi domanda "Bene, e tu che ci fai qui?" mi giro e sta poggiato sul polso "Non ti va a genio che io stia qui con te?" "No però il letto è piccolo e tu occupi metà dello spazio." "Ah si eh. . ." mi inizia a fare il solletico e cerco di fermargli le mani ma non ci riesco "Smettila! Così soffoco!" "Ma quando mai stai ridendo così bene." la smette. Mentre si sta per mettere seduto lo piglio per la maglietta lo sbatto sul cuscino e mi metto su di lui "Adesso chi è che porta i pantaloni qui?" ci mette un secondo per ribaltare la situazione "Io naturalmente." "Non vale, tu sei più forte di me." "Piccola, su non te la prendere quando diventerai più grande forse potrai battermi." lo bacio a stampo e lui si mette sul lato e proprio in questo momento entra mio padre "Ragazzi che combinate? Abbiamo sentito un po' di baccano quassù." "No papà. . ." "Non si preoccupi le stavo solo facendo il solletico e le stavo dimostrando chi è che porta i pantaloni." rido per la faccia da schiaffi che fa davanti a mio padre "Come volete basta che non vi fate male." e se ne va. Mio padre e gli altri hanno sempre un tempismo perfetto. Perchè sempre nei momenti più belli?

Lo so già che molte staranno pensando "Questa tizia non pubblica da un secolo per poi scrivere così poco?" e si poi partono le marce con i forconi o peggio. Scusate ma oltre i vari impegni ho anche una cosa che si chiama blocco dello scrittore. Quindi siate gentili e aspettate buona buone. Ringrazio tutte le 2000 persone che hanno letto la mia storia. Cercherò (ma non prometto niente) di pubblicare a breve. Se volete lasciatemi un commentino così per capire se vi piace come sta andando la storia. Detto ciò un saluto a tutte voi. A presto.

Mi sono innamorata di mio marito Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora