Capitolo 12

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«Come sarebbe a dire che non torni nemmeno questo fine settimana?» sbotta Derek furioso.

«Ho quell'esame da preparare e devo davvero passarlo.»

«È un mese che non torni.»

«Lo so, mi dispiace» sussurra.

E Derek sa che Stiles è sincero, ma la lontananza gli pesa davvero tanto, e l'arrivo della luna piena lo fa stare peggio. È nervoso e arrabbiato perché l'unica persona che potrebbe farlo stare meglio gli sta dicendo che non potrà tornare, ancora. «Posso-posso venire io domenica» propone sentendosi così patetico, come se stesse elemosinando la sua attenzione.

«Der, devo studiare, davvero. E con te non ci riuscirei.»

Derek sente lo stomaco chiudersi in una morsa dolorosa. Sapeva che sarebbe successo, ma lo ha marchiato lo stesso. Ed ora, essere respinto gli sta facendo male, talmente male da sentirlo fin dentro le ossa. «Magari devi studiare assieme a Mery» sbotta al limite della gelosia.

Si rende conto che sta diventando ridicolo, ma proprio non riesce a fermarsi. Il sospiro che arriva dall'altra parte del telefono non fa presagire niente di buono. «Non devi essere geloso di lei. È mia amica, niente di più.»

«Se fosse tua amica non tenterebbe di entrare nel tuo letto ad ogni occasione.»

«Io voglio solo te nel mio letto» ribatte.

Normalmente quelle parole lo avrebbero tranquillizzato, ma ora sembrano solo infastidirlo di più. «Non mi sembra» sbotta prima di riagganciare.

Corre nella riserva completamente trasformato per ore. Al suo ritorno trova almeno quindici chiamate di Stiles e altrettanti messaggi in cui lo prega di rispondere. Spegne il telefono ed esce di nuovo.

Le luci del campus sono tutte spente, ma Derek non ha difficoltà ad individuare la finestra della stanza di Stiles. Entra dalla finestra lasciata aperta, si toglie le scarpe e s'infila sotto le coperte, abbracciando Stiles e affondando il naso tra i suoi capelli.

«Mi dispiace» sussurra l'umano tirando su con il naso.

«No, è solo colpa mia, ho esagerato» ammette Derek.

Stiles si gira nell'abbraccio e affonda il viso nel petto del mannaro. «Sono un pessimo fidanzato, vero?»

«No, sono io ad essere egoista, ma ti amo così tanto che non so come gestire questa costante paura di perderti» confessa.

Il cuore di Stiles comincia a battere furiosamente, martellando i timpani sensibili di Derek. «Tu cosa?» domanda Stiles.

Derek lo guarda confuso. «Io cosa?»

«Cos'hai detto?»

«Che sono egoista»

«No, dopo.»

«Che ho paura di perderti?»

«Un po' prima?»

«Oh, che ti amo troppo?» prova ancora.

Stiles sgrana gli occhi. «E me lo dici così? Come se fosse una cosa normale?»

«Certo che è una cosa normale. Ti ho scelto come mio compagno e ti ho marchiato, non avrei mai potuto farlo se non ti amassi» risponde ovvio.

«Non me l'avevi mai detto» dice con occhi lucidi.

«Pensavo non ce ne fosse bisogno» sussurra sentendosi stupido per non averci pensato.

Stiles sorride. «Ti amo anch'io» dice per poi baciarlo piano.

E, in quel momento, Derek capisce la gioia che ha negato a Stiles non dicendogli quelle due parole tempo prima.

Il ragazzo si sistema sul petto di Derek mentre questi comincia ad accarezzargli i capelli pensieroso. «A cosa stai pensando?» sussurra infatti Stiles.

«Che pensavo di farcela a starti lontano, ma non è così.»

Sente il corpo di Stiles irrigidirsi ed emanare una sorta di timore. «E cosa vorresti fare?» chiede titubante.

«Tu pensi di tornare a Beacon Hills dopo il college?»

«Non lo so, ma non penso. Restando qui avrei più possibilità di trovare lavoro» confessa.

«Come pensavo.»

«Mi dispiace, avrei dovuto dirtelo.»

«No, va bene così. Almeno ora so di poter accettare la cattedra di insegnante di letteratura che mi hanno proposto qui» dice Derek.

Stiles sgrana gli occhi. «Quando pensavi di dirmelo?»

«Appena saresti tornato, volevo parlartene di persona.»

«Quindi, verrai a stare qui?»

«A settembre. E pensavo che, considerando che dovrò trovare una casa in cui stare, tu potresti lasciare il campus e abitare con me.»

Stiles non risponde, ma l'abbraccio soffocante, mischiato al profumo di felicità, fa capire a Derek che l'idea gli piace.



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«DEEEEREEEEK! L'ACQUA CALDA È FINITA DI NUOOOVOOO!» urla Stiles dal bagno.

Derek è ancora a letto, nudo e in uno stato di benessere post sesso. Non deve lavorare quella mattina, ma Stiles ha lezione, quindi aveva deciso di rimanere a letto.

«DEEEREEEEK! VA DALLA SIGNORA MULLEEEER!» urla ancora Stiles.

Derek si avvicina riluttante alla porta del bagno, senza preoccuparsi di rivestirsi. «Sono nudo, ho i capelli scompigliati e ho ancora il tuo seme sullo stomaco. Vuoi che vada lo stesso?» chiede ghignando. Odia la signora Muller, puzza sempre di cipolle e finisce sempre tutta l'acqua del palazzo. Sono un anno e due mesi che glielo dice.

«NON TI AZZARDARE! LA DOCCIA FREDDA È BELLISSIMA, MI SENTO PIÙ RASSODATO. AVRÒ IL CULO DURO!»

«Hai già un culo perfetto» dice il mannaro mentre Stiles esce avvolto nell'accappatoio.

«Sì, sì, non distrarmi per la terza volta stamattina, ho lezione!» dice cercando di afferrare i boxer, ma Derek lo blocca per un polso e lo fa sedere sul bordo del letto, inginocchiandosi tra le sue gambe e appoggiando le mani sulle sue cosce.

«Deeer! Non mi tentareeee!» piagnucola l'altro sbattendo i piedi nudi sul pavimento.

«Hai una mente a senso unico. Un senso unico a forma di pene» lo prende in giro, sorridendo.

Stiles gonfia le guance prima di rispondere a tono. «Certo! Sei in ginocchio tra le mie gambe e da lì riesci di sicuro a guardare sotto l'accappatoio, cosa dovrei pensare? Che mi stai chiedendo di sposarti? Mi hai convinto, accetto, fanculo il ritardo!» dice aprendo le gambe che, però, Derek forza a richiudere, inarcando un sopracciglio.

«Oddio e ora cos'hai? Non puoi farmi venire voglia e lasciarmi insoddisfatto, bastardo!»

Derek avvicina il volto al suo inguine, spostando una mano e appoggiandola sul pavimento, prendendo qualcosa da sotto il letto. Stiles si mette comodo sul bordo del materasso, appoggiandosi all'indietro sulle mani e chiudendo gli occhi, in attesa.

«Credo che per infilartelo su questo» dice Derek afferrando il membro già eretto del suo ragazzo, «avrei dovuto prenderlo più largo.»

Stiles spalanca gli occhi e Derek vede la realizzazione nel suo suardo. «TU... ODDIO... DAVVERO VOLEVI... ODDIO!» urla, piantando un piede al centro del petto di Derek e facendolo cadere all'indietro. Il lupo se lo trascina addosso, incurante della botta presa.

«Allora? Preferivi il pompino?»

Stiles affonda il viso nel suo collo, tirando un po' su col naso. «Chiedimelo per bene.»

«Cosa? Se preferisci il pompino?»

«Deeeereeek!» piagnucola l'altro guardandolo.

«Mi vuoi sposare, Stiles?»

Stiles lo bacia, con foga e con il sorriso sulle labbra. Lo bacia ovunque sulle guance, la fronte, poi si stacca e continua a sorridergli. «Quasi quasi lo faccio io a te ora!» esclama e Derek ride, ride di cuore.



Derek pensa di non essersi mai sentito più agitato di così, le mani gli tremano e non riesce nemmeno ad allacciarsi la cravatta. «Sei bellissimo» dice Cora entrando nella camera e sfilando la cravatta dalle dita instabili del fratello per poterla annodare.

«Credo di essere sul punto di avere un infarto» confessa.

«Non dire stupidaggini, andrà tutto bene.»

«E se non fosse così? E se qualcosa andasse storto?»

«Cosa potrebbe succedere?» domanda Cora.

«Se Stiles cambiasse idea e non si presentasse?»

«Derek, vivete insieme da quanto ormai? Tre anni? Perché dovrebbe cambiare idea?»

«Non lo so, io non so più niente» dice sedendosi e prendendosi la testa fra le mani.

Cora si inginocchia davanti al fratello e gli prende le mani tra le sue. «Andrà tutto bene. Sono sicura che Stiles non veda l'ora di diventare tuo marito, esattamente come te» lo rassicura.

Derek accenna un sorriso. «Andiamo?» gli chiede porgendogli il braccio.

Cora sorride e si avviano verso il parco allestito dietro i resti di villa Hale. Derek, inizialmente, non era molto convinto dell'idea di Stiles, ma l'umano aveva insistito e Lydia aveva fatto una vera e proprio maglia riuscendo a rendere quel posto tetro, gioioso e accogliente. Percorre la navata al fianco della sorella e si ferma sotto il semplice arco dove si svolgerà la cerimonia. Si ferma davanti all'officiante con il cuore che batte a mille, l'attenzione completamente focalizzata sul punto in cui dovrebbe comparire Stiles. I pochi ospiti presenti si alzano in piedi e, nel campo visivo di Derek, compare un John visibilmente commosso che accompagna uno Stiles agitato e sull'orlo delle lacrime. Derek lo guarda splendere nel suo completo lucido blu scuro, un po' sopra le righe ma perfetto per il suo ragazzino. I capelli sono sparati in tutte le direzioni, indomabili pure quel giorno, eppure Derek non ha mai visto niente di più bello. John lo abbraccia. «Sono così orgoglioso di voi, e lo sarebbe anche lei» gli sussurra in un orecchio prima di lasciargli la mano di Stiles che stringe forte e non lascia durante tutta la cerimonia, se non durante lo scambio degli anelli.

La cerimonia è semplice e Stiles non ha nemmeno voluto lo scambio di promesse: Derek avrebbe fatto uno sforzo per lui, ma Stiles ha rifiutato perché: «so che non ti piace esprimere i tuoi sentimenti in pubblico, perciò mi bastano le promesse che mi fai quando siamo soli» gli ha detto e Derek è sicuro di non poterlo amare più di così.

Il pranzo prosegue tra l'allegria generale e Derek non perde occasione di toccare Stiles con qualunque scusa. Gli piace il profumo di allegria che emana, non stona neppure quella punta di tristezza che traspare perché Derek sa perfettamente da cosa è causata. Hanno appena finito la portata principale quando la band che intrattiene gli ospiti annuncia la canzone degli sposi tra lo stupore di Stiles che non voleva neppure quella. Derek sorride prendendogli la mano e trascinandolo in mezzo alla pista. «Der ma cosa..?» chiede confuso.

Derek non risponde, stringendolo a se e cominciando ad ondeggiare inebriandosi dell'odore di suo marito. «Tutto bene?» gli domanda Stiles.

«Sono felice, e tu sei davvero bellissimo» sussurra Derek.

Stiles fa un sorriso ancora più grande e «tu sei sexy, decisamente sexy» dice malizioso.

«Ragazzino, siamo al ricevimento del nostro matrimonio, non possiamo dare scandalo.»

Stiles si stringe un po' di più, sfregando impercettibilmente il bacino contro quello di Derek. «Appunto, è il nostro giorno, è giusto passarlo festeggiando come meglio crediamo» gli soffia nell'orecchio.

«Non riuscirai a farmi cedere» risponde Derek, sicuro.


«Ti odio» ansima Derek a denti stretti mentre Stiles, piegato a novanta e con i pantaloni appena calati, si muove esperto sulla sua erezione.

«No-non è vero. Tu-tu mi ami. Specialmente quando sono così» ribatte Stiles puntando i suoi occhi di fuoco sullo specchio posto davanti alla poltrona dove è inginocchiato.

Derek gli afferra i fianchi e comincia ad andare incontro ai movimenti di Stiles. Ama quando è il ragazzo a prendere l'iniziativa e prendere il comando del gioco, ma è davvero troppo eccitato per fare le cose con calma. «In realtà» mormora Derek piegandosi su Stiles e mordendogli un lobo, «Ti amo anche quando sei bisognoso e supplicante sotto di me» dice affondando con più forza.

«Der, ti prego.»

Derek ruota il bacino e colpisce la prostata di Stiles che boccheggia aggrappandosi alla poltrona. Il mannaro lo sente vicinissimo, per questo aumenta il ritmo e gli afferra la base del membro per impedirgli di venire mentre si riversa dentro l'antro caldo del marito. «Der...» piagnucola Stiles.

Derek appoggia la fronte sulla spalla di Stiles, riprendendo fiato. «Non voglio che ti sporchi» spiega sistemandosi il vestito e inginocchiandosi davanti all'umano.

Gli occhi di Stiles si scuriscono ancora di più. Derek Gli lecca tutta la lunghezza e gli succhia i testicoli gonfi prima di inglobarlo completamente.

«Per quanto mi piaccia sentirti dentro di me, muoverti forte e farmi tuo» ansima, «adoro scoparmi la tua bocca ca-calda.»

Le mani di Stiles gli tirano i capelli mentre invoca il suo nome come una continua litania. Derek succhia incavando le guance sentendolo al limite. «O-ottima idea que-quella di non farmi sporca-sporcare!»

Stiles urla un'ultima volta il suo nome e si libera tra le sue labbra. Trema ancora per gli spasmi dell'orgasmo qua do Derek lo prende tra le braccia, mentre scivola sul pavimento e lo bacia. «Ti amo, Sourwolf» biascica.

«Anch'io, ma ora dobbiamo ricomporci per il taglio della torta.»

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«Sono in ritardo? Figliolo, dov'è Stiles?» urla lo sceriffo entrando nella camera di ospedale. Derek gli va in contro, dandogli una pacca su una spalla e indicandogli suo marito seduto su una poltrona con un mano un fagotto rosa.

«Ehi, vecchio, vieni a conoscere tua nipote. È nata poco fa, non sei in ritardo!»

Derek si avvicina a sua volta, sedendosi sul bracciolo della poltrona, circondando le braccia di Stiles e guardando la loro bambina che stringe tra le braccia.

«È- è bellissima! La mamma sta bene?»

«Mh. Catherine sta meglio di Stiles, lui è svenuto» lo prende in giro Derek.

«Tu hai pianto, Sourwolf!»

Lo sceriffo non gli dà retta, ma si allunga a prendere la bambina tra le braccia e si siede sulla poltrona di fronte a suo figlio. La bimba agita le mani mentre lui le sfiora le dita. «Ciao, io sono il nonno. Tu sei?» chiede guardando i due genitori.

Stiles guarda Derek che lui si abbassa a dargli un bacio tra i capelli mentre lui si rivolge a suo padre. «Claudia Hale-Stilisnki.»

Lo sceriffo si lascia scappare qualche lacrima sorridendo. «Sarebbe fiera di voi e di cosa siete diventati, mi diceva sempre che vedeva tanto amore nei vostri occhi e non aveva torto.»

Appena finisce di parlare e Derek ingoia una lacrima, la porta si apre e Scott, Kira e la loro bambina, Isaac che sorregge una Cora all'ottavo mese e Lydia seguita da Jackson sommerso da palloncini e pacchetti entrano nella stanza. Derek sente solo felicità, pura e semplice. Suo suocero gli passa quel fagotto fragile e gi dà una leggera pacca su una spalla. Tutto è perfetto.

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«Tao!»

Derek lascia andare la mano di sua figlia che corre verso la sua meta e la segue con Stiles. Le si mettono di fianco mentre lei è abbassata a sfiorare una foto di una donna che sorride, immortalata in un pomeriggio estivo.

«Brava, tesoro, saluta la nonna.» Stiles si appoggia alla sua spalla e Derek gli cinge un fianco, avvicinandoselo di più, per poi abbassarsi per posare i girasoli nel piccolo vado di fianco all'immagine di Claudia.

«Papi, papi! Quando antiamo a cata mi dici ancola di come nonna Caudia vi ha fatti fitanzare?» chiede la bimba di due anni a suo marito.

«Certo» le risponde Stiles, «lei sarebbe felice di vedermi raccontarti quella storia, vero, Der?»

Derek annuisce. Sì, Claudia sarebbe davvero contenta di vedere come si sono costruiti la loro felicità.

Quando si allontanano dal cimitero, con la loro bimba che stringe le mani ad entrambi, Derek si sporge a baciare Stiles sulla tempia.



Note di Blu.
Non ho mai scritto nulla di più triste e credo che non lo farò più. Non prometto, ma cercherò di non farlo. Questa storia si è scritta in pochissimi giorni, nonostante il tema e le lacrime, quando Pampu mi ha detto che eravamo a cinquanta pagine, non ci credevo.
Comunque, volevo dire solo una cosa. Non ho mai sofferto così tanto per la scrittura di una scena come quando Pampu mi ha detto "La scrivi tu" riferendosi alla morte di Claudia. Non pensavo mi avrebbe toccata così tanto, ma a quanto pare si sono fatte sentire esperienze passate. Spero di essere stata delicata, spero che lo siamo state entrambe e che non abbiamo urtato la sensibilità di nessuno.
Grazie per aver letto, come sempre.



Note di pampu.
Non so davvero cosa scrivere, a dire il vero non so nemmeno di preciso come siamo finite a scrivere una cosa del genere da un'idea che doveva essere "Derek e Stiles devono fingere di stare assieme". E subito ho pensato che probabilmente, l'unico motivo per cui Derek avrebbe potuto accettare una situazione del genere, sarebbe stato per Claudia.
Mi dispiace aver scaricato la scena della sua morte a blu ma io non sono proprio brava con queste cose... però ti lovvo sempre e comunque, anche quando mi maltratti... <3
Grazie a tutti quelli che hanno letto e condiviso questa sofferenza con noi. Spero che con questo ultimo capitolo siamo riuscite a farci perdonare!

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