Capitolo 7

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Derek si sveglia solo nel letto. Ancora una volta i suoi sensi lupeschi sembrano non aver funzionato. Scende le scale e trova Stiles indaffarato ai fornelli mentre Claudia lo osserva pensierosa. Derek si avvicina a Stiles, gli appoggia una mano sul fianco e gli lascia un bacio sulla testa. «Buongiorno» dice ridacchiando quando il ragazzo sobbalza e rovescia un po' di composto per fare i pancake.

«Mi hai spaventato» sussurra arrossendo ed emanando chiaramente imbarazzo.

Stiles e Claudia disegnano le faccine sui pancake con lo sciroppo d'acero, Derek riesce a sorridere senza prenderli in giro, ma solo perché ne ha voglia.



Passano tre giorni prima che i due si rivedano; Stiles non gli ha mandato nemmeno un messaggio e Derek ha deciso di lasciargli i suoi spazi. In fondo nemmeno lui sa bene cosa sia successo quella notte, ma sa che non se ne è pentito. Se Stiles ha bisogno di non sentirlo, va bene così. È martedì quando, però gli arriva un sms di Scott.

(Ore 12:03) Ehi, Derek, ti ricordi di Kira? Avevi ragione, è una kitsune, ma non è questo il punto. Volevo invitarla a conoscere il branco, ti va se lo facciamo al loft? Lei è entusiasta. SM

L'Alpha accetta, raccomandandosi di non invitare altre persone e trasformare l'incontro in una festa, ma Scott gli assicura che sarà una cosa tranquilla.

I primi ad arrivare sono i suoi beta, Isaac e Jackson che prendono posto sul divano dopo aver aperto i mobili per cercare snack da mangiare. Dopo di loro compare Lydia, che si siede al tavolo annunciando di dover finire qualcosa per la scuola; gli ultimi ad arrivare sono Scott, Kira e Stiles. Dopo il momento iniziale di frenesia per le presentazioni, Derek concentra la sua attenzione su Stiles. Il ragazzo l'ha salutato con un cenno della testa intriso di imbarazzo, per poi distogliere lo sguardo dal suo quando Derek lo beccava a fissarlo. Dopo che Lydia ha chiesto a Kira ogni informazione sulle kitsuni, tutti prendono posto per guardare il film che proprio la ragazza ha portato. Lydia si siede di fianco alla nuova arrivata sul divano, affiancate da Scott; Jackson e Isaac si accontentano del tappeto, il primo appoggiato con la schiena alle gambe della ragazza biondo fragola. Derek si siede sulla poltrona che, in modo ormai naturale, tutti gli lasciano libera, come se fosse solo sua, ma, con la coda dell'occhio vede Stiles in piedi alla sua sinistra, come se non sapesse dove sedersi. Il gesto gli viene in modo del tutto naturale: gli afferra un polso e se lo trascina praticamente addosso, lasciando che, dopo lo stupore iniziale, sia il ragazzo a mettersi comodo seduto tra le sue gambe e appoggiato al suo petto.

Un paio di colpi di tosse imbarazzati dopo (da parte di Isaac soprattutto), Lydia ordina di premere play e il film comincia.

Derek lo segue poco, perché ha tutti i sensi concentrati sul calore che sente contro il proprio corpo e i capelli che sta accarezzando piano. Sì, perché ha alzato una mano e ha iniziato a lasciare leggeri tocchi sulla nuca di Stiles, intrecciando le dita tra i suoi capelli corti. Il ragazzo è rilassato, anche se il suo cuore continua ad essere frenetico, e, quando il film finisce, è totalmente avvinghiato a Derek con le braccia intorno al suo collo, le gambe sulle sue e sul bracciolo della poltrona e la testa contro il suo petto.

Quando finiscono anche i titoli di coda è Jackson a parlare. «No, okay, mi arrendo. Qualcuno mi spieghi cosa sta succedendo a quei due!» sbotta indicando Stiles e Derek.

L'Alpha fa brillare gli occhi in un avvertimento, ma è Lydia a rispondere. «Jackie, succede quello che doveva succedere da almeno un anno, lasciali stare!»

Oltre all'irritazione del suo beta alla risposta della banshee, Derek, però, sente la rabbia di Scott e si azzarda a guardarlo. Il ragazzo lo sta fissando a sua volta, con sguardo furioso, ma, a quanto pare, Derek non è l'unico ad essersene accorto. «Scottie, quando capirò, ti spiegherò. Sto bene» mormora Stiles, senza spostarsi.

La conversazione sembra essere finita lì e ognuno comincia a parlare di qualcosa. Lydia e Jackson vanno via; Isaac si avvicina a Kira e Scott sul divano, raccontando qualcosa sulla Francia; Derek sposta la mano dalla nuca alla schiena di Stiles, in un gesto che lo calma. «Dovrei alzarmi, mh?» chiede il ragazzo, ma Derek fa spallucce, lasciando a lui la scelta. Quella posizione è piacevole, gli va bene così, ma l'allarme del loft improvviso, fa scattare i tre lupi in posizione di difesa. Derek si alza, mettendosi di fronte a Stiles che è sul pavimento, sfoderando gli artigli; Isaac si alza di scatto, ma Scott si mette davanti a lui e a Kira, ringhiando.

Una risata squillante invade il loft mentre il portellone si apre e Derek rilassa la sua posa. «Oddio, fratellone, questa è l'accoglienza che si riserva ad una sorella?» chiede Cora ridendo ed entrando reggendo una grande valigia rossa.

Derek lancia uno sguardo ammonitore a sua sorella che gli fa solo un occhiolino, e si abbassa a controllare Stiles che è ancora seduto sul pavimento. «Ti sei fatto male?»

«Co- Ah, no, no, ho la testa dura» risponde, per poi avvicinarsi a Cora, «ehi, piccola Hale! Come stai?» le chiede abbracciandola.

Cora ricambia la stretta, ma rivolge lo sguardo a Derek allargando le narici e annusando Stiles. Derek le lancia un altro sguardo, poi si avvicina e le passa una mano tra i capelli mentre lei si stacca dall'umano.

«Come mai questa improvvisata?»

«Mi mancava il mio fratellino! E anche tutti voi.»

A Derek non sfugge l'occhiata che lancia a Isaac, ma Kira lo distrae. «Ciao! Io sono Kira! Sono una kitsune. Potevo dirlo, vero? Lei sa-»

«Cora è un lupo, tranquilla» la interrompe Scott.

La nuova arrivata si lascia cadere sul divano, con un'espressione stanca che fa raddrizzare la schiena ad Isaac che si rivolge a Scott. «Perché non andiamo? È quasi mezzanotte, mi sento stanco, domani mi devo svegli-»

«Sì, andiamo» lo interrompe Scott, «Stiles, vieni con noi?»

L'umano tentenna un po', poi annuisce e si avvia verso la vetrata per afferrare il suo zaino sul tavolo. Derek lo segue fino ad affiancarglisi.
«Puoi restare, se vuoi. È tardi...»

Stiles si blocca, guardandolo negli occhi, poi riabbassa lo sguardo. «Sono capace di tornare a casa, Sourwolf.»

Derek sente una nota acida in quelle parole, per questo si azzarda ad appoggiare una mano sul suo fianco, per farlo girare verso di sé. «Stai bene?» chiede.

Stiles annuisce, anche se sa di bugia, e raggiunge Scott all'ingresso, dopo aver abbracciato ancora Cora. Cora che, quando il portellone si chiude, fa segno a Derek di raggiungerla e di sedersi. «Allora? Cosa succede? Non doveva essere finzione? Stiles odora di te come se ti stesse appiccicato giorno e notte.»

Derek si passa una mano tra i capelli. «Non lo so. Era finzione, ma... ci siamo baciati.»

«Per finta?»

«No, eravamo da soli e l'ho baciato.»

«Quindi ti piace?»

«No. Cioè, non lo so. Ma... è strano, Cora, il suo odore, la sua casa, mi attirano.»

Sua sorella gli sfiora appena un braccio, prima di parlare piano. «Non è che ti stai affezionando a lui solo per la condizione di sua mamma e perché non eri in una... vera famiglia da tanto?»

Derek si appoggia al suo tocco, lasciando che lei prenda ad accarezzargli i capelli. «Non lo so» risponde ancora, «so solo che voglio proteggerlo.»

Cora tace per qualche secondo, poi Derek si ricorda del discorso avuto con Claudia. «Conosco Stiles da quando era un neonato» dice, sentendo lo stupore di sua sorella. «Me l'ha detto sua mamma. Dice che conosceva mamma e che... che sa anche cosa siamo, ma a quei tempi non riuscivo a controllarmi con Stiles, ha detto che avevo un atteggiamento troppo protettivo, perché lo vedevo piccolo e indifeso, e qualche volta ho rischiato di fargli del male.»

«Ed eri troppo piccolo per ricordartelo? Però il tuo lupo dovrebbe aver riconosciuto un odore familiare dalla prima volta che l'hai visto.»

«Penso... credo che mamma abbia alterato i miei ricordi, cancellandolo dalla mente in qualche modo.»

Cora riprende ad accarezzargli i capelli, pensierosa. «Pensi sia per questo che ora vuoi proteggerlo? Per lo stesso motivo? O credi ci sia altro?»

«Non lo so. L'unica cosa che so è che noi lupi difendiamo i deboli e i membri del nostro branco e, per me, Stiles è entrambe le cose.»

«Solo quello?»

Derek non risponde, rimuginando su quell'ultima domanda. Non sa cos'è Stiles per lui, ma sa che al momento vorrebbe essere con lui, perché la distanza gli sta facendo male.



Sono le due e quattro minuti quando Derek si alza dal proprio letto afferrando le chiavi della Camaro e lasciando un biglietto a Cora per la mattina seguente. Sono andato da Stiles.

Arriva a casa Stilinski in meno di dieci minuti e si arrampica alla finestra del ragazzo, trovandola aperta. Stiles è sotto un leggero lenzuolo. Dorme a gambe e braccia spalancate e mormora qualcosa che anche per l'udito di Derek è incomprensibile. Il lupo si sfila piano le scarpe, cercando di non svegliarlo e cerca di sdraiarsi spostando i suoi arti lentamente. Stiles si rigira dandogli le spalle, non sembra essersi svegliato, e Derek lo abbraccia da dietro, affondando il naso tra i suoi capelli spettinati.

«Domani mattina parliamo e mi dici perché sei qui?»

Derek sussulta, non si era accorto di averlo svegliato. Stringe un po' di più la presa, annuendo contro la sua nuca.

«Pensavo avessi finto con gli altri e non capivo. Ma ora sei davvero qui? Non sto sognando?»

«Sono qui, Stiles. Dormi.»



Un urlo. Un urlo di John Stilinski fa scattare Derek e gli fa illuminare gli occhi di rosso mentre, seguito da Stiles, raggiunge la camera da letto. Lo sceriffo gli lancia il cellulare gridando: «Chiama un'ambulanza!», mentre Stiles si avvicina a sua madre, ancora sdraiata che sembra contorcersi dal dolore, tenendosi lo stomaco.

Derek fa partire la chiamata, mentre osserva quella scena, come se fosse estraniato dalla situazione, ma, dopo aver riattaccato, si avvicina a Stiles circondandolo da dietro e afferrando le mani di Claudia insieme a lui. Comincia a portarle via il dolore, più che può, i medici arriveranno tra quattro minuti. Claudia cerca di staccarsi dalla presa, ma Derek la guarda, sa di avere gli occhi rossi, perché Stiles lo sta fissando. «Lei sa» mormora, sentendo anche le zanne crescere, data la forte quantità di dolore che sta provando, ma non ha paura di perdere il controllo. Avere anche Stiles tra le proprie braccia lo sta aiutando a non far del male a nessuno, ne sta facendo solo a se stesso.

Quando arrivano i soccorsi, John sale insieme a sua moglie, mentre Derek, anche se barcollante, afferra Stiles e lo fa sedere nella propria auto per raggiungere l'ospedale. Ha la vista appannata, non sa se per lo sforzo o per le lacrime, ma non gli interessa, sa solo che Stiles sta tremando e sta trattenendo i singhiozzi.

Appena si ferma all'ospedale, il ragazzo scende dall'auto di corsa mentre Derek sta ancora chiudendo le portiere; lo trova in una sala d'attesa insieme a suo padre e la mamma di Scott.

Derek sente solo «È viva, ha avuto un'emorragia e stanno cercando di capire da dove venga. Aspettate qui.»

Stiles si accascia su una sedia di fianco a suo padre. Entrambi hanno lo sguardo quasi vitreo e le guance rigate dalle lacrime. Derek non sa cosa fare, non è capace di fare certe cose, ma quello è Stiles e sa che può essere se stesso con lui, quindi gli si avvicina, si inginocchia tra i suoi piedi, di fronte a lui, e gli appoggia le mani sul viso. Non parla, ma lascia che i suoi occhi rossi calamitano l'attenzione di Stiles su di loro. Non sa nemmeno perché l'ha fatto, ma sembra funzionare e il ragazzo ricomincia a respirare dalla bocca, lasciando che il suo respiro si infranga sul volto di Derek. Stiles sembra essersi calmato e appoggia la fronte sulla sua spalla. «Grazie» sussurra.

Derek resta in quella scomoda posizione per un tempo indefinito, probabilmente ore. Gli fanno male le ginocchia, e anche la schiena gli manda scariche di dolore, ma Stiles sembra più tranquillo e Derek non ha il coraggio di spostarlo. Il medico esce dalla sala operatorie e John si alza correndo verso di lui. Stiles guarda la scena, e Derek sente la sua indecisione. «Dovresti andare anche tu» gli suggerisce.

«Credo che non mi piacerà quello che avrà da dire» sussurra.

«Lo so, ma devi farlo. Non può lasciare tuo padre da solo.»

Stiles annuisce prima di alzarsi. «Tu mi aspetti qui?» chiede pieno di speranza.

Derek gli prende una mano e gli bacia il polso. «Non vado da nessuna parte.»

Il ragazzo fa un piccolo sorriso prima di raggiungere suo padre che gli passa una mano attorno alle spalle mentre ascoltano con attenzione le parole del medico. Anche Derek riesce a sentirle e gli si blocca il respiro io gola. Il dottore gli spiega che, nonostante siano riusciti a bloccare l'emorragia e a stabilizzare le sue condizioni, Claudia è ormai giunta al limite e, arrivata a quel punto, può solo peggiorare fino al giorno della sua scomparsa. Derek vede le spalle di Stiles essere scosse da singhiozzi mentre John chiede al medico quando possono portarla a casa. Il dottore suggerisce di lasciarla in ospedale, ma l'uomo si rifiuta: non lascerà che sua moglie passi i suoi ultimi giorni lontana da casa, riusciranno a cavarsela e trovare il modo per assisterla. Il medico, allora, dice che dovrà rimanere in ospedale alcuni giorni e poi firmerà le carte per le sue dimissioni. Lo sceriffo gli chiede se può vederla e lui gli risponde che può entrare una sola persona. Stiles gli passa una mano sul braccio prima di tornare a sedersi accanto a Derek. Sa che il mannaro ha sentito tutto, per questo non dice niente, ma si limita ad appoggiarsi a lui. Derek si accorge che il suo respiro sta accelerando perciò: «andiamo a fare un giro» gli dice prendendolo per mano e trascinandolo, seguendo le indicazioni per la terrazza. Escono all'aria aperta e Derek lo abbraccia. «Respira lentamente» gli sussurra all'orecchio.

Stiles comincia a piangere silenziosamente, aggrappato alla maglia di Derek. «Come posso? Come farò quando lei...»

Derek non sa proprio come rispondergli, per questo si limita a stringerlo ancora più forte.

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