Capitolo 8

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I giorni che Claudia passa in ospedale, Derek li passa con Cora. Gli dispiace non poter stare vicino alla donna, ma i medici sono stato chiari: può vedere solo due persone e al mannaro sembra giusto che Stiles e John abbiano la precedenza. In realtà, Stiles si è anche offerto di cedergli il suo turno, ma Derek ha rifiutato perché gli sembrava come di portargli via parte del poco tempo che gli era rimasto da passare con Claudia.

Di notte, però, sgattaiola in camera di Stiles e si infila nel suo letto. Stiles si lascia stringere e gli racconta di com'è stata la giornata e poi dormono assieme. Non hanno più parlato di quella sera.



(Ore 19:24) Puoi venire prima stasera è passare dalla porta? SS

(Ore 19:27) È successo qualcosa? DH

(Ore 19:28) No, ma papà vuole chiederti un favore. Io mi sono opposto perché ti ho già chiesto tanto ma lui insiste. Però davvero, non sei costretto ad accettare. SS

(Ore 19:30) Stiles, respira. Riesco a sentire attraverso il messaggio che stai iperventilando. Non ti preoccupare, lo so che non sono obbligato a fare nulla. DH

(Ore 19:31) Grazie. SS

(Ore 19:33) Smettila di ripeterlo. A che ora devo essere lì? DH

(Ore 19:35) Se riesci ad essere qui tra mezz'ora, prendiamo la pizza. SS

(Ore 19:36) Lo sceriffo ha detto addio alla dieta? DH

(Ore 19:38) Solo per stasera. SS

(Ore 19:40) Porto Cora in stazione e arrivo. DH

(Ore 19:42) Se ne va di già? SS

(Ore 19:45) Deve tornare a scuola. DH

(Ore 19:46) Salutala e dille che mi dispiace di non aver potuto passare del tempo con lei. SS

(Ore 19:48) Ricambia e dice di non preoccuparti che tornerà presto. Ci vediamo dopo. DH

«Dovresti guardare dove vai e non messaggiare con Stiles» lo rimprovera Cora.

«Hai ragione, scusa» risponde Derek appoggiando il telefono sul cruscotto.

«Sei preoccupato.»

«John deve chiedermi una cosa, ma Stiles non è d'accordo» spiega Derek.

«Credi che centri il tuo essere mannaro?»

«No, non credo. E poi lo farei comunque» risponde Derek capendo esattamente a cosa Cora sta alludendo.

«Derek» sussurra Cora appoggiandogli una mano sul braccio, «sei consapevole che ne uscirai distrutto?»

Derek sospira. «Sì, ma ormai ci sono dentro e non ho intenzione di tirarmi indietro. Voglio bene a Claudia» confessa.

«Ti ricorda mamma, vero?» chiede dolcemente.

Derek non risponde, ma stringe più forte il volante. «Sarà come vederla morire una seconda volta» continua la ragazza.

«Pensi che non lo sappia?» sbotta Derek alzando la voce.

Cora sussulta. «Sono solo preoccupata per te. Quando succederà Stiles sarà distrutto, ma lo sarai anche tu. Cosa succederà allora?»

«Io... non lo so» ammette.

Ferma l'auto davanti alla stazione e Cora lo abbraccia. «Farò il possibile per allora, ma tu promettimi che ti farai aiutare dai tuoi beta.»

«Sono così inesperti, cosa potrebbero fare?»

«Non lo so, ma sono intelligenti, qualcosa troveranno.»

«È Stiles quello intelligente» la corregge Derek.

«Il mio fratellino si sta innamorando» lo prende in giro Cora.

«La mia sorellina assomiglia sempre di più a Peter, ed è inquietante.»

Cora borbotta qualcosa in protesta prima di dare un bacio a Derek e scendere dalla macchina.



Parcheggia la macchina al fianco di quella dello sceriffo e prende un profondo respiro prima di suonare la porta. Gli apre Stiles che lo saluta con un piccolo sorriso e lo fa entrare. Derek lo sorpassa e gli accarezza i capelli prima di raggiungere la cucina dove li aspetta un agitato John che saluta il giovane uomo con una pacca sulla spalla. Mangiano con in sottofondo una partita che, però, nessuno dei tre sta realmente seguendo e, mentre Stiles comincia a sparecchiare, la postura di John si fa rigida. Derek gli rivolge immediatamente l'attenzione e gli fa un leggero cenno per parlare. L'uomo comincia. «So che hai già fatto molto per noi, ma avrei un ultimo grosso favore da chiederti.»

«Dimmi pure.»

«Vorremmo che Claudia possa passare questo ultimo... periodo in casa sua, ma...» la voce dell'uomo si spezza.

«Ha bisogno che qualcuno resti sempre con lei» continua Stiles per lui. «Io sono già al limite delle assenze e papà, per quanto può gestire più o meno i turni, non può evitare sempre la mattina. Io sarei anche disposto a ripetere l'anno, ma papà non vuole.»

«Ha ragione» dice Derek. «Ormai ti manca davvero poco per finire il liceo. Sarebbe un peccato perderlo. Posso stare io con lei quelle mattina. E posso anche farti compagnia durante le notti in cui John lavora» propone.

«Come se non passassi già le notti con mio figlio» borbotta John facendo arrossire entrambi.

«Papà!» lo richiama Stiles. «Davvero te la sentiresti?» chiede poi rivolto a Derek.

«Se non me la sentissi, non mi sarei proposto. Quando torna a casa?»

«Dopo domani» dice John alzandosi da tavola. «Io adesso vado a lavoro. Se domani mattina sei ancora qua, porto a casa i turni così possiamo accordarci.»

«Ci sarò.»

«Mi raccomando, usate le protezioni.»

«PAPÀ» urla ancora Stiles paonazzo.

Appena lo sceriffo esce dalla porta di casa, Derek prende il cellulare e manda un messaggio nel gruppo pack, approfittando del fatto che Stiles è in bagno.

(Ore 20:45) Non m'importa come vi organizzate. Tra quindici minuti vi voglio tutti a casa di Stiles. DH

Non sa esattamente il motivo che lo ha spinto a inviare quelle parole, ha semplicemente pensato che, passare la serata assieme ai suoi amici, potesse aiutare Stiles a non pensare a ciò che comincerà di lì a un paio di giorni. In realtà non sa nemmeno se i ragazzi si presenteranno: dopotutto non gli ha dato tanto preavviso, magari hanno anche già altri impegni. Per questo sobbalza quando suona il campanello. Stiles si precipita ad aprire, sorprendendosi di trovare Scott, Isaac e Kira, per poi abbracciarli con un grande sorriso in volto. Cinque minuti dopo arrivano anche Jackson e Lydia con una busta contenente dvd di tutti i generi. Stiles saluta anche loro e poi si gira verso Derek con sguardo riconoscente. «Al padrone di casa l'onore di scegliere il film» dice Lydia passandogli la pila di dvd.

«Ammettilo che fai scegliere lui solo perché sei sicura che opterà per qualcosa di melenso che piace solo a voi due» si lamenta Jackson.

La rossa gli fa una linguaccia, ma Stiles si intromette. «Mi dispiace deluderti, ma stasera ho voglia di guardare qualcosa di leggero. Scelgo I Mercenari» dice il ragazzo inserendo il disco nel lettore tra le proteste generali.

«C'è almeno qualcosa da sgranocchiare?» chiede Scott.

Stiles fa per dirigersi verso la cucina, ma Derek lo ferma. «Ci penso io» sussurra accarezzandogli il polso che gli aveva afferrato.

Stiles si rimette seduto e lui va in cucina e apre le varie ante alla ricerca di qualche snack. Sobbalza quando Isaac gli compare alle spalle. «Mi hai spaventato» ammette.

Isaac lo guarda, indeciso se parlare o meno. «Parla» lo incita.

«Io lo sento.»

«Cosa?» domanda Derek confuso.

«Tutti sono concentrati su Stiles e le sue emozioni, ma non sulle tue. O forse non se ne accorgono perché sono simili» spiega il ragazzo sorprendendo Derek che, però, non ha voglia di parlarne. Così «cosa mi dici di te e Cora?» gli chiede prendendolo alla sprovvista e facendolo arrossire.

«Io... noi... ci sentiamo qualche volta» balbetta Isaac.

Derek gli appoggia una mano sulla spalla. «Mi sta bene, davvero» gli dice stringendo appena la presa, in un gesto che nasconde molto di più.

Isaac sorride e, insieme, tornano in salotto trovando tutti sistemati e il film già cominciati. Isaac si siede al fianco di Scott mentre Derek cerca un posto dove mettersi. Stiles gli prende un polso e si sposta in avanti sulla poltrona, permettendogli di infilarsi nello spazio tra il ragazzo e lo schienale. Una volta sistemato, una mano cinge la vita di Stiles, portandoselo più vicino, mentre l'altra si intreccia con quella dell'umano che ricambia la presa, giocherellando con le dita. Sente il respiro di Stiles farsi più lento e pesante verso metà film, segno che si è addormentato. I ragazzi aspettano la fine prima di andarsene, senza però svegliare il padrone di casa che dorme tranquillamente tra le braccia di Derek. Solo Scott insiste per accompagnarlo a letto e restare con lui, ma Isaac e Kira riescono a trascinarlo fuori. Quando il silenzio ritorna, Derek solleva Stiles e lo porta in camera. Lo adagia delicatamente sul letto, lo infila sotto le coperte e gli si stende vicino, abbracciandolo come ogni notte. «Der...» sussurra Stiles.

«Va tutto bene, dormi.»

«Non ne abbiamo più parlato.»

«Cosa vuoi sapere?» domanda consapevole che non sarebbe tornato a dormire senza prima aver saputo ciò che voleva.

«Perché lo stai facendo?»

«Non ho una risposta precisa. Diciamo che mi va e no, non sto fingendo.»

Stiles sorride appena, si sporge verso Derek e gli lascia un bacio sulle labbra, solo un leggero tocco che però fa accelerare i battiti del mannaro. Stiles si sistema meglio tra le braccia di Derek per poi addormentarsi.



Claudia è tornata a casa da tre giorni quando è il turno di Derek di passare la mattina con lei. Anche quella notte ha dormito con Stiles, come ormai succede ogni volta, quando, al posto di accompagnare il ragazzo a scuola, saluta sia lui che John per poi leggere il foglio con sopra le indicazioni sugli orari e i medicinali che Claudia deve prendere. Dieci minuti dopo Claudia scende in cucina. «Oggi sei tu il mio carceriere?» chiede la donna senza però mostrarsi realmente infastidita.

«Ti dispiace che ci sia io?»

«Proprio per niente. Me la ricordi tanto, sai?» dice quasi persa nei suoi pensieri.

Derek le porge le pastiglie assieme ad un bicchiere di succo alla pesca e aspetta che le mandi giù prima di fare la sua domanda. «Come ti senti?»

«Bene, ma mi piacerebbe uscire un po'» ammette.

«Possiamo sederci sulla veranda» propone.

Claudia arriccia il naso. «Avrei preferito andare al parco» si lamenta.

«Devi ancora rimetterti. Però, la prossima volta, ti prometto che, se starai meglio, cercherò di trovare il modo di portartici.»

«Sarà difficile che stia meglio» dice cercando di nascondere una nota di tristezza che fa stringere lo stomaco a Derek.

«Mi racconti qualcosa di lei?» si trova a chiedere.

Claudia lo guarda sorpreso. «Sicuro?»

«Io... sì» mormora Derek imbarazzato. «Sono passati anni dalla sua morte e comincio a rendermi conto che, a volte, faccio fatica a ricordarmela» confessa.

«Fin da quando eri piccolo, sei stato un bambino timido e silenzioso. Quando andavamo al parco, giocavi solo con Laura e ringhiavi a tutti i bambini che volevano giocare con voi» racconta la donna. «Poi è cambiato qualcosa.»

«Cosa?» domanda curioso.

«È nato Stiles. E da allora hai lasciato che Laura giocasse con gli altri perché la tua attenzione era totalmente concentrata su di lui.»

«Davvero?»

«La prima volta che lo hai visto, lui ha pianto e tu gli hai ringhiato contro» rimembra con un sorriso.

«Immagino abbia pianto ancora più forte.»

«Invece no, ha smesso e ti guardava con i suoi grandi occhi: sembrava attratto da te. Ed è sempre stato così. Talia continuava a dire che, secondo lei, Stiles ha imparato a gattonare solo per poterti seguire. E più tu ringhiavi e più lui rideva e ti stava incollato.»

«Ero davvero così insopportabile?»

«No, eri adorabile» ridacchia scompigliandogli i capelli in un gesto che Derek potrebbe definire solo materno.

«Ma se lo maltrattavo.»

«Era comprensibile. Tu eri quasi un ragazzino, mentre Stiles era un bambino impegnativo. Però, se qualcuno osava fargli qualche dispetto, tu intervenivi e lo difendevi.»

«Come se fosse parte del mio branco.»

«Esattamente» dice Claudia per poi scoppiare a ridere. «Per il suo primo compleanno, Talia gli ha regalato un girello. Stiles era felicissimo di poter scorrazzare per casa senza farsi male contro i mobili. Peccato che sembrasse prediligere le tue gambe. Voleva prendere i tuoi pantaloni e sbatteva con forza contro di te quasi come volesse passare oltre per poterti toccare. Eri esasperato» ride la donna.

«Mi chiedo come mai non gli ho staccato la gola con i denti.»

«Perché quando combinava qualcosa, poi ti guardava con i suoi occhioni da cucciolo e tu sbuffavi e poi gli scompigliavi i capelli. Ti ho anche visto sorridere qualche volta» confessa Claudia.

Passano la mattinata così, tra vari racconti di fatti che ora non ricorda più, e quasi gli dispiace quando John torna da lavoro e lui ritorna a casa.


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