12° CAPITOLO

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12° CAPITOLO

Mi sentivo osservata e così aprii gli occhi, mi ritornó in mente tutto l'accaduto della sera prima e un sorriso comparve sul mio viso.

-sei bella quando sorridi- mi voltai verso quella voce e vidi l'azzurro di quei due occhi in cui annegavo ogni volta, arrossii, ma poi mi venne in mente un dubbio

-Gabriel... -

-si?-

-emm... Ricordi qualcosa di ieri?-    

-vuoi la verità?-

-solo la verità!-

-no, non ricordo nulla-

Il mio sorriso svanì lasciando il posto alla malinconia e mi sfuggì un sospiro di rassegnazione.

-forse ora è meglio che me ne vada-mi alzai dal letto, sistemai i capelli in una coda disordinata e mi diressi verso la porta; volevo solamente uscire di lì e provare a dimenticare quelle parole a cui ho voluto credere anche se non dovevo.

-no, aspetta! Cosa è successo ieri?  Perché improvvisamente vuoi andartene via?- il suo sguardo era davvero triste

-forse è meglio che non ricordi, così puoi evitare di pentirti delle tue stesse parole-

-quali parole? Cazzo spiegami!-

-non ce n'è bisogno, riuscirò a dimenticarle anche io oppurr rimarranno uno dei tanti ricordi!- si alzò di scatto e mi strinse alla porta con il suo corpo, le sue mani erano ai lati della mia testa e il suo viso era a pochi centimetri dal mio.

-DIMMI. COSA. CAZZO. HO. DETTO. IERI- scandì parola per parola urlando

-HAI DETTO DI AMARMI! SI, LO HAI DETTO, HAI PRONUNCIATO QUELLE CINQUE LETTERE! SAPEVO DI NON DOVERCI CREDERE PERCHÉ NESSUNO PUÒ INNAMORARSI DI ME, NESSUNO PUÒ AMARMI, EPPURE HO VOLUTO CREDERCI E HO SBAGLIATO!- le sue mani ricaddero lungo i suoi fianchi, io non avevo il coraggio di alzare lo sguardo e allora ne approfittai per andarmene e lui me lo lasció fare, questa volta non mi trattenne. Il mio volto era sommerso dalle lacrime e quando finalmente tornai a casa mi accorsi di non avere le chiavi e mi maledissi mentalmente. Mi sedetti a terra, appoggiata alla porta e mi presi la testa tra le mani,ero distrutta. Chiusi gli occhi perché volevo solamente scomparire, non volevo né vedere, né sentire più nulla, volerlo la possibilità di non dover esistere. Rimasi così per qualche minuto, quando sentii il rumore di alcuni passi che si avvicinavano a me; mi alzai di scatto e vidi Gabriel dirigersi verso di me con le mie chiavi in una mano, avevo QUASI sperato che avrebbe mandato Lisa.

-avevi lasciato le chiavi- disse esitante

-ma davvero? Non ci avevo fatto caso- risposi sarcastica asciugando le ultime lacrime che però ultime non erano affatto. Infilai la chiave nella toppa ed entrai in casa, feci per chiudere, ma Gabriel entrò bruscamente. Chiuse la porta sbattendola, si avvicinò a me, ero completamente ipnotizzata dai suoi occhi, mi prese il volto tra le  sue grandi mani e la sua bocca fu immediatamente sulla mia, bisognosa, vorace, possessiva. Mi morse leggermente il labbro inferiore ed io mi lasciai andare al suo assalto. La sua lingua era impegnata in un duello con la mia, mentre le sue mani ora scivolavano lungo tutto il mio corpo.  Iniziò a sollevarmi la maglietta e diede fine al bacio solo per toglierla definitivamente e riprendere fiato.  Sollevai la sua in modo impacciato e lui mi aiutò nel mio intento. Riprese il possesso della mia bocca e tutto a un tratto ci ritrovammo nella mia stanza. Quasi senza rendermene conto mi ritrovai completamente nuda, l'azzurro dei suoi occhi ora offuscato dal desiderio, percorreva tutto il mio corpo ed io,in un vano tentativo, cercai di coprirmi. Le sue labbra furono di nuovo sulle mie mentre prese le mie mani guidandole ad allacciarsi al suo collo; mi strinse più forte a se e sentii la sua erezione contro il mio basso ventre -non nasconderti mai da me- mi sussurrò mordicchiandomi il lodo dell'orecchio; annuii debolmente e quando le sue labbra iniziarono a percorrere tutto il mio corpo, soffermandosi sui capezzoli duri e sensibili, un gemito sfuggì dalle mie labbra. Le mia mani iniziarono a scivolare verso il basso percorrendo lentamente la pelle calda del suo petto fino a raggiungere la cintura dei suoi pantaloni, non avevo più il controllo delle mie azioni, ma non me ne fregava assolutamente nulla, mi aiutò a spogliarlo e alla vista della sua possente erezione sussultai sgranando gli occhi. Sentii una risata roca e Sollevai lo sguardo sul suo volto ritrovandomi davanti ad un'espressione divertita, maliziosa

-può andare?- disse sarcastico

-i-i-io... Io- non osavo nemmeno immaginare il colore del mio volto

-shhh, tranquilla piccola, tranquilla.- la sua bocca tornò a divorare la mia, mi fece indietreggiare fino a quando non caddi supina sul letto, ero completamente esposta al suo sguardo, mi sentivo così vulnerabile, priva di ogni barriera; sentii il rumore dello strappo di un involucro, sollevai leggermente il capo e vidi che si stava mettendo un preservativo. Mi inumidii le labbra ormai secche e nonostante avessi un po' di paura senti uno strano calore crescere dentro di me.

- Ga-Gabriel...- balbettai

-tranquilla, faró piano te lo prometto- si posizionò sul mio corpo reggendosi sui gomiti per non gravare su di me con il suo peso -ti fidi di me?- mi fidavo di lui? Bella domanda, risposi di getto senza nemmeno pensarci -s-si, mi-mi fido di t-te- cavolo, non riuscivo a formulare una singola frase senza balbettare. Soddisfatto dalla mia risposta i suoi occhi brillantino maliziosi. Iniziò a penetrarmi lentamente,  ma quando con una spinta la sua intera lunghezza fu dentro di me gridai per il dolore,  cazzo se faceva male

-scusa piccola, stai bene? Ti ho fatto troppo male?- vedevo la preoccupazione nei suoi occhi

-n-no, sto... Sto bene, pa-passerà- balbettai, Gabriel annui non del tutto convinto.

-se vuoi posso fermarmi- ero giunta fin qui e non volevo fermarmi proprio ora.

-no, co-continua- lui annui di nuovo e iniziò a muoversi lentamente.

-o cazzo! sei così stretta!-  il dolore si stava pian piano affievolendo, cedendo il posto ad un piacere a me sconosciuto. Mi lasciai andare a quel momento, muovevo il bacino per andargli in contro e lui iniziò ad aumentare il ritmo delle spinte.  Greco senza alcun pudore, le mie mani stringevano forte le coperte e quando la sua bocca raggiunse un mio seno e iniziò a succhiare, gridai tutto il piacere c'è stavo provando.

-brava, così, lasciati andare- chiusi gli occhi, mi ritrovai in un universo parallelo ed era assolutamente stupendo.                     -guardami, voglio vedere i tuoi occhi- li aprii immediatamente e fissai il mio sguardo nel suo. Ero al limite, stavo per scoppiare -così piccola, vieni per me-

-Gabriel!- invocai il suo nome e venni, seguita immediatamente da lui. Rimanemmo così per un po', entrambi sudati, il suo corpo sul mio, il suo respiro irregolare che sfiorava il mio collo. Quando i nostri respiri si regolarizzarono, si alzò lasciando un vuoto in torno a me, si tolse il preservativo e andò in bagno. Scesi dalle nuvole e tornai alla realtà. Mi accorsi di sentirmi abbastanza dolorante e indolenzita, mi sollevai e il mio sguardo cadde proprio su quel maledettissimo letto. Sangue... Il terrore mi invase -Ga-Ga-Gabriel...- continuavo ad indietreggiare senza rendermene conto. Le immagini che invasero la mia mente erano ricordi, ricordi di un letto si ospedale intriso di sangue,  un letto vuoto se non per quel liquido scarlatto. Mi sentii circondare da delle forti braccia -Ana, piccola, calmati ti prego- mi strinsi più che potevo a lui, traendo forza dal calore del suo corpo e quando finalmente riuscii a calmarmi mi accorsi che il letto era stato sistemato e non c'era più nessuna traccia di sangue.  Alzai il volto e lo baciai cogliendolo di sorpresa.

-andiamo piccola, hai bisogno di una bella doccia calda- mi prese in braccio stile sposa e mi portò in bagno, ci infilammo nella doccia insieme, una volta bagnata mi insaponó con delicatezza, come fossi fatta di fragile porcellana ed io lo lasciai fare senza proteste.

Finita la doccia e asciutti, mi prese nuovamente in braccio e mi portò in camera posandomi delicatamente sul letto. Ci infilammo sotto le coperte, mi strinse a se e mi lasciò un tenero bacio sulla fronte; dopo tantissimo tempo sentivo di nuovo il mio cuore battere. 

-ti va di parlarmi di cosa è accaduto prima?- mi chiese sussurrando. Annuii esitante, forse era ora di renderlo partecipe di una piccola parte del mio passato e mi aggrappavo alla speranza che dopo non se ne sarebbe andato via da me.

*spazio autrice*
Sono tornataaaaa...  Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, come è piaciuto a me scriverlo. Votate e commentate in tanti, vi pregooooooo... Hahaha...  Un bacio, Jess. :*

A ray of hopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora