13° CAPITOLO
*GABRIEL
la vidi chiudere un momento gli occhi come se quell'atto potesse infonderle coraggio, sospirò e mi sentii in dovere di toglierla da quella situazione che sembrava farle molto male -scusa piccola, non devi se non vuoi. Quando sarai pronta mi racconterai tutto.- mi guardò un momento e cazzo se mi persi in quegli occhi che mi facevano impazzire.
-voglio... Insomma... Sono pronta ecco!- deglutì ed io rimasi in attesa. -non ho avuto un'infanzia molto felice, per i miei genitori non ero una figlia ma solamente una serva... Vedevo altri bambini correre felici verso le loro mamme e i loro papà, giocare spensierati e li odiavo, perché io non avrei mai avuto quello che avevano loro, non avrei mai avuto amore- chiuse di nuovo gli occhi come se parlare di tutto ciò glielo facesse rivivere, sospirò e quando li riaprì potei vedere lo sforzo sovrumano che stava facendo per non crollare. -mio padre... Mio padre... Io gli volevo bene ma lui non ne voleva a me, mi riempiva di botte per qualsiasi cosa... Gli altri bambini potevano permettersi il lusso di fare i capricci, mentre io non avevo nemmeno il permesso di piangere liberamente- singhiozzó e vederla in quelle condizioni mi stava uccidendo, odiavo quell'uomo che doveva essere suo padre più di qualsiasi cosa e mi ripromisi che se me lo sarei trovato davanti non gliel'avrei fatta passare liscia. Prese fiato e continuó a parlare -eppure nonostante tutto gli volevo bene e mi chiedevo cosa avessi mai sbagliato per farmi odiare così tanto e per questo... Per questo cercavo sempre di compiacerlo, facevo tutto quello che mi ordinava, ma una bambina non può fare poi così tanto... Una bambina non ti chiede molto, solo un po' di affetto ed io ero disposta a dare la mia vita anche solo per un unica carezza da parte di mio padre.- piangeva e avrei voluto non averle mai chiesto di raccontarmi tutto ma dovevo sapere -avevo smesso di voler bene, di amare e l'unica persona che mi aiutò a capire cos'era l'amore era lui, Enea,mio fratello... Cercava sempre di proteggermi e spesso,nonostante fosse il figliol prodigo amato da tutti, spesso anche lui le beccava per me... Cercava di darmi l'amore che meritavo, ma poi mi abbandonó anche lui... Un'incidente... Un maledetto incidente lo strappò via da me; in quel fottuto ospedale non riuscirono a salvarlo e quando arrivai da lui l'unica cosa che mi ritrovai davanti era un letto vuoto, rosso a causa del sangue e una voce lontana che mi diceva "mi dispiace signorina"...E un buio interminabile mi inghiottì, da quel giorno smisi di vivere, di amare- Non avevo il coraggio di parlare di interrompere le sue parole -da quel giorno lo sento nella mia mente come se fosse ancora con me, ma so che non c'è e non ci sarà mai più... Prima, vedendo il sangue sulle lenzuola mi è tornato alla mente quel letto di ospedale intriso di sangue in cui lasciarono morire... mio...mio fratello- basta avevo sentito abbastanza,la strinsi a me cercando di calmarla, non avrei più permesso a nessuno, né a lei, né ad altri di farle del male.
-basta...mi dispiace, non dovevo forzati, scusa piccola... scusa- poggió la testa nell'incavo del mio collo ed io inspirai a fondo il suo profumo e finalmente capii perché odiava così tanto il suo cognome. La mia piccola, che in così poco tempo mi aveva strappato il cuore e se ne era appropriata. Si, la amavo, forse non la meritavo, ma la volevo.
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A ray of hope
RomanceUn raggio di speranza... finalmente dopo anni di dolore inflittole da quello che sarebbe dovuto essere suo padre, un raggio di speranza squarcia il buio che circonda la vita di Anastasia Black, una vita in cui lei non vive, ma sopravvive perdendosi...