8° CAPITOLO

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8° C APITOLO

*ANA

“E allora chi diamine è Enea? questa domanda continuava a rimbombarmi nella mente.

-nessuno- ecco la mia risposta, nessuno, ma sto mentendo, Enea era il mio tutto, era la mia unica possibilità di poter sapere cosa fosse l'amore.

-NESSUNO NON TI FA PIANGERE, NESSUNO NON TI FA URLARE IL SUO NOME, NESSUNO NON TI FA A PEZZI! VOGLIO SAPERE CHI É!!- urlava, ma perché voleva sapere? Perché non poteva lasciarmi semplicemente in pace?

-È LA MIA VITA, NON LA TUA!! COSA TE NE IMPORTA? NON TI IMPICCIARE!- indietreggiai, il suo sguardo mi spaventava ma non riuscivo a staccare i miei occhi dai suoi, stavo per crollare non avrei resistito ancora per molto. Mi ritrovai intrappolata tra il muro e il suo corpo, che emanava un calore a cui avrei voluto stringermi e da cui avrei voluto lasciarmi confortare, ma mi dissi che non dovevo cedere; le sue braccia erano ai lati della mia testa e le sue labbra erano pericolosamente vicine alle mie, il mio respiro smise di esistere e all'improvviso sentii la sua mano che mi accarezzava delicatamente il collo, quel minimo contatto mi fece fremere e un brivido percorse il mio corpo.

-Ora mi dici chi cazzo é questo bastardo- mi sussurró a fior di labbra in un tono estremamente minaccioso che non faceva altro che renderlo più sexy.

-Non puoi parlare così di lui e non devi nominarlo!- cercai ancora di resistere, ma non avevo più forze nemmeno per urlare, la sua vicinanza mi mandava in confusione e prosciugava tutte le mie energie;

-dimmi chi è!- ringhió

-è mio fratello cazzo mio fratello!- le lacrime mi pregavano di lasciarle scorrere, di dar loro il via libera, ma non dovevo crollare.

-cosa ti ha fatto?- cercai di divincolarmi invano, mi strinse ancora di più non permettendomi alcun movimento. Iniziai a singhiozzare, non riuscii a trattenermi;

- niente, non mi ha fatto niente! È morto, mi ha abbandonata, l'unica persona che ero capace di amare mi ha lasciata!- nessuno poteva più fermare le mie lacrime, la sua presa si fece più debole ed io stavo per crollare a terra, le mie gambe non riuscivano più a sostenere il mio peso, ma Gabriel mi prese prima che raggiungessi definitivamente il pavimento. Le sue forti braccia mi strinsero a lui e per la prima volta, dalla morte di Enea, mi sentii veramente al sicuro, a casa, protetta da tutto e da tutti e niente e nessuno poteva farmi del male. Mi prese in braccio stile sposa, mi accompagnó in camera e mi mise sotto le coperte.

-emm... allora, io... ci vediamo a scuola!-

-no, ti prego resta! Non mi lasciare anche tu, per favore!- mi guardó sbalordito e in effetti io stessa lo ero, avevo bisogno di lui, del suo calore, del suo profumo e solo in quel momento realizzai che con lui non avevo bisogno del fuoco, che solo quando lui era con me il fuoco abbandonava i miei pensieri e che probabilmente solo lui poteva salvare la mia vita. Questa realtà mi lasció sconvolta, però adesso non avevo tempo per lo shock, avevo paura che se ne andasse, ma lui si distese al mio fianco e mi strinse a se.

-shh, non piangere più… basta lacrime, non andró da nessuna parte se tu non lo vuoi!- scossi la testa per fargli capire che lo volevo li con me e con questa promessa caddi tra le braccia di Morfeo, in un sonno per la prima volta tranquillo.

*GABRIEL

Dopo tante lacrime si era finalmente addormentata, andai a cercare il mio telefono e chiamai lisa per avvisarla che avrei passato la notte fuori.

-ei Gabri!-

-ciao piccoletta! Senti non penso che tornerò a casa questa notte, quindi non ti preoccupare, ok??-

-ok, ma dove sei?- non potevo mentirle, con lei non avevo scampo, capiva subito qualsiasi menzogna e quindi non potevo evitare di dirle la verità.

-a casa di Ana- e detto ciò dall'altro lato del telefono c'era solo silenzio - Lisa ci sei?-

-Gabriel, ti avverto, se le fai del male e la fai soffrire ti stacco le palle! Siamo intesi?-deglutii, ebbene si, temevo mia cugina,  capace di tutto pur di proteggere le persone che ama e non mi stupirebbe se tenesse fede alle sue parole.

-emm, ok cuginetta ora vado. Notte piccoletta!- mi fece una pernacchia e riattaccai. Mi diressi in camera da letto per tornare da Ana, quando un urlo, proveniente proprio da quella direzione, squarció il silenzio.

-NOO, BASTA!!! ENEA, ENEA, AIUTAMI TI PREGO!... FA MALE, FA MALE, BASTA, AIUTO ENEAAAA!- corsi in stanza e rimasi agghiacciato da quella visione; le sue mani serrate in una morsa alle lenzuola, quel corpo che si contorceva per un dolore apparentemente inesistente, ma che sicuramente era esistito in passato e non l'ha mai abbandonato, gli occhi serrati come a voler scomparire nelle tenebre e le sue dolcissime labbra, una smorfia di dolore. Mi fiondai verso di lei e la presi tra le mie braccia, ma lei continuava ad urlare e ad agitarsi.

-ANA, ANA SVEGLIATI, È SOLO UN SOGNO, ANA BASTA!- dovetti urlare anche io per sovrastare la sua voce. -ANA, CAZZO SVEGLIATI-. All'improvviso spalancó gli occhi, sembrava spaesata, sperduta; la strinsi ancora a me il più forte che potevo e sentii finalmente il suo corpo rilassarsi tra le mie braccia.

-Cosa hai sognato piccola?- spalancó gli occhi per la sorpresa appena la chiamai in quel modo, ma cercó di non farmelo notare anche se invano.

-io...io non me lo ricordo- stava mentendo, ne ero sicuro, ma decisi di assecondarla per ora, dovevo avere pazienza e farle capire che di me si poteva fidare.

-non ti preoccupare, era solo un sogno. Torna a dormire piccola, ci sono io qui con te-. La feci sdraiare, con la testa appoggiata al mio petto. Cercai con tutto me stesso di ignorare quanto mi piacesse averla così vicino. Sorrisi e cominciai a giocherellare con i suoi capelli, facendole scorrere le dita tra le lunghe ciocche, rapito dalla loro morbidezza e dal suo profumo di lavanda. Non avrei saputo dire quanto tempo fosse passato, ma dopo un po' il suo respiro si fece profondo e regolare. Le stesi addosso la coperta e mi spostai delicatamente per farla stare più comoda.-Sogni d'oro, Ana.- le diedi un bacio sulla fronte e sprofondai nel sonno.

*spazio autrice*

CIAOOOOO.... so di essere la solita ritardataria, di non avere un tempo fisso di pubblicazione e che sicuramente non vi starò facendo capire niente, ma per favore perdonatemi! A quanto pare il mio lavoro su questa storia è un po' rallentato e non ho molto tempo per scrivere, però sono molto orgogliosa di questo capitolo in particolare e spero piaccia anche a voi, proprio come è piaciuto a me scriverlo... che dire, cosa ne pensate della richiesta spiazzante di Ana quando ha pregato Gabriel di restare con lei? votate e commentate in tanti.... baci baci jessy

A ray of hopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora