14° CAPITOLO

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14° CAPITOLO
*ANA
Ero ancora a letto tra le braccia di Gabriel quando arrivò la sera, forse troppo in fretta. Dovevo andare a lavoro e non potevo fare tardi visto che era sabato. Mi sollevai a sedere e mi stiracchiai un po',per poi scostare le coperte dal mio corpo, ma sentii una mano forte prendere il mio braccio e buttarmi nuovamente sul letto.
-dove credeva di andare questa bellissima ragazza?- mi domandó Gabriel con un ghigno malizioso sul volto
-devo andare a lavoro- gli risposi ridendo
-Mmm non credo proprio- disse con voce roca sul mio collo, all'improvviso sentii le sue labbra sulla mia pelle, iniziò a succhiare e a mordicchiare come se fossi una caramella gustosa,non riuscii a trattenere il gemito che mi sfuggì dalle labbra
-cosa stai facendo?- si sollevò dal mio collo e ammirò la sua opera leccandosi le labbra
-ora tutti sapranno che sei mia, soltanto mia-
-solo tua- confermai con la voce più sensuale che ero capace di fare, risucchió l'aria tra i denti e gemette
-oddio, mi fai impazzire- scoppiai a ridere essendo riuscita nel mio intento di stuzzicarlo e sgusciai fuori dal letto -Ei, non vale, così sei scorretta!- risi ancora, in quel momento mi accorsi di non aver mai riso in vita mia e che farlo mi faceva stare bene, ma solo se la ragione del mio sorriso era lui. "sciocca ti sei innamorata" stupida coscienza, fatti i cazzi tuoi.

Mi preparai e tornai da Gabriel, era seduto completamente vestito che mi aspettava. -pronta per andare?-
-ma cosa...?-
-ti accompagno non è ovvio?-
-davvero Gabriel non ce n'è bisogno posso...- non mi lasciò finire la frase che mi ritrovai intrappolata tra le sue braccia, iniziò a mordicchiarmi il lobo dell'orecchio
-ho detto che ti accompagno, non c'è nessun ma e nessun posso- mi sussurrò con quella voce sexy che mi faceva andare fuori di testa
-o... Ok- ma che diavolo, all'improvviso non sapevo più parlare? Uscimmo di casa e ci dirigemmo verso la sua auto.

Per la prima volta arrivai in orario al bar, scesi dall'auto dopo aver salutato Gabriel e mi diressi verso l'entrata, una volta varcata la soglia mi ritrovai come al solito Franco davanti, ma per la prima volta lo salutai con un sorriso, lui mi mise le mani sui fianchi, mi sollevò e fece una giravolta, lanciai un piccolo gridolino ma poi scoppiai a ridere, quando finalmente mi posò con i piedi a terra si decise a salutarmi
-buongiorno splendore, come mai tutta questa euforia? -
-non dovrei essere io a chiedertelo? Hahaha... È comunque chi ti ha dato il permesso di farmi prendere un colpo sollevandomi senza preavviso!- lo rimproverai dandogli uno schiaffo dietro la nuca
-aia, scusa non lo faccio più-disse ridendo. Non so da dove fosse uscita tutta questa improvvisa felicità nella mia schifosa vita, ma di una cosa ero sicura, non sarebbe durata a lungo e questo mi terrorizzava a morte. La felicità non dura mai per troppo tempo e fu in questo momento che ripensai ad una frase che avevo letto da qualche parte 'troppa felicità uccide la felicità',e se fosse stato così?

*spazio autrice*
Ed ecco un nuovo capitolo appena scritto, siete contenti? Come avrete sicuramente notato è uno dei capitoli più felici e se è così sicuramente c'è un motivo, questo capitolo rispecchia il mio umore. Posso assicurarvi che la felicità prima o poi arriva per tutti Hahaha. Basta chiacchiere sto diventando noiosa, a presto con il prossimo capitolo e mi raccomando voglio tanti commenti su ciò che pensate. Un bacio, Jess!

A ray of hopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora