18° CAPITOLO
*ANA
La sveglia continuava a suonare e non avevo davvero nessuna voglia di alzarmi, ma dovevo se volevo arrivare puntuale a lezione almeno per una volta. Rotolai letteralmente fuori dal letto e costrinsi le mie gambe a raggiungere il guardaroba, optai per una maglia nera con uno scollo a v forse un pochino troppo profondo e dei jeans attillati per poi raggiungere il bagno e fiondarmi sotto il getto bollente della doccia, che la giornata abbia inizio!
Nonostante i miei sforzi non riuscii ad arrivare puntuale anzi ero molto in ritardo e per questo motivo Mi ritrovavo a correre il più veloce possibile per raggiungere la mia aula. Proprio quando mancava poco alla porta mi ritrovai con il sedere per terra a causa di uno scontro -cazzo, guarda dove metti i piedi cretino!- alzai lo sguardo ritrovandomi davanti quegli occhi che conoscevo benissimo -Gabr... Volevo dire, professore! Mi scusi per la corsa ma sono leggermente in ritardo. -
-signorina Anastasia, è a conoscenza del fatto che è vietato correre nei corridoi? Vorrei vederla dopo le lezioni nel mio ufficio, sempre se per lei non è un problema!- disse guardando la mia scollatura per poi farmi l'occhiolino
-nessun problema- dissi sorridendo
-bene ora però dovrebbe andare se non vuole arrivare ancora più in ritardo, avviserò la collega della prima lezione che sono stato io a trattenerla- Mi sorrise e cavolo, il suo sorriso era così bello, aspetta un attimo, da quando faccio pensieri del genere? Scossi la testa e mi diressi verso l'aula ringraziandolo cordialmente, dovevamo fare in modo di non destare sospetti e solo allora pensai al fatto che stavamo rischiando molto, se ci avessero scoperti io non avrei avuto una laurea e lui non avrebbe più avuto una cattedra. I professori non possono avere rapporti con le loro allieve e io sono esattamente questo, una sua allieva.
Finite le lezioni mi diressi verso l'ufficio di Gabriel, entrai e mentre chiudevo la porta sentii le sue braccia cingermi la vita e le sue labbra lasciarmi languidi baci sul collo -mi sei mancata piccola-
-anche tu-
-mmm questa maglietta e davvero carina, volevi far colpo su qualcuno?-
-veramente si, ci sarebbe un certo professore...- dissi senza terminare la frase
-mmmm piccola ti conviene non stuzzicarmi. - disse mordendomi il il punto del collo in cui mi stava ancora baciando
-altrimenti?-
-vuoi sapere cosa farei altrimenti? Te lo spiego subito, ti scoperei qui, addosso a questa porta, fino a farti urlare e farti rimanere senza forze, ti... -
-professor Harrison?- fu la voce di un'altra professoressa ad interromperci
-cazzo, siediti sulla sedia e non muoverti Ana, speriamo non abbia sentito nulla!- si affrettò a sedersi al suo posto e poi alzando la voce diede il permesso di entrare alla donna.
-oh, salve signorina Black, ha avuto dei problemi?- strinsi i pugni cercando di calmarmi e chiusi gli occhi cercando di rispondere con tutta la calma che riuscivo ad avere. - no professoressa, nessun problema stavo per andare- Mi alzai leggermente barcollante -deve dirmi altro professore?-
-no signorina, questo è suo- disse porgendomi un foglio -può andare- fui congedata così, uscii dall'università dirigendomi verso casa dove lessi il foglio che mi aveva dato Gabriel o meglio, il professor Harrison. "Mi dispiace piccola, vengo a prenderti più tardi, ti accompagno a lavoro. Fatti trovare pronta." Tutto qui? Un intero foglio per due stupide righe? Bè almeno ha scritto che gli dispiace.
Non dobbiamo farci vedere insieme e solo ora lo capisco, se continuiamo cosi finiremo per essere beccati.
Andai a lavoro prima che lui arrivasse, ero triste non per colpa sua in particolare, ma per colpa del fatto che non potevamo frequentarci e lo capivo solo ora.
*GABRIEL
Andai a casa di Anastasia, ma lei non c'era, provai a chiamarla ma non rispondeva e cosi iniziai a preoccuparmi. Decisi di andare al bar sperando che si trovasse li e per fortuna era proprio lì, non si accorse del mio arrivo e ne approfittai per osservarla, era così bella da mozzare il fiato, i suoi occhi erano talmente profondi da poterci sprofondare e quelle labbra, quelle labbra così morbide proprio come tutto il suo corpo. Mi avvicinai e lei mi sorrise cordialmente -Salve professore-
-Ana cosa ti succede?-
- ho riflettuto- dissi sottovoce
-vieni non possiamo parlare qui-
-Ma sto lavorando!- allora alzando la voce mi rivolsi a Franco
-Franco puoi sostituire Ana per un oretta?-
-certo nessun problema amico!-
La trascinai in macchina nonostante le sue proteste -ora mi dici cosa diamine ti succede?-
-non possiamo frequentarci Gabriel! E se ci vedesse qualche professore o chiunque altro? Tu perderesti il posto e io la laurea, non puoi rischiare così tanto per una ragazza che scopi soltanto e per cui non provi nulla- ora capivo credeva che non provassi nulla per lei, anzi dalle lacrime che le erano sfuggite capii che ne era davvero convinta e quindi secondo lei non valeva la pena rischiare così tanto
-chi te lo dice?-
-cosa?- mi chiese confusa
-che io non... - venni interrotto da Franco che bussò al vetro della macchina, aprii ik finestrino
-ma porca troia Franco, ti avevo chiesto un'oretta non un'eternità!-
-scusa amico ma un cliente insiste per vedere Ana e stava per chiamare il nostro capo quindi sono corso, non sarei venuto ad interrompervi altrimenti.-
-un cliente?- chiese Ana -ok vengo a vedere cosa vuole-
-aspetta!- la fermai afferrandole un braccio -vengo con te... e dopo, continueremo a parlare-
-ok, ma non fare scenate-
-un bacio in cambio della mia calma- cercai di allentare la tensione e a quanto pare ci riuscii perché mi regalò uno dei suoi splendidi sorrisi.
-affare fatto- le presi il volto tra le mani e la baciai, mi erano mancate cosi tanto le sue dolci labbra.*spazio autrice*
Ciaoooo...scusate, so di avervi fatto attendere davvero troppo ma finalmente ecco un nuovo capitolo appena scritto, spero vi piaccia e vorrei sapere cosa ne pensate. Chi sarà secondo voi il cliente che ha chiesto cosi insistentemente di vedere Ana? Votate e soprattutto commentate in tanti. Vi adorooooo!!! Con affetto, Jess :*
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A ray of hope
Roman d'amourUn raggio di speranza... finalmente dopo anni di dolore inflittole da quello che sarebbe dovuto essere suo padre, un raggio di speranza squarcia il buio che circonda la vita di Anastasia Black, una vita in cui lei non vive, ma sopravvive perdendosi...