3° CAPITOLO

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3° CAPITOLO

Corsi verso la scuola, le mie gambe chiedevano pietà e finalmente dopo tanta fatica raggiunsi la mia meta. Entrai in classe con il fiatone, non feci caso ai rimproveri della professoressa e andai a sedermi senza degnare nessuno della mia attenzione. Mirko era ancora seduto vicino a me e stava iniziando a diventare insopportabile, ma nonostante le mie continue richieste i prof non me lo toglievano da torno.

La professoressa stava spiegando, quando mirko mise una mano su una mia gamba e quel gesto non era per niente gradito, nessuno doveva toccarmi, odiavo qualsiasi contatto. La sua mano iniziò a salire in una lunga, lenta, odiosa e viscida carezza

-Smettila di toccarmi!-

-Avanti, ammettilo che ti piace, che vuoi che io continui non fingere-

-Io non fingo, ti ho detto di smetterla, non toccarmi!-

-E se fossi io a non voler smettere? Tanto nessuno se ne accorgerá visto che siamo dietro a tutti.-

Raggiunse la cerniera dei miei jeans non permettendomi di rispondere, mi alzai di scatto e corsi fuori dall' aula per cercare di trovare rifugio in bagno. Mi lascai cadere in terra, avevo bisogno di sostegno in quel momento e l'unico che me ne poteva dare era il mio caro amico, ma quando accesi l' accendino che portavo sempre con me qualcuno entró e per lo spavento mi cadde dalle mani. Era una ragazza, più o meno della mia età e appena mi notó in lacrime, disperata, si inginocchió al mio fianco.

-ei, cosa succede?-

Non risposi, non volevo mostrare quel lato di me, straziato dal dolore e ricucito proprio da esso; come avrebbe capito?

-come ti chiami?-

-Anastasia- continuavo a singhiozzare, non riuscivo a calmarmi

-io mi chiamo Lisa.- cercó di avvicinarsi a me, ma io mi scostai di scatto facendola sobbalzare -shh, non voglio farti del male, tranquilla, ti vorrei aiutare ti va di raccontarmi cosa é successo?-

Forse di lei potevo fidarmi,  é l'unica ragazza che abbia avuto il coraggio di rivolgermi la parola,  é dolce e sta riuscendo a farmi calmare senza il fuoco. Iniziai a raccontarle tutto, lei mi ascoltava senza interrompermi e alla fine del mio monologo mi abbracció, ma io non riuscii a ricambiare; non ero abituata a tanto affetto, nessuno me ne aveva mai donato un po', non sapevo nemmeno cosa fosse fino ad oggi. Ebbene si, avevo trovato un'amica, una persona di cui potermi fidare.

Tornai in classe, mi ritrovai con una nota di condotta e cercai di ignorare il più possibile Mirko per il resto delle ore. All'uscita mi dovetti incontrare con Lisa, avevamo deciso di vederci ad un bar per parlare senza presenze indesiderate e conoscerci un po' di piú, le raccontai la mia schifosa vita e quasi si mise a piangere, era un' amica unica, anzi era veramente l'unica che avessi mai avuto, l'unica che sapeva di me e il fuoco e non mi giudicava.

*Spazio autrice*

Spero che possiate perdonarmi per il ritardo e per la scarsa lunghezza del capitolo, ma non ho avuto molto tempo. Sono impegnata fino al collo in uno scambio culturale e questo unito allo studio non mi lasciano molto tempo a disposizione per scrivere. Cercherò di pubblicare il prossimo capitolo al più presto, spero che questo vi piaccia, e nel frattempo votate e commentate in tanti.                             Con affetto Jessy...

A ray of hopeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora