capitolo 4

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Mi sveglio con in testa un pensiero: devo capire in che rapporti erano mamma e il capitano.
Di lui non so nulla, solo il nome e il grado. Mi informo su internet digitando il nome, escono articoli di indagini e inchieste importanti a cui ha partecipato, su Instagram non ha nulla nella bio e come post non c'è traccia di una moglie, una fidanzata, nessuna donna.
Non credo possa arrabbiarsi se glielo chiedo, sono una ragazzina che gli fa pena infondo no? Figlia di una sua amica scomparsa a cui manca la madre e vuole sapere. Papà è a lavoro, c'è solo Marley a casa, che sta lì con il suo sguardo provocante e sempre imbronciato a guardarmi e a osservare tutto quello che faccio. Gli dico che esco e ovviamente mi fa il terzo grado. Liberatami dal suo interrogatorio attraverso il vialetto e il pezzo di strada che mi rimane per arrivare all'incrocio molto velocemente, quando parlo con mio "fratello" ho come una morsa alla bocca dello stomaco che mi impedisce di respirare.
Arrivo in commissariato ma prima di entrare riprendo fiato, ero stanca avevo camminato molto senza fermarmi.
Chiedo di voler parlare con lui ma mi dicono che per il momento non è disponibile.
Allora aspetto lì senza muovermi per l'intera mattinata. Esce dal suo ufficio probabilmente per la pausa pranzo e si accorge di me. Mi guarda e sorride "ciao! hai pensato ad altro? Mi dispiace tanto non averti potuto ricevere"
"non fa niente...io...no non sono qui per questo" dico con le parole che sembrano non voler uscire dalla mia bocca, lui si siede accanto a me "allora ti ascolto."
Deglutisco "so che conosci mia madre"
Lui annuisce impercettibilmente "si. La conosco"
"perché non me lo hai detto durante gli interrogatori? Cosa eravate? Perché papà ti ha guardato male?"
Lo vedo sbattere le palpebre e apre la bocca "io...non mi sembrava opportuno dirtelo in quel momento...e tuo padre non so se mi ha guardato male ora scusa devo andare via" si alza e comincia a camminare
"no aspetta ti prego" gli prendo il polso poi mi accorgo che sembro disperata e glielo lascio "scusa"
Lui si siede dinuovo e mi prende la mano "ero molto amico di tua madre anni fa e voglio scoprire dov'è. Lo farò te lo prometto"
Annuisco "io...io me lo sento che non è più viva"
"non devi dire così. Tua madre è sempre stata una donna fantastica...forte...una donna...forte." mi sorride poi se ne va.

𝑎 𝑤𝑖𝑛𝑑𝑜𝑤 𝑜𝑛 𝐿𝑒𝑒𝑑𝑠 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora