𝑎 𝑤𝑖𝑛𝑑𝑜𝑤 𝑜𝑛 𝐿𝑒𝑒𝑑𝑠

capitolo 10

"La signora Roja è scomparsa da ormai sette giorni, non si hanno per il momento notizie di nessun tipo e ancora gli inquirenti non trovano indizi. Le indagini sono ancora in sospeso, sicuramente si tratta di omicidio colposo e si sa grazie alla figlia, la ragazzina di sedici anni Serenity che ha sentito spari dal piano di sopra e assistito dalla finestra della sua camera quando la portava via. L'unica cosa di cui si possa essere quasi sicuri è che l'assassino fosse un conoscente visto che ha chiuso a chiave la ragazzina nella sua camera, quindi sapeva quale fosse la stanza della ragazza. Da due giorni non si hanno notizie anche dell'ex marito e padre dei due figli della Roja" chiudo il pc e lo sposto dalla mia vista, mi fa venire i nervi che in ogni testata giornalistica si parli di quello che mi è successo. Se volessi aprire il pc per distrarmi non faccio altro che peggiorare la situazione pensandoci ancora e ancora.
Marley bussa e apre la porta della mia camera "sto uscendo"
"ok ciao" dico disinteressata
"vorrei che stessi a casa mentre non ci sono"
"per cosa? Per essere più sicura? Hanno ucciso mamma qui e c'era uno sconosciuto dentro l'altro giorno, è più sicuro fuori"
Sospira e si avvicina, si siede "c'è la pattuglia a un isolato da qui che tiene d'occhio la casa, stai tranquilla" posa la mano sulla mia e il contatto con la sua mano fredda mi chiude lo stomaco.
Lo guardo andare via, siccome di lui non mi fido per niente, faccio tutto il contrario di quello che mi dice.
Infilo le prime due cose che trovo nell'armadio e esco a piedi a camminare. Indosso le cuffie e metto le mani in tasca alla giacca. Come canzone metto Freaks di Surf Curse (l'autrice consiglia di mettere le cuffie e ascoltare la canzone insieme a Serenity durante la lettura di questo ultimo pezzo di capitolo<3). Ovunque io mi giri mi sento osservata, sento che il pericolo possa incombere su di me in ogni momento. Sento di non essere più libera di girare per le strade, ho paura ma cammino lo stesso perché sono masochista e se non mi faccio del male non sono contenta. Sento le foglie sgretolarsi sotto i miei piedi mentre mi inoltro nel cuore del parco e ancora quella sensazione di gelo che ho trovato davanti quella casa dove papà mi portava d'estate si propaga in me. Mi fermo, non c'è nessuno in quella parte di parco, non c'è anima viva. Perché quelle sensazioni di gelo proprio nei miei due posti preferiti?
Sento un fruscio. Mi giro di scatto. Il nulla. Mi rigiro. Il nulla. Il cuore batte a mille e mi pulsa nelle orecchie. La canzone cambia automaticamente, adesso c'è Daddy Issues dei The Neighborhood. Poi il vuoto.