[ 𝒕 𝒉 𝒓 𝒆 ; 𝒆 ]

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«𝐈 𝐤𝐧𝐨𝐰 𝐢𝐭'𝐬 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐈 𝐜𝐚𝐧 𝐟𝐞𝐞𝐥 𝐢𝐭»

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«𝐈 𝐤𝐧𝐨𝐰 𝐢𝐭'𝐬 𝐫𝐞𝐚𝐥
𝐈 𝐜𝐚𝐧 𝐟𝐞𝐞𝐥 𝐢𝐭»

-ᴛxᴛ "0x1=ʟᴏᴠᴇsᴏɴɢ„

Hyenjin cadde dal letto per la sorpresa, sbatté più volte gli occhi ma la figura del ragazzo non scomparve. Anzi la fissava con uno sguardo più tosto confuso per poi scoppiare a ridere.
"Dovresti vedere la tua faccia in questo momento." Disse ridendo. La ragazza lo ignorò, si alzò velocemente e si diede un pizzicotto, sentiva dolore, perciò non era un sogno. Cos'era l'ultima cosa che aveva fatto? Ah, è vero, aveva preso le pasticche che aveva portato Taehyun.
Beomgyu era esattamente come il disegno che aveva fatto suo fratello la prima volta che li aveva parlato del personaggio.
Visto che Kai è un'artista, la sorella molto spesso lo sfrutta per dare un volto ben visibile ai suoi personaggi.
Andò di corsa verso la scrivania bianca appoggiata al muro e cercò il disegno che aveva fatto. Lo alzò un attimo e lo mise inconfronto l ragazzo davanti a lei, sembrava una specie di fotografia. Non c'era dubbio, quel ragazzo è Beomgyu.

"Sei reale?" Domandò balbettando.
"Perché non dovrei esserlo?" Chiese di ripicca. Hyenjin si soffermò a fissare la sua figura slanciata. I capelli lunghi ricadevano dolcemente sulla fronte e il retro del collo, gli occhi erano messi in risalto da un po' di ombretto rosa. Indossava i vestiti di corte dei popoli del nord che consistevano in una camicia ricamata, sopra di essa una maglietta piena di pieghe sulle maniche con dei ricami d'oro sul petto, dei pantaloni bianchi e dei stivaletti del medesimo colore.
"Cos'è che ti assilla così tanto Hyenjin?" Domandò osservando la ragazza.
"Come fai a sapere-"
"Che c'è qualcosa che ti assilla?" Finisce lui la domanda al posto della ragazza. "Segreti del mestiere." Rispose facendo l'occhiolino.
"Comunque perché dovrei dirlo a te? Non sei neanche reale." Sputò ancora spaventata da quella strana situazione.
"Uh, questa fa male." Mise la mano vicino al cuore per poi ridacchiare. "Io sono reale, toccami." Disse porgendoli la mano pallida. La ragazza la fisso per qualche secondo, per poi, ancora insicura, porgere la sua leggermente tremante. Il contatto li fece venire dei brividi lungo la schiena, la sua mano, stranamente calda, a contatto con quella fredda del principe del nord.
"Se non fossi reale non potresti toccarmi." Osservò lui staccandosi da quel contatto.

"Ma perché sei qua?" Domandò dopo aver toccato il viso di Beomgyu un paio di volte per controllare che fosse veramente reale.
"Dovresti dirmelo tu questo." Rispose stranamente serio. Hyenjin lo guardò male per poi alzarsi a prendere il PC che era sopra la scrivania.
"Questo." Disse semplicemente aprendo il file del suo manoscritto.
"Oh, ma è la mia storia!" Esclamò Beomgyu sorpreso. "Come fai a sapere tutte queste cose su di me?" Domandò curioso. Stava per rispondere, ma per qualche strana ragione preferì restare in silenzio.
"Perché qua si ferma?" Chiese.
"Cosa faresti adesso tu Beomgyu?" Domandò seria.
"Non lo so." Rispose semplicemente facendo aprire gli occhi della ragazza di scatto.
"In che senso non lo sai?!" Urlò alzandosi.
"Nell'unico senso possibile! Ci sono troppe cose da pensare, così su due piedi non mi viene in mente niente, dovrei parlarne con il mio consigliere Heeseung." Spiegò sospirando.
"Non è servito a niente, a niente." Sussurò più e più volte mettendosi le mani tra i capelli. "Io mi sono drogata per niente, ed ho anche infranto per la seconda volta la promessa che ho fatto a Kai. Che sorella orribile che sono."
"Se non teniamo conto i vari costi per il viaggio partirei subito verso il centro per parlare con il loro capo, Chan, ma non so se abbiamo le risorse e devo anche vedere se ho uomini a sufficienza. Non può sembrare ma è un po' un casino." Scrisse tutto quello che aveva detto in un piccolo schema su un foglio di carta stropicciato che aveva trovato per terra.
Così Hyenjin passo trenta minuti ad ascoltare le spiegazioni di Beomgyu ed a prendere nota di tutto.

"Non è solo questo che ti tormenta, vero?" Aveva appena finito di ascoltare Beomgyu e si era distesa sul morbido materasso. "Tenerti tutto dentro servirà a poco o niente."
"Forse sto perdendo colpi. Di solito non avevo tutto questo timore nel scrivere un capitolo. Invece per questa storia mi sto bloccando così tante volte." Confessò alla fine.
"Forse è perché ti stai impegnando di più e pretendi che sia tutto perfetto." Disse accarezzandole i capelli argento. "Ma devi ricordarti che non puoi pretendere qualcosa che non esiste." Concluse la frase guardandola negli occhi.
"Cosa c'è di sbagliato nel volerlo?" Domandò con sguardo sofferrente. "Tutto il mio lavoro. Ho costruito tutto il mio lavoro sul creare il libro perfetto." Stava cominciando a piangere, lei lo sapeva fin dall'inizio che stava rincorrendo un cosa inessistente, ma nonostante ciò si è comunque buttata a capofitto su di essa. Beomgyu vedendo la ragazza versare lacrime si avvicinò lentamente a lei, circondando il suo corpo tremante con le sue braccia calde.
"Ti sei calmata?" Sussurò dopo qualche minuto, in risposta ai staccò dall'abbraccio ed annuì.
"Cosa dovrei fare Beomgyu?" Chiese con lo sguardo abbassato.
"Continua per la tua strada. E dai il meglio di te, qualunque cosa tu faccia devi ricordarti che hai sempre fatto il meglio che potevi. Non distruggere te stessa." Rispose.

"Beomgyu." Richiamò l'attenzione del ragazzo con i capelli neri, mugolò qualcosa come per farle capire che la stava ascoltando. Dopo quella chiacchierata si erano distesi sul letto ad osservare il soffitto.
"Sono contenta che tu sia qua." Concluse sorridendoli dolcemente.
"Hyenjin io sono sempre al tuo fianco, basta chiamarmi a verrò da te." La ragazza dai capelli argento lo guardò negli occhi per qualche secondo per poi mimare con le labbra un:"grazie". Stava per dire altro ma al posto delle parole uscì un sbadiglio.
"Dovresti dormire. Sono le quattro del mattino ormai e domani devi andare avanti a scrivere." La rimproverò.
"Non è vero, posso resistere un altro po'." Sussurò, stava ovviamente mentendo, ogni secondo che passava sentiva le sue palpebre sempre più pesanti, riusciva a tenere gli occhi aperti a fatica.
"Dormi." Quella semplice parole sembrava più un ordine che altro. Beomgyu le coprì il corpo con la coperta per poi cominciare ad accarezzarle i capelli, canticchiando una specie di ninna nanna. Con quel tocco delicato e le parole dolci del principe del nord si addormentò.

La mattina dopo si svegliò, trovando la stanza in un casino assurdo, il letto vuoto e freddo.

La mattina dopo si svegliò, trovando la stanza in un casino assurdo, il letto vuoto e freddo

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