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«𝐢𝐭 𝐡𝐮𝐫𝐭𝐬 𝐦𝐨𝐫𝐞𝐰𝐡𝐞𝐧 𝐢 𝐬𝐦𝐢𝐥𝐞 𝐭𝐡𝐚𝐧𝐰𝐡𝐞𝐧 𝐢 𝐜𝐫𝐲»

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«𝐢𝐭 𝐡𝐮𝐫𝐭𝐬 𝐦𝐨𝐫𝐞
𝐰𝐡𝐞𝐧 𝐢 𝐬𝐦𝐢𝐥𝐞 𝐭𝐡𝐚𝐧
𝐰𝐡𝐞𝐧 𝐢 𝐜𝐫𝐲»

- ᴛxᴛ "ʀᴜɴ ᴀᴡᴀʏ„

Hyenjin rimase un attimo sorpresa da quella domanda, si sarebbe aspettate di tutto, tranne che quello.
"Allora?" Domandò Beomgyu aspettando una risposta. "Hyenjin, stai vivendo o sopravvivendo?"
"Non lo so neanche io... come faccio a saperlo se non so neanche la differenza tra le due cose." Rispose con voce triste.
"Secondo te qual è la differenza tra le due?" Beomgyu insisteva su questo argomento, la ragazza non ne capiva il perché ma sentiva come un peso togliersi mentre parlava perciò lasciò stare lo strano soggetto.
"Vivere io la vedo in questo modo: sperare che la giornta non finisca a godersi appieno ogni singolo secondo, mentre il soppravvivere è esattamente l'incontrario: guardare l'orologio e sperare che quella giornta finisca il prima possibile, con la consapevolezza che alla fine di essa ne comincerà un'altra che sarà identica alla precedente." Hyenjin aveva provato a dare suono a tutti i pensieri che le giravano per la testa da qualche settimana.
"E tu, in base alla descrizione che hai dato, dove ti vedi?" Chiese.

"Nella seconda opzione." Rispose dopo qualche secondo di silenzio. "Ma lo sai qual è la cosa veramente grave?" Disse con voce leggermente alta dopo un po'. "Che mi va bene così. Mi va bene soppravviere, non voglio cambiare niente. Anzi, non ne ho le forze." Concluse.
"Hey." Lo richiamò il principe del nord. "Va bene anche così, alla fine ognuno fa del suo meglio, finchè non dstruggi te stessa va bene."
"Nal caso io fossi già distrutta cosa succederebbe?" Sussurò.
"Ti aggiusterò io." Rispose Beomgyu sorridendo. Hyenjin rimase un attimo immobile alle parole del ragazzo. "Oh Dio, così suona male, nel senso... ovviamente non sei un oggetto però, si vabbè hai capito..." Disse velocemente preso dal panico, la scrittrice era stata per troppo tempo in silenzio e il povero principe credeva di aver detto qualcosa di sbagliato, ma in risposta lei radacchiò facendoli tirare un sospiro di sollievo.
"Non pensavo che il grande e temerario Principe del Nord si preoccupasse di queste cose e che potesse farsi prendere dal panico." Spiegò ridacchiando ancora.
"Voi terrestri siete particolari, non so la vostra cultura, credevo di aver detto qualcosa di offensivo." Rispose borbottando.
"No, anzi, tutt'altro." Beomgyu realizzò allora che li piaceva vedere la minore sorridere, ogni volta che lo faceva sentiva uno strano tepore al cuore. "Ho freddo, possiamo rientrare o vuoi restare ancora fuori ad ammirare le stelle?" Chiese alzandosi.
"Se hai freddo andiamo, continuerò a guardare le stelle la prossima volta." Rispose alzandosi anche lui.

In silenzio scesero le due rampe di scale ed entrarono nell'appartamento della ragazza.
"Vuoi mangiare?" Domandò la padrona di casa andando in cucina e tirando fuori due pacchi di noodles.
"Cosa sono?" Chiese curioso lui.
"La più grande invenzione dell'uomo, ecco cosa sono." Rispose buttando la pasta dentro la pentola. "E tu la mangerai." Beomgyu non disse niente, semplicemente si sedette ed osservò la ragazza fare da mangiare.
"Ecco a lei servito, noodles al pollo." Esclamò con fare altezzoso poggiando la ciotola davanti a lui. "Bene, buon appetito." Ringraziò per il pasto e cominciarono a mangiare.
"È buono!" Esclamò il ragazzo dopo di che cominciò a mangiarlo velocemente.
"Che ti avevo detto." Ribatté lei sorridendo.
"Lavò io i piatti." Disse offrendosi Beomgyu. "Tu mi hai offerto la cena, io ti ripago così." Sorrise prendendo le due ciotole.
Hyenjin sorrise guardando la figura slanciata del principe, non indossava i soliti abiti tradizionali dei popoli del nord, anzi erano vestiti normalissimi: una maglietta nera e dei jeans chiari.
"Staresti bene con un codino." Disse tutto d'un tratto osservando i lunghi capelli del ragazzo.
"La prossima volta me lo farai." Rispose mentre si asciugava le mani.

"Bhe, sua altezza del nord, come va il suo regno?" Domandò curiosa.
Alla fine dopo aver discusso per una quindicina di minuti su cosa fare (Hyenjin voleva assolutamente fare il codino a Beomgyu, ma quest'ultimo non voleva), si sono ritrovati distesi sul pavimento del salotto a fissare il soffitto.
"Bene, penso. Sono tornato dalla discussione con i popoli del centro ed è andata stranamente bene, sono collaborativi. Il problema saranno i popoli del Sud." Rispose sbuffando al ricordo.
"Heeseung, come sta?" Domandò ricordandosi del consigliere.
"Si è ferito in una battaglia, ma niente di grave." Rispose.
"Siete andati in battaglia?" Esclamò sorpresa.
"Bhe, non tutti i popoli del centro erano esattamente felici della nostra visita." Spiegò. Hyenjin si alzò di scatto, facendo preccupare il principe che fece lo stesso. "Tutto be-?" Stava per concludere la frase ma le mani fredde di lei si posarono sul suo viso.
"Non ti sei ferito vero?" Domandò osservando il viso e il corpo del ragazzo attentamente.
"Non mi sono ferito, solo qualche graffio a causa dei combattimenti, ma ho bevuto la pozione ed adesso sto benissimo." Rispose sorridendo dolcemente. "Hyenjin." La richiamò.
"Mh?"
"Dovresti andare a dormire, sarà da trenta minuti che ti si chiudono gli occhi." Disse ridacchiando.
"Non è vero, posso reggere un altro po'." Esclamò sbadigliando.
"Direi di no invece, forza vai a dormire." La rimproverò.
"Non voglio!" Esclamò ancora come una bambina.
"Perché non vuoi?" Chiese.
"Se mi addormento, quando mi sveglierò, tu non sarai più qua." Sussurò con la testa bassa. Pena, ecco cosa provava Hyenjin verso se stessa in quel momento, pena. Era patetica.
"Hey, ma guarda che io sono sempre qua con te." Rispose anche lui a voce bassa. "Non andrò da nessun parte, perciò forza, vai a dormire." Detto ciò Hyenjin si arrese, si alzò e con Beomgyu al suo fianco andò verso la sua stanza.
"Buonanotte." Sussurò dolcemente lui.
"Non andartene." Supplicò lei con la testa sprofondata nel cuscino e gli occhi pesanti.
"Io sono sempre qua." Furono le ultime parole che sentì prima di addormentarsi profondamente.

La mattina dopo si svegliò con un incredibile mal di testa e come se quello non bastasse, la notte scorsa si era dimenticata di tirare giù le tapparelle, perciò il sole la stava anche dando fastidio agli occhi.
Con fatica si alzò ed andò a lavarsi la faccia con l'acqua fredda. Con ancora la faccia gocciolante si diresse in cucina. Appena aprì la porta trovò sopra al tavolo le due ciotole di ieri sera, quella vuota dove aveva mangiato lei, mentre quella di Beomgyu era ancora piena dei noodles che aveva preparato.

 Appena aprì la porta trovò sopra al tavolo le due ciotole di ieri sera, quella vuota dove aveva mangiato lei, mentre quella di Beomgyu era ancora piena dei noodles che aveva preparato

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