«𝐧𝐨𝐰 𝐢𝐭'𝐬 𝐭𝐡𝐫𝐞𝐞 𝐢𝐧 𝐭𝐡𝐞 𝐦𝐨𝐫𝐧𝐢𝐧' 𝐚𝐧𝐝
𝐈'𝐦 𝐭𝐫𝐲𝐧' 𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐚𝐧𝐠𝐞 𝐲𝐨𝐮𝐫 𝐦𝐢𝐧𝐝
[...]
"𝐰𝐡𝐲'𝐝 𝐲𝐨𝐮 𝐨𝐧𝐥𝐲 𝐜𝐚𝐥𝐥 𝐦𝐞 𝐰𝐡𝐞𝐧 𝐲𝐨𝐮'𝐫𝐞 𝐡𝐢𝐠𝐡?"»- ᴀʀᴄᴛɪᴄ ᴍᴏɴᴋᴇʏs "ᴡʜʏ'ᴅ ʏᴏᴜ ᴏɴʟʏ ᴄᴀʟʟ ᴍᴇ ᴡʜᴇɴ ʏᴏᴜ'ʀᴇ ʜɪɢʜ?„
Ci mise qualche secondo a realizzare cosa aveva appena detto, quando lo fece alzò lo sguardo ed incontrò quello sorpreso del principe del nord.
"Io- cioè- nel senso- fai finta che quello che ho detto non sia mai uscito dalla mia bocca." Parlò velocemente con la faccia rossa per l'imbarazzo.
"Ma-"
"Fa finta che io non abbia detto niente.” Ripetè. Beomgyu non poté che annuire semplicemente. "È meglio se andiamo, tra poco dovrebbe passare il giardiniere e non voglio che ci becchi." Disse cominciando a scendere dalla piccola collina. Il Principe la seguì in silenzio.Saranno state le 5.30 del mattino e la ragazza stava barcollando per le strade deserte di Seoul.
"Dovresti scrivere Hyenjin." Disse Beomgyu ad un certo punto. "Se rimandi fai solo peggio."
"Lo so..." Sussurrò alzando la testa verso il cielo. "Ma sono stanca." Concluse alla fine. "Non so neanche io come spiegarlo, sono stanca anche se non ho fatto niente tutto il giorno. Sono stanca sia fisicamente che psicologicamente. Che dovrei fare? Fare una pausa? Dio sono stata in pausa per i primi 16 anni della mia vita. Ma ho sempre avuto questa sensazione. Non ho voglia di fare niente, non ho voglia di scrivere, non ho voglia di leggere, non ho voglia di guardare la TV, non ho la voglia e la forza di fare niente. L'unica cosa di cui sarei capace è buttarmi sul letto e fissare il soffitto." Parlò, fece uscire tutti i discorsi che la sua piccola testolina aveva raccolto in quei mesi o addirittura anni. "Ed è frustrante! Perché non so neanche io cosa voglia. Non so neanche chi sono io? Io sono la persona che sono davanti a te o sono la persona che sono davanti a Soobin, Yeonjun, Huening Kai. Chi sono io?!" Urlò. "E poi- poi- cosa dovrei fare? Questa non è stata una mia scelta. Io- io non ho scelto questa scuola, non ho scelto questo lavoro. Io ho solo seguito quello che mia madre mi ha detto di fare. Sono andata nella scuola in cui lei voleva andare alla mia età, sto scegliendo tutte cose che lei vuole. Neanche questo lavoro è mio. Sono diventata una scrittrice dopo che mia madre mi ha firmato il contratto con la mia attuale casa editrice. Io- chi sono? Cosa voglio?" Nel frattempo che parlava stava camminando. Diretta davanti a sé spedita, con Beomgyu al suo fianco che la osservava mentre parlava. Fino poi a fermarsi, sedersi per terra vicino a un lampione e mettersi le mani in mezzo ai capelli.
"Chi sono io?" Domandò in lacrime fissando il Principe negli occhi.
"Hey, Hyenjin, tu sei tu. Anche con le tue mille maschere." Rispose inginocchiandosi davanti a lei ed asciugandole le lacrime con il pollice. "Sono dell'idea che ogni tua singola maschera contenga un pezzetto, anche se piccolo, di te. Perciò l'unica cosa che devi fare è osservarle bene e cercare quel pezzettino che si sta per staccare. Cercali in ogni tua maschera, raccoglili e conservali con cura. Arriverai ad un certo punto con tanti piccoli pezzettini di maschera e adesso l'unica cosa che ti resta da fare è attaccare i pezzettini delle varie maschere fino a creare la maschera della tua persona, la maschera di te stessa." Beomgyu aveva parlato con una voce calma, pacata e non aveva mai staccato gli occhi da quelli di lei durante tutto il discorso.
"Ci proverò." Sussurrò dopo un po'.
"Forza alzati ed andiamo a casa." Il ragazzo si alzò e porse la mano a lei che la prese subito e si alzò. Poteva sentire il calore della mano del maggiore stringere la sua fredda.
"Puoi lasciarmi adesso la mano." Disse notando che aveva cominciato a camminare ma.
"Ma io non voglio." Hyenjin sorrise osservando il profilo del ragazzo."Mi fanno male i piedi!" Esclamò buttandosi sul divano.
"Direi hai camminato con delle ciabatte da nonnina." Ribatté lui.
"Pessima scelta lo so."
"Hyenjin." La richiamò. "Perché mi chiami solo quando sei fatta?" Domandò. Hyenjin rimase un attimo sorpresa. Si vedeva così tanto che era fatta? E come poteva spiegare al ragazzo che era l'unico modo per poterlo vedere? Non voleva dirgli la verità. Che lui in realtà non esisteva e che era tutto un brutto gioco della sua mente. Seconda la sua testolina appena avrebbe detto la verità lui sarebbe sparito. Ed era l'ultima cosa che voleva.
"Perché sei l'unica persona che viene." Rispose. "E poi sei anche l'unica persona a cui non faccio pena." Sorrise amaramente.
"Dovresti dormire, sono le 6 del mattino e non hai ancora chiuso occhio." Cambiò discorso.
"Non voglio!" Esclamò. "Se chiudo gli occhi tu te ne andrai... ed è l'ultima cosa che voglio."
"Hey." Si abbassò alla sua altezza, visto che era ancora distesa sul divano, lei girò la testa a destra, così da poterlo guardare in faccia. "Anche se me ne vado io tornerò sempre, chiaro?"
"Chiaro." Rispose con la voce mezza assonnata.
"Buonanotte Hyenjin." L'ultima cosa che sentì furono le labbra calde del principe che le baciava la fronte.La mattina dopo si svegliò con i postumi della droga.
"Caffè." Pensò alzandosi dal divano su cui si era addormentata ieri.
"La testa, porca puttana." Sussurrò appoggiando la testa sul muro mentre aspettava che la macchinetta del caffè si scaldava.
"Ash." Fissò il computer in carica sopra al tavolo. Doveva scrivere ma non ne trovava né la forza né la voglia.
Così appena la sua tazza di caffè mattutina fu pronta la prese, si incamminò verso la sua libreria, prese un libro e si sedette sulla sua terrazza. A bere il suo caffè mentre leggeva "Circe" e i raggi del sole le scaldavano la pelle. Avrebbe sempre voluto cominciare la giornata così, se non contiamo i postumi della droga.
Fissò i tetti degli edifici, Seoul aveva una marea di grattacieli che le coprivano la visuale. Sospirò.Ad un certo punto qualcuno suonò il campanello, era così inaspettato che saltò sul posto e urlò.
"Chi cazzo è?" Pensò alzandosi. Appena lo vide rimase un attimo interdetta.
Non aveva voglia di parlare con suo fratello.
Si avvicinò al citofono e parlò.
"Cosa vuoi esattamente Huening Kai?"
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[💊] 𝐝𝐫𝐮𝐠𝐬 ❲𝐜𝐡𝐨𝐢 𝐛𝐞𝐨𝐦𝐠𝐲𝐮❳
Fanfiction[𝗜𝗡 𝗖𝗢𝗥𝗦𝗢] {약제} «❄︎» Capita a tutti di avere "lo blocco dello scrittore", anche i più grandi letterari l'hanno avuto, ed ognuno lo supera in modo diverso. Qualcuno si distrae, altri escono, leggono altri libri o guardano film in cerca di ispi...