[ 𝒇 𝒊 𝒗 ; 𝒆 ]

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«𝐝𝐨𝐧'𝐭 𝐠𝐨𝐛𝐫𝐞𝐚𝐤𝐢𝐧𝐠 𝐦𝐲 𝐡𝐞𝐚𝐫𝐭𝐝𝐨𝐧'𝐭 𝐠𝐨»

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«𝐝𝐨𝐧'𝐭 𝐠𝐨
𝐛𝐫𝐞𝐚𝐤𝐢𝐧𝐠 𝐦𝐲 𝐡𝐞𝐚𝐫𝐭
𝐝𝐨𝐧'𝐭 𝐠𝐨»

- ᴛxᴛ “ᴇᴛᴇʀɴᴀʟʟʏ„

Hyenjin era al quinto bicchierino quando il telefono cominciò a suonare incessantemente, sbuffando lo prese dalla tasca dei pantaloni, appena vide chi era la persona che stava disturbando la sua bevuta aprì gli occhi di scatto e velocemente uscì dal locale.
"Hey, dimmi Kaikai." Disse accettando la chiamata.
"Penso che resterò un'altra settimana in america."  La informò.
"Come mai?"
"La zia non sta tanto bene, ritornerò in Corea quando sono sicuro che starà meglio..." Spiego. "Vuoi che dica qualcosa ai nostri geni-" Stava per chiedere.
"No, non serve." Rispose freddamente la ragazza.
"Va bene... Sei fuori? Non dirmi che sei al Sweetnight." La rimproverò.
"Sono solo venuta a salutare Yeonjun." Bugia.
"Sarà meglio per te. Adesso vado qua è mattina ed ho un botto di cose da fare." I due fratelli si salutarono, appena Hyenjin chiuse la chiamata tirò un sospiro di sollievo, appoggiò la schiena al muro e guardò il cielo.

"Sembri venuta fuori da un divorzio." Disse la voce fredda di Taehyun.
"E tu da una giornata di merda." Ribatté la ragazza.
"Ho litigato con uno giusto cinque minuti fa." Rispose sbuffando.
"Per caso..." Cominciò a dire la ragazza. "Ti avanza roba?" Sussurò.
"Hyenjin." La ragazza alzò gli occhi al cielo, la stava per rimproverare. "Hai ordinato due pasticche ieri. Non ti fa bene. E in più non voglio avere sulla coscienza la morte di una persona famosa."
"Sono solo scuse, tsk, uno spacciatore che si rifiuta di vendere la propria merce, mai visto una cosa del genere. Preferisci che vado da uno sconosciuto qualsiasi? Può essere che me la venda anche tagliata male." Ribatté.
"Perché ti serve? L'hai già presa la tua dose per completare il capitolo su cui eri ferma." Esclamò Taehyun.
"Non mi serve per la scrittura." Sussurò.
"Non dirmi che ne sei diventata già dipendente?" Domandò lui stupito.
"Non è neanche per quello." Rispose sbuffando. "Io te lo dico, ma tu non prendermi per pazza." Li puntò il dito contro minacciandolo, annuì semplicemente.
"Ieri, quando ho preso le pasticche per andare avanti a scrivere, bhe... Non mi sono messa a scrivere, ma è comparsa una persona al mio fianco, lo so che sembra strano da dire, ma al mio fianco c'era Beomgyu, il protagonista della mia storia. E lo so che sembrerà ancora più strano, ma mi ha abbracciato e sentivo di percepire il suo calore... Io non so che pensare, so, okay, perché ne sono consapevole che sia impossibile, ma sembrava così dannatamente reale." Spiegò con le lacrime agli occhia, perché stava per scoppiare a piangere?
"Ho sentito storie peggiori." Sussurò. "Perciò vuoi altra droga per rivederlo?"
"Ni, voglio vedere se è stato un caso od altro." Rispose sospirando.
"È l'ultima roba che mi rimane. E te lo dico, per una settimana non ti darò più niente." Disse dopo averci pensato un po'. Tirò fuori dalla tasca la bustina con dentro le due pasticche e la appoggiò sul palmo della mano di Hyenjin. "Offro io." Andò via poi, facendo finta che quello che era appena successo non fosse accaduto.

Hyenjin osservò la bustina nella sua mano e la direzione verso cui il ragazzo era andato via. Ancora confusa dal fatto che Taehyun le avesse dato quanto richiesto, per lo più gratis, rientrò dentro al bar.
"Era Huening Kai?" Domandò Yeonjun, la ragazza annuì appoggiando la testa sul bancone. "Tutto okay?"
"Mi ha solo detto che resterà in America per un tempo indefinito, fino a quando la zia non si riprenderà. Ah, sono stanca, vado a casa. Ecco i soldi per i drink." Appoggiò i soldi sul bancone ed uscì velocemente.
Non aspettò neanche un secondo ed appena fu fuori ingoiò le pasticche, intanto non avrebbe fatto effetto subito.

Mancavano circa cinque minuti prima di arrivare a casa, sospirò.
"Perché le strade sono così rumorose?" Domandò una voce al suo fianco. Hyenjin si spaventò per un secondo, girò la testa e al suo fianco vide Beomgyu. "Al nord la sera è sempre quieta, a parte i giorni di festa." Si lamentò.
"Seoul è sempre rumorosa." Sussurò ancora sorpresa. Aveva funzionato? Era veramente grazie alla droga che riusciva a vedere Beomgyu? Bhe, il ragazzo al suo fianco sembrava reale, toccò i suoi capelli lunghi, sembrava così reale.
"Perché mi stai toccando i capelli? È inquietante." Disse allontanandosi.
"Scusa, non volevo."
"Bene, dove andiamo? Vuoi stare ancora dentro quella specie di cosa dove siamo stati l'altra volta? Non è male come posto, è tranquillo ed io ho bisogno di riposarmi." Parlò velocemente cominciando a camminare.
"Come fai a sapere che questa è la via per il mio appartamento?" Domandò Hyenjin ad un certo punto.
"Perché sono nella tua testa." Rispose.
"Perciò non sei reale?"
"No, io sono reale, riesci a toccarmi, no?" Li prese la mano e la trascinò lungo le scale del condominio correndo.
"La prossima volta non correre, stavo per scivolare." Esclamò col fiatone.

Beomgyu ignorò le urla della ragazza e si sedette sulla panchina. Il condominio dove Hyenjin viveva era dotato di un piccolo tetto, che era stato arredato come un piccolo giardino. Oltre alla piccola panchina c'era un tavolo dove di solito si sedevano e mangiavano per le feste, qualche piantina del coinquilino sotto di lui, se non si ricordava male il nome era Namjoon ed infine delle luci.
"È carino." Sussurò il ragazzo osservando il tetto.
"È tranquillo, per questo ci vengo spesso." Rispose la ragazza dai capelli argentati osservando il cielo, poteva vedere qualche stelle nonostante l'inquinamento luminoso di Seoul.
"Come mai mi hai chiamato?" Chiese lui.
"Io non ti ho chiamato." Rispose confusa.
"Si che mi hai chiamato." Ribatté lui osservandola.
"Sei strano." Sussurò a bassa voce.
"Prenditela con la creatrice." Disse ridacchiando, solo dopo qualche secondo si ricordò che era lei stessa la sua creatrice.
Restarono in silenzio per circa trenta minuti, si goderono il chiasso di Seoul che ricchieggava lontano (Hyenjin viveva verso il confine della grande capitale Sud Coreana), il vento fresco che accarezzava i loro volti stanchi, le cicale che suonavano una melodia per loro e la presenza l'uno dell'altro.
"Beomgyu." Lo richiamò la ragazza.
"Che c'è?" Sussurò con paura di rovinare  la quiete che si era creata.
"Che differenza c'è tra vivere e sopravvivere?" Domandò dando voce ai pensieri che stavano alloggiando nella sua testa da qualche giorno.
Beomgyu la guardò sorpreso a causa della domanda inaspettata, sospirò per poi sorridere leggermente, ma non un sorriso di scherno, un sorriso dolce e comprensivo.
"Prima di tutto tu, Hyenjin, stai vivendo o sopravvivendo?" Domandò a sua volta.

"Prima di tutto tu, Hyenjin, stai vivendo o sopravvivendo?" Domandò a sua volta

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