«𝐢𝐭'𝐬 𝐦𝐲 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐲
𝐚𝐧𝐝 𝐢'𝐥𝐥 𝐜𝐫𝐲
𝐢𝐟 𝐢 𝐰𝐚𝐧𝐭 𝐭𝐨»- ᴍᴇʟᴀɴɪᴇ ᴍᴀʀᴛɪɴᴇᴢ “ᴘɪᴛʏ ᴘᴀʀᴛʏ„
Hyenjin incrociò le braccia e lo portò verso l'interno, aveva freddo. Bhe, d'altronde era pieno inverno e lei era uscita di sera con addosso solo una felpa, pantaloni corti e le infradito. Imprecò, ma non per la sua stupidaggine per non aver pensato di vestirsi meglio prima di uscire, imprecò contro Soobin, che le aveva preso la droga ed era andato via. Si guardò un attimo in giro per capire dov'era, mancavano ancora dieci minuti alla casa del manager.
Durante il tragitto pensò a cosa dire senza sembrare una tossicodipendente, solo dopo realizzò che in qualunque caso il blu l'aveva ormai etichettata in quel modo.Finalmente arrivò davanti al condominio del ragazzo, cercò il suo nome tra i vari campanelli e quando lo trovò cominciò a suonare. Prima volta, nessuna risposta, seconda volta, nessuna risposta, terza volta, nessun risposta, alla quarta cominciò ad arrabbiarsi e così inizio a suonare più volte velocemente. Dal palazzo cominciarono ad uscire urla e imprecazioni, infondo erano pur sempre le due del mattino. Fino a quando Soobin non decise finalmente di aprirle il portone. Si fece le tre rampe di scale e finalmente si trovò davanti Soobin. Com'è giusto che sia, il povero manager stava tranquillamente dormendo quando Hyenjin aveva cominciato ad attaccarsi al campanello, infatti indossava un pigiama bianco con dei ricci disegnati e i capelli blu erano tutti per aria.
"Cosa succede?" Domandò facendola entrare.
"Dove hai messo le mie pasticche?" Chiese direttamente dopo che lui aveva chiuso la porta. Il ragazzo sembrò pensarci qualche secondo, infondo si era appena svegliato non poteva pretendere che ragionasse velocemente, poi si ricordò quello che era successo. Il suo sguardo pensieroso si tramutò in uno triste, se era là significava che aveva notato che la droga mancava e se aveva notato che la droga mancava questo significava che aveva pensato a farsi.
"Hyenjin-" Provò a dire qualcosa.
"Soobin, dammi la mia roba così io me ne andrò e tu ritornerai a fare il tuo sonno di bellezza." Lo fermò porgendoli la mano aperta.
"No Hyenjin!" Esclamò arrabbiato. "Non mi scapperai ancora, okay? Adesso tu stai qua e ne parliamo seriamente." Disse, la ragazza non poteva fare niente, aveva bisogno della roba ma finché non avrebbe parlato con lui non l'avrebbe riavuta indietro. Incrociò la gambe.
"Parla pure." Disse con sguardo indifferente."Hyenjin, spiegami tutto." La pregò.
"Non c'è niente da dire, tempo fa quando avevo avuto un blocco dello scrittore mi sono drogata dopo averle provate di tutto, il giorno dopo mi sono svegliata con il capitolo già pronto. Ho avuto un momento di panico e blocco con questa storia, così presa dalla disperazione l'ho fatto di nuovo." Spiegò.
"Non è tutto..." Sussurrò dopo aver osservato l'amica per un po'. "Dimmi tutto." Marcò l'ultima parola.
"Dopo essermi fatta, ho visto Beomgyu al mio fianco."
"Il protagonista della tua storia?" Lei annuì.
"Lui- lui era al mio fianco e lo so che sembrerà strano... Ma, come te lo posso dire senza sembrare pazza? Lui era là con me, io- io lo sentivo. Sentivo il suo tocco caldo e gentile mentre mi accarezzava i capelli o mentre mi abbracciava, sentivo il battito del suo cuore contro la mia schiena. Io lo sentivo." Disse con una voce triste." Lo so che sembro pazza, ma è la verità."
"Ti credo." Sussurrò dopo un po'. "Cioè, credo al fatto che tu mi abbia detto la verità, ma-" Si fermò un attimo. "Tutto il dopo, sembra troppo surreale anche per me. Forse è solo l'effetto della droga Hyenjin, sai a volte il nostro cervello può fare brutti scherzi." Disse ridacchiando leggermente.
Hyenjin fissò il manager, anche Seungkwan aveva detto le stesse cose, e non capiva se preferiva essere definita pazza e fuori di testa o una tossicodipendente. Non aveva neanche la forza di ribattere. Per lei Beomgyu era reale, era là con lei quando si faceva, sentiva il suo calore, lo sentiva. Annuì semplicemente.
"Mi stupisce che tu ti sua fatta..." Sussurrò dopo un po'. "Insomma, avevi promesso sulla tua stessa vita che non saresti mai diventata come tua madre."
"Io non sono come mia madre." Esclamò arrabbiata ed offesa. "Non sono come quella stronza egoista che pensava solo a comprare droga che a prendere il cibo per sfamare i suoi figli. Non provare più a dire una cosa del genere Choi Soobin." Disse puntandogli il dito contro. "Adesso, se non ti dispiace, ridammi la mia roba che devo tornare a casa." Rimise la mano davanti a lui ed aspettò, ma Soobin non fece niente. Così perse la pazienza, si alzò e cominciò a cercare per casa. Fino a quando non le trovò, nascoste sotto uno dei due cuscini del letto.
"Hyenjin!" Esclamò prendendola per un polso. "Ti prego non farlo." La supplicò.
"Non sono come mia madre." Sussurrò con voce pianta, tirò con uno strattone il suo braccio, facendo così mollare la presa al ragazzo. "Ci vediamo Soobin." Detto ciò uscì dall'appartamento e ricominciò a camminare verso casa.
Ci ritornò verso le quattro del mattino e senza aspettare un secondo di troppo si buttò sul suo letto a dormire.Dall'altra parte, invece, Soobin era restato tutta la mattinata a pensare come con la sua amica. Non aveva chiuso occhi per la preoccupazione.
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[💊] 𝐝𝐫𝐮𝐠𝐬 ❲𝐜𝐡𝐨𝐢 𝐛𝐞𝐨𝐦𝐠𝐲𝐮❳
Fanfic[𝗜𝗡 𝗖𝗢𝗥𝗦𝗢] {약제} «❄︎» Capita a tutti di avere "lo blocco dello scrittore", anche i più grandi letterari l'hanno avuto, ed ognuno lo supera in modo diverso. Qualcuno si distrae, altri escono, leggono altri libri o guardano film in cerca di ispi...