«Mio padre è stato il mio eroe, per un certo periodo. Mi comprava il gelato ogni volta che mi veniva a prendere da scuola e la sera passavamo le ore a guardare insieme le stelle. Quando mi ha avuto era giovane, eppure non sembrava fare differenza per lui»
Comincio, senza avere il coraggio di guardare in faccia il ragazzo al mio fianco, sto scoprendo il mio cuore già abbastanza e non voglio piangere un'altra volta davanti a lui.
«Mia mamma lo amava. Dio, quanto lo amava. A volte credevo che amasse più lui di me, ed è sempre stata la cosa che più mi rendeva felice di lei. Ero piccola ma era impossibile non vedere come lo guardava.»
Damiano sta in religioso silenzio, e non posso fare a meno di pensare quanto per lui questa situazione possa essere ridicola e imbarazzante.
«Credevo che anche lui la amasse. Ma di una cosa ero sicura, amava me molto di più. Poi un giorno qualcosa è cambiato. Non è stato improvviso, è sparito dalla mia vita gradualmente. Ha iniziato a tornare a casa più tardi, a venirmi a prendere a scuola sempre meno spesso, e a smettere di guardare le stelle con me.»
Tutta la rabbia e il rancore che serbo verso quell'uomo, ora che servono non riescono a riaffiorare. Provo solo un grande dolore, una grande nostalgia.
«Finché ha smesso anche di dormire a casa nostra, per poi sparire del tutto. Anni dopo scoprii che aveva un'altra donna, o forse più di una, e che se ne era andato per seguire i suoi sogni di cui non mi aveva mai parlato.»
Trovo in qualche modo il coraggio di girarmi verso il moro al mio fianco, trovando i suoi occhi profondi già fissi su di me. Sul suo viso non c'è neanche un minimo di disagio, sembra solo estremamente concentrato.
«È stato il primo uomo che mi ha spezzato il cuore. Per questo faccio fatica a dare amore a qualcuno, adesso. L'unica volta che l'ho fatto sono stata accartocciata e buttata nel cestino»
Alle ultime parole lui corruga le sopracciglia, come se stesse pensando, e io spero con tutta me stessa che non noti i miei occhi lucidi.
«Sai qual è la cosa che fa più male? Che è stato così nella mia vita per così poco tempo che non riesco neanche a ricordare il suo viso con precisione»
«E adesso cerca di ripiombare nella mia vita, ma non capisce che per me è morto»
Concludo, trattenendomi dal dire le altre migliaia di cose che sarebbe doveroso che dicessi sull'argomento, non volendo pesare troppo sulle spalle del moro.
Quest'ultimo mi continua a guardare con fare pensieroso, stando in silenzio per qualche minuto intero, riflettendo su cosa dire.Mi osserva con un'intensità che mi mette a disagio, ma allo stesso tempo mi fa sentire libera di dire qualsiasi cosa voglia.
«Sai cosa penso? Penso che dovresti esse' egoista tu, questa volta»
Afferma, tagliando il silenzio con la sua voce rauca, facendomi pensare che sia della mia stessa opinione. Poi però riprende a parlare, senza che io gli abbia ancora risposto.
«E con questo intendo che devi fa' quello che ti può fa stare bene. Se riuscirai ad essere felice eliminandolo del tutto dalla tua vita, devi fallo.»
Deglutisco lentamente, seguendo con attenzione le sue parole che escono fluide dalle sue labbra, come se le avesse studiate.
«Però Elì, se c'è anche solo 'na possibilità che tutta sta roba che c'hai dentro migliori leggermente rincontrandolo, allora credime che se non lo fai te ne pentirai pe tutta la vita»
Effettivamente non l'avevo mai vista in questo modo. So cosa voglio davvero? So cosa mi renderebbe più felice? No.
«E non devi farlo per lui, ma solo per te stessa. Non devi perdonarlo, non devi manco parlare se non te va. Però se può farti bene senti che c'ha da ditte»
Lo guardo negli occhi, e posso percepire io stessa la mia espressione da cane bastonato che cerca disperatamente aiuto.
Annuisco, abbandonando la schiena sulla panchina, ancora sconvolta da ciò che è successo nelle ultime ore e soprattutto dal mio aver spifferato tutta la mia vita ad uno sconosciuto.«Grazie Damiano»
«Guarda che poi anche evita' de chiamame sempre cor nome intero eh»Scherza, dandomi una spinta amichevole sulla spalla e ridendo, smorzando l'atmosfera troppp intensa che si era creata.
«Non mi piacciono i soprannomi»
Taglio corto, arricciando il naso, e lui alza gli occhi al cielo con ironia.
«Sei strana forte»
«Me lo dicono in tanti»
«Fatte du domande allora, riccia»Guardo l'orologio chiedendomi quanto ancora ci metterà Clarissa ad arrivare, e il moro vedendo quel mio gesto fa qualche battuta su come quella ragazza sia sempre in ritardo.
«Che fate stasera?»
«Sei scema? Le prove della band, tu e Clarissa dovete venire a vedecce e te manco te ricordi?»Per un secondo lo guardo stupita, poi sbuffo all'ennesima pianificazione della mia serata da parte di Clarissa che non si è neanche degnata di comunicarmelo.
«Sai com'è, la tua ragazza ha la brutta abitudine di scegliere per me»
«Vabbò meglio così no? Almeno ce vieni a vede'. Cioè, ce venite a vede'. Dovete essere onorate»Sto per rispondergli che è solo un egocentrico, quando la voce allegra della bionda che ci richiama all'attenzione interrompe la conversazione.
Clarissa è a poca distanza da noi e ci sta venendo incontro con un sorriso enorme stampato sul volto, per poi come sempre salutare prima me con un abbraccio stritolante e poi il suo ragazzo con una quantità industriale di baci salivosi.
Sentendomi di troppo abbasso lo sguardo sul mio cellulare, rientrando per errore nella chat con mia mamma. Dovrei risponderle. Fino a mezz'ora fa credevo che avrei detto un no secco, ma comincio a non esserne più così sicura.
Ci avviamo verso la macchina di Damiano, e mentre lui fa manovra la mia amica si affianca a me guardandomi in modo complice.
«Sono troppo felice che stiate facendo amicizia! Cosa ne pensi di lui?»
Domanda, con gli occhi che brillano, e io mi intenerisco in un istante. Chi l'avrebbe mai pensato che una così sarebbe potuta diventare una mia amica.
«È un ragazzo a posto, Clarissa, hai la mia benedizione»
Scherzo, prima di salire nel sedile posteriore del moro che ci aspetta spazientito.
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Lontano dal cuore|| Damiano David
FanfictionÈ difficile tenerti "lontano dagli occhi e lontano dal cuore", quando mi sei in mezzo ai piedi ogni secondo, e mi guardi con quegli occhi consapevoli del fatto che non potrò dimenticarti mai.