Osservo il ragazzo ammutolita per qualche minuto, combattuta tra il buttarmi tra le sue braccia e il far valere le mie idee.
È arrabbiato.
Questo è innegabile, è troppo evidente dal suo sguardo di fuoco ma allo stesso tempo distante.
Certo, la fa facile lui. Non gliene frega niente di nessuno, fa solo ciò che fa stare bene lui e non lo sfiora neanche il fatto che le sue azioni potrebbero far soffrire qualcuno.Lo guardo mentre mi osserva in attesa di una risposta al suo ultimatum, e in quell'esatto momento mi ricordo di non essere io quella sotto accusa.
«Sai cosa Damiano?Vaffanculo»
L'espressione che mi rivolge è impagabile.
Sgrana appena gli occhi e serra la mascella, mentre io gli riservo il mio migliore sguardo accusatorio.«È tutto troppo facile per te. Non provi neanche per un secondo a metterti nei miei cazzo di panni, questo significa essere egoisti!»
Alzo la voce poggiandogli l'indice al petto e spingendolo leggermente, per poi girare i tacchi e allontanarmi dal moro a grandi falcate.
«Significa sapere cosa si vuole, e non mettere in dubbio tutto pe' la prima persona che se mette in mezzo»
La sua voce mi arriva alle spalle e capisco che sta camminando dietro di me, ma mi sembra quasi che le sue parole non facciano altro che peggiorare la situazione, quindi per un attimo spero solo che smetta di seguirmi.
«E vuoi fermatte porco due? Fumo da quando ho tredici anni non c'ho i polmoni pe' inseguitte»
E allora inchiodo. Mi fermo in mezzo alla strada e mi volto verso Damiano, inviperita, con le braccia incrociate al petto per negargli qualsiasi tipo di apertura.
«Senti, io non so come cazzo faccia tu a stare per un mese con una persona senza provare neanche un briciolo di affetto. »
Inizio, imitando il tono di freddezza e distacco che lui ha usato con me fino a una manciata di minuti fa.
«E anche se ne fossi davvero capace, dovresti capire che io invece voglio bene a quella persona.»
Stranamente la mia sicurezza non vacilla neanche in seguito allo scontro con i suoi occhi rabbiosi, resto impiantata sul posto a debita distanza dalla sua figura.
«Invece che cercare di trovare una soluzione con me, hai preferito lavartene le mani come se questo non fosse anche una tua responsabilità!»
Sto dando spettacolo, ci sono delle mamme che stanno portando i figli al parco che fanno il giro largo per non doversi intromettere nella discussione, e questo mi convince ad abbassare il tono di voce.
«E indovina, Damiano? È una tua cazzo dì responsabilità invece. Ci sei dentro tanto quanto me, e anche se non te ne frega un cazzo questo non ti da il diritto di lasciarmi da sola a gestire questa merda. »
Concludo, guardandolo dritto negli occhi con decisione, stufa di essere continuamente inibita nel discutere a causa dei miei sentimenti per lui.
Lui rimane in silenzio per qualche istante. Le sopracciglia corrugate, la mandibola contratta e le mani nelle tasche dei pantaloni. Devo usare tutta la mia concentrazione per non farmi distrarre dalla sua bellezza.
«E se fossi tu, quella che sta sbagliando?»
Mi provoca poi, alzando appena il mento per guardarmi dall'alto in basso.
«Perché io capisco che non vuoi ferì la tua amica, ma non capisco pe' niente come tu possa mette la sua felicità sopra alla tua»
Stringo le labbra, non dando nessun segno visibile di ripensamento, nonostante dato il mio carattere riflessivo mi fermo molto a pensare a ciò che dice.
«Sempre che tu sia felice insieme a me, altrimenti tutto questo non ha senso»
«Lo sono»
«E allora comincia ad esse anche tu un po' più egoista, perché 'sta società de merda ce fa crede che sia 'na cosa negativa quando in realtà è l'unico modo pe essere felici»
Il suo tono tagliente mi colpisce in continuazione, il suo discorso mi è chiaro ma non credo di essere della stessa idea.
«Forse sì. O forse pensare agli altri alla fine ripaga sempre.»
Sbuffa una risata, poggiando si al tronco di un albero che sta dietro alla sua schiena.
«Può essere, ma mentre aspetti di esse ripagata il tempo passa, e nel frattempo tu cresci»
Mi guarda in modo quasi ostile, anche se quello che si coglie dalle sue parole è solo una grande sincerità.
«La vita ce sembra domani, Elì, e 'nvece è tutta adesso»
Annuisco internamente, mentre rifletti sulle sue parole che come sempre sono intense e piene di significato.
Respiro profondamente, passandomi le dita tra i ricci arruffati che mi cadono sulle spalle in una fontana di castano.
«Tu parli tanto ma non offri mia soluzioni concrete. Mi dici cosa dovrei fare, ma non provi in nessun modo ad aiutarmi a cercare un modo per ferire il meno possibile le persone a cui tengo.»
E in effetti, il centro della conversazione si è spostato un po' troppo.
«Io so che voglio stare con te, Damiano, ma ho una situazione che mi preme risolvere prima»
«Stai a esagerà. Non è così tragica come la vedi te»
E vorrei dirgli che lui forse non sa cosa significa trovare la prima vera amica a diciannove anni.
Forse non ha idea di quanto sia difficile pensare di rischiare di perderla subito dopo averla trovata.Non lo sa, e non lo biasimo per questo, ma penso che spesso quando non si sanno le cose è meglio stare zitti.
«Non puoi sentenziare sulla sensibilità altrui. E ora riportami a casa»
Concludo, un po' delusa dalla sua apparente mancanza di empatia, per poi dargli le spalle e avviarmi verso la sua macchina parcheggiata a breve distanza.
Non appena lui la apre io salgo a bordo, e seguono una manciata di minuti di viaggio in cui regna un silenzio assordante che è tutto tranne che piacevole e pacifico.
Lui continua a picchiettare le dita sul volante, nervoso, e io mantengo lo sguardo fisso sulla strada.
Infondo vogliamo entrambi la stessa cosa. Vogliamo stare insieme, ma certe volte avere un obiettivo comune non basta. Lui ha la strada spianata per poterlo fare, e non ha alcuna intenzione di infilarsi tra i rovi per aiutarmi.Parcheggia abbastanza lontano dal mio dormitorio per far sì che Clarissa non ci veda.
Scendo dall'auto e lo saluto con un cenno del capo, ma lui si sporge verso di me per dirmi qualcosa prima che me ne vada.«Chiamami quando saprai cosa vuoi»
«Sì dai, vaffanculo»
Sbatto la portiera con forza sentendolo imprecare di rimando, ma io sono felice di aver sfogato la mia rabbia sulla sua stupida macchina.
Idiota.
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Lontano dal cuore|| Damiano David
FanfictionÈ difficile tenerti "lontano dagli occhi e lontano dal cuore", quando mi sei in mezzo ai piedi ogni secondo, e mi guardi con quegli occhi consapevoli del fatto che non potrò dimenticarti mai.