Rispondo con una lavativa alzata di spalle alla battuta di Damiano sull'assurdità dell'ordinare un cornetto alla nutella alle cinque del pomeriggio, godendomi il primo morso di questo pezzo di paradiso.
«Tu non capisci, stamattina non ho fatto colazione e l'ho sognato ad occhi aperti per tutta la mattina»
Mi sento in dovere di giustificarmi, mentre il moro mi guarda dall'alto in basso con un'espressione a metà tra il divertito e il disgustato.
«Sei strana, l'ho già detto?»
«Sì, e io ti ho già detto che è davvero triste andare al bar per ordinare un caffè?»
Domando, rigirando verso di lui l'accusa. Non lo facevo uno da zucchero nel caffè, invece ce ne mette un cucchiaino abbondante.«Sarebbe più triste se mi addormentassi durante le prove senza averlo preso, credimi»
Appoggio il cornetto mangiato per metà sul mio piattino, facendo una pausa per pulirmi le dita impastricciate di zucchero a velo sui tovagliolini del bar, che più che tovaglioli sembrano essere carta vetrata.
«Avete dei progetti per le prossime settimane?»
Mi farebbe piacere sentire una vera e propria esibizione in qualche locale, visto che l'unica volta che ne ho avuto occasione sono stata interrotta da una notizia spiacevole.
«Domani suoniamo al Mopp's, te l'avrei detto se nun fossi sparita pe una settimana»
«Figo! Non vedo l'ora di sentirvi»
«Figo»
Mi scimmiotta, deridendomi per la parlata nordica di cui faccio fatica a liberarmi.
Alzo gli occhi al cielo fintamente infastidita, sentendomi molto più a mio agio del previsto in questa situazione.«Comunque sì, neanch'io vedo l'ora. Ogni volta potrebbe essere importante, metti che ce sta qualche pezzo grosso tra il pubblico e ci nota»
Il suo piglio un po' sbruffone scompare del tutto quando parla dei suoi sogni, non è la prima volta che lo noto. Gioca nervosamente con un tovagliolo di carta e ha un'espressione felice e un po' intimorita sul viso, e in questo momento l'unica cosa che mi viene da pensare è a quanto sarebbe bello ritrarlo.
Credo che abbia un volto che si presta perfettamente alla mia tecnica di disegno, e se solo non suonasse strano e ambiguo glielo proporrei.
«Sono sicura che succederà»
«Grazie Elì, anch'io lo penso»Mi guarda intensamente negli occhi e sorride appena, stando in silenzio. Vorrei distogliere lo sguardo dal suo, che mi sta facendo chiudere lo stomaco, ma allo stesso tempo c'è qualcosa che mi impedisce di farlo.
È lui a riprendere in mano la situazione, dopo una manciata di secondi, tirandosi su le maniche della maglietta e riacquisendo la solita sfrontatezza e sicurezza.
«Famme capì quer cornetto lo finisci o se fa sera?»
«Hai fretta per caso?»Ribatto, non potendogli di certo dire che mi è venuto a caso un nodo nello stomaco e che se provo a ingoiare qualcosa vomito.
«No»
Cede, ma effettivamente mi viene in mente che è meglio guardare che ore sono se dobbiamo andare a prendere Clarissa.
Sblocco il cellulare. Le 17.40.«Cazzo! Dobbiamo muoverci le lezioni sono finite dieci minuti fa!»
Mi agito, alzandomi dalla sedia e recuperando borsa e cellulare.
Damiano invece non sembra per niente sorpreso, semplicemente rimane seduto con un'espressione vagamente colpevole stampata sul viso.«In realtà le ho detto che non passo oggi»
«Cosa? Perché?»Il moro scrolla le spalle con fare indifferente, e io sono sempre più stupita dai suoi repentini cambiamenti caratteriali.
«Mica ce dovemo vede' ogni secondo, voglio i miei spazi, e poi mi va di stare con te ora»
Il nodo allo stomaco si stringe ancora di più e io darei qualsiasi cosa per poter controllare le stupide e insensate reazioni del mio corpo.
«Damiano, ma che c'entra, i tuoi spazi te li puoi prendere uscendo con i tuoi amici...»
«Infatti, è ciò che sto facendo»Mi interrompe, con finta espressione angelica, e io non so davvero cosa fare. Non mi sembra una cosa carina e la mia testa mi dice di girare i tacchi e andare a prendere Clarissa almeno io, però c'è qualcosa che mi blocca dal farlo.
«Non mi sembra una cosa bella»
Cerco di fargli capire, scoraggiata, già sapendo che lui non cambierà idea e che sarò io a dover decidere cosa fare.
«Daje, un'altra ora e basta, poi te riporto a casa dall'amica tua, vi fate belle e vi passo a prendere più tardi per uscire»
Vorrei fargli notare che Clarissa, "l'amica mia", è la sua fidanzata quindi dovrebbe evitare di chiamarla così, ma decido di non aggiungere un altro elemento di cui dover stare a parlare.
«Sei sciocco se credi che la prenderà bene»
«Sei sciocca se credi che glielo dirò»
Ribatte, ridendo, ed è ovvio che dirglielo non sarebbe una mossa furba, ma allo stesso tempo il fatto che voglia tenerglielo nascosto mi da l'ennesima conferma che non è una cosa giusta da fare.«Perché non glielo vuoi dire?»
«Perché non capirebbe, penserebbe subito al peggio»Lo scruto attentamente per qualche istante, e la mia stupida vocina dell'istinto mi dice che non c'è niente di male nell'uscire con un amico, anche se è il ragazzo della tua migliore, nonché unica, amica.
Sbuffo, arrendendomi, ricascando sulla sedia da cui mi ero alzata con tanta fatica e accettando di rimanere ancora nonostante questa cosa non mi faccia sentire completamente pulita.
«Bene, allora non sei proprio completamente stupida»
Scherza, per poi stupirmi ed alzarsi dalla sedia.
«Dove vai?»«Facciamo così»
Proporne, facendomi cenno di alzarmi per poi porgermi una mano come ad ufficializzare un patto.«Se mi parli di te io ti porto in un bel posto»
Sgrano appena gli occhi, sentendo il cuore battermi un po' più forte, mentre il ragazzo con la matita nera mi osserva aspettando che allunghi la mano verso la sua.
«Cosa vorresti sapere?»
«Tutto. Mi piacerebbe sapere tutto.»Risponde in modo istintivo, e in un secondo di lucidità mi rendo conto che questo non è normale.
«Non c'è molto da dire, ne rimarresti deluso.»
«Scommetto di no, invece. Allora, ci stai?»
Mi incalza con impazienza, e io sono così confusa dalle reazioni del mio corpo che mi ritrovo a stringere la sua mano prima ancora di aver chiesto il permesso alla mia testa.
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Lontano dal cuore|| Damiano David
FanficÈ difficile tenerti "lontano dagli occhi e lontano dal cuore", quando mi sei in mezzo ai piedi ogni secondo, e mi guardi con quegli occhi consapevoli del fatto che non potrò dimenticarti mai.