Ventotto

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Damiano passerà la notte qui.
E per qui intendo proprio qui, nella mia camera.
Perché? Perché mia madre ha dato la stanza degli ospiti a mio padre, e nonostante avrei preferito che lo mandasse in hotel, è già tanto che non l'abbia fatto dormire con lei.

Devo ammettere che per quanta tensione mi crei questa cosa, sono davvero contenta di non dover dormire da sola. Non credo che sarei riuscita a chiudere occhio, e l'unica cosa che riesce a distrarmi dal costante pensiero dell'uomo che si trova al piano inferiore è proprio il ragazzo dai capelli mori accanto a me.

Sta frugando nel suo borsone in cerca di un paio di pantaloncini da usare come pigiama, mentre io mi sono già infilata nel mio completino in flanella da almeno un'ora.

Estrae una maglietta bianca e dei pantaloncini neri, per poi mostrarmeli vittorioso.
Gli sorrido, sedendomi sul letto a gambe incrociate e aspettando che vada in bagno a cambiarsi.

Poi però, senza nessun preavviso, il moro si sfila la maglietta proprio davanti a me, facendomi tirare un gridolino e portandomi a coprirmi il viso con le mani dall'imbarazzo.

«Damiano!»

Lo rimprovero, nascondendo gli occhi con le mani in attesa che se ne vada.
Lo sento ridere piuttosto divertito, e un secondo dopo mi lancia addosso la maglietta che stava indossando.

«Stai a scherzà spero»

Scuoto la testa per far intendere la mia completa serietà, indicandogli il bagno con la mano senza guardarlo.

«Vabbè vorrà dire che dovrai fà 'a fatica de togliemmela te dopo»

Avvampo e inconsciamente apro gli occhi per sgranarli di stupore alla sua affermazione, per poi ritapparmeli immediatamente quando il mio campo visivo viene occupata dal suo corpo semi nudo.

Balbetto per qualche istante cercando le parole per ribattere, ma prima che possa farlo lui è già uscito dalla stanza.

Era solo una battuta Elisa, calmati.
Mi stendo sul letto e accendo la tv in cerca di qualcosa di decente, dopo aver preparato per Damiano lo spazioso divano poco distante da dove dormo io.
Perché un divano in camera? Non so rispondere, avevo delle esigenze strane a sedici anni.

Dopo qualche minuto in tutto il suo splendore il moro rientra nella mia camera con i capelli in disordine e un pigiama improvvisato addosso.
Mi sorride appena, per poi rivolgermi uno sguardo ammiccante e richiudersi la porta alle spalle.

Alzo gli occhi al cielo per il suo continuo tentativo di mettermi a disagio, anche se vederlo in camera mia e pensare che dovrà dormirci mi fa venire le palpitazioni.

È innegabilmente e irrimediabilmente bello.

Lancia un'occhiata al divano su cui ho appoggiato un cuscino e una coperta, per poi buttarsi sul letto accanto a me sfoggiando un sorriso sornione.

«Ce guardamo 'nfilm insieme e poi te giuro che me sposto»

Mette le mani avanti, anche se l'ultima cosa che mi passava per la testa era di mandarlo via in quel momento in cui le nostre spalle si toccavano.

Annuisco, cercando di recuperare il minimo di scioltezza che sono riuscita ad acquisire con lui negli ultimi giorni.
Mentre faccio partire un film della Marvel Damiano mi circonda le spalle con un braccio e mi lascia un dolce bacio sulla testa.

Sdraiati insieme su un letto a guardare un film. È la cosa più semplice del mondo, che probabilmente è successa a qualsiasi adolescente sulla faccia della terra, eppure per me è così speciale.

Mi accoccolo sul suo petto e ascolto il suo cuore battere, perdendo completamente il filo del film avvolta dal calore del suo corpo.
Fa scivolare la mano fini al mio fianco, cominciando a scorrere le dita lunghe su di esso carezzandomi con lentezza.

Lontano dal cuore|| Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora