Bottoncini 🌸

47 6 3
                                    

"Hai finito di fissarlo?"

Rohan approfittando della distrazione del suo amico si era avvicinato furtivamente al suo orecchio, facendolo così sobbalzare dallo spavento. Ma Noriaki facendo finta di nulla, si rimise a pulire il bancone con lo straccio.

"non fare il finto tonto, ti ho visto..."

"non so di cosa tu stia parlando sinceramente"

Egli continuava la sua mansione, dandogli le spalle per nascondere il rossore che improvvisamente gli colorò le guance.

"oh, io credo di si invece, è la terza volta che ti becco a imbambolarti su di lui"

Indicò una figura che aveva si e no  ventiquattro anni, seduta in solitaria al tavolo che si affacciava sulla spiaggia. Quest'ultima reggeva tra le mani la sua tazzina di caffè fumante, che con attenzione ci soffiò sopra cercando di raffreddarne il contenuto. Davanti a sé invece teneva un libro che catturava completamente la sua attenzione, la posizione china gli fece ricadere sulla fronte l'unico ciuffo dei suoi capelli che non accennava a stare al suo posto.

"e con questa siamo a quattro oggi, se ti impegni puoi battere il tuo record"

Noriaki venne schiaffeggiato dietro la nuca da Rohan, gesto che lo fece tornare con i piedi per terra. Da qualche settimana il soggetto della loro discussione, aveva catturato la sua attenzione. Oltre al suo corpo perfettamente muscoloso, che sembrava essere scalfito dalle mani miracolose di Michelangelo, facendolo assomigliare ad una delle sue più celebri statue; ciò che più lo aveva colpito era stato il suo volto che contornava i suoi occhi color zaffiro, degno di un attore Hollywoodiano.

"la smetti? sei veramente fastidioso quando ti comporti così"

"ovvio che no, anzi io lo trovo esilarante, ma guardati hai trent'anni suonati e ti comporti come se fossi una ragazzina del liceo alla sua prima cotta"

Rohan era il suo amico storico, conosciuto ai tempi del liceo. lo considerava un ragazzo d'oro quanto irritante, però è solo grazie a lui, se egli aveva avuto il coraggio di realizzare il suo più grande desiderio: quello di aprire una caffetteria a tema floreale. Effettivamente se ci si guardava intorno, si poteva notare quanto fosse tappezzato di fiori di qualsiasi genere; infatti questi venivano trattati con cura e amore ad ogni ora del giorno dal proprietario, trattandoli quasi come se fossero i suoi figli, cosa che scatenava sempre una certa ilarità nei confronti del suo amico, trovandolo insolito ma allo stesso tempo divertente. Soprattutto quando lo vedeva fiondarsi da una parte all'altra con in mano l'innaffiatoio, oppure quando con premura parlava a loro, credendo che gli potessero rispondere.

"non è una cotta, sei sempre così esagerato, è semplicemente carino e piacevole alla vista"

"okey, forse carino è riduttivo, diciamo che possiamo paragonarla all'ottava meraviglia del mondo"

"gli hai chiesto almeno come si chiama?"

Dopo aver udito quella domanda, quasi non si soffocò con la sua stessa saliva, trovando completamente assurdo ciò che aveva appena detto.

"scusami, per quale arcano motivo dovrei farlo?"

"mah, io tiro ad indovinare, forse perché lo fissi compulsivamente ogni volta che entra da quella porta, o forse perché anche uno stupido capirebbe che quel ragazzo ti attizza e non poco... potrei stare qui ad elencarti altri cento motivi, ma purtroppo il tempo è poco e il lavoro è tanto"

Questo era uno dei tanti punti che detestava del suo migliore amico, il fatto che Noriaki nei suoi confronti era un libro aperto, mentirgli o nascondergli qualunque cosa, era praticamente impossibile. l'ignoto dal viso angelico effettivamente era stato per lui, ciò che tutti tutti chiamano il fantomatico "colpo di fulmine",esattamente non sapeva darsi una risposta del perché si fosse così tanto ossessionato, in fondo non lo conosceva, non sapeva praticamente nulla di quel soggetto. Anzi di una cosa soltanto era venuto a conoscenza, che ogni volta che si sedeva a quel tavolo fin da quando aveva messo piede in quel posto puntualmente ordinava la specialità della casa;"il caffè rose", ma per qualche ragione il moro si ostinava a dire sempre, "vorrei un caffè alle rose".

Un caffè alle roseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora