Al tuo fianco

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È passata quasi una settimana da quel giorno spiacevole nella mia vecchia città, oggi è venerdì. Durante questi giorni ho lavorato come al solito e ho cercato di distrarmi il più possibile, anche se devo ammettere che una parte della mia mente non riesce a concentrasi su altro se non gli ultimi momenti in quella maledettissima casa, e le parole che mi ha riservato... lui.
Fortunatamente sono riuscita anche a passare un pomeriggio con Corinne.

La porta d'ingresso si spalanca come se fosse appena entrato un tornado, facendomi persino scappare un sorriso.
"Che cazzo è successo?" mi domanda Corinne, chiudendosi la porta alle spalle per raggiungermi sul divano, dove sono seduta a piangere da quando ho finito di fare la doccia dopo il lavoro. Forse questo è il peggiore di tutti i lunedì che ho vissuto.
"Faresti prima a chiedermi cosa non è successo e impiegherei meno tempo a raccontarti tutto."
"Sei distrutta Iris, non ti ho mai vista così. Stai mangiando? O perlomeno dormendo?"
"Non ho molto appetito in realtà, sabato notte non ho chiuso occhio, ieri sera invece sono crollata dalla stanchezza. Mi sento uno straccio."
"Iris che cosa è successo? Perché non sei rimasta con Chris domenica?"
Chris.
"Avevo bisogno di stare da sola, e lui aveva decisamente bisogno di riposare. Era stanco e ci sono stati momenti pesanti anche per lui."
"Va bene, lo capisco, ma cosa può essere accaduto? Credevo che con lui fosse tutto più tranquillo."
"Lui è stato meraviglioso come sempre Co, non so come avrei fatto se non fosse stato lì con me. Però non è bastato, perché c'è tutta un'altra storia sotto."
Così racconto per bene tutte le parole che ha detto Marta, quelle di mio padre e infine il momento in cui ho perso i sensi.
"Non posso crederci, tesoro ..." si avvicina per abbracciarmi e io ricambio la stretta, senza riuscire a trattenere le lacrime.
"Credo che tu sia sconvolta, sei addirittura svenuta santa pace... però dovrai chiedere delle spiegazioni. Tuo padre dovrà raccontarti la verità, sul perché ha lasciato che tu vivessi in questo modo. Almeno questo te lo deve, che diamine!"
"L'ha fatto. Quando Chris mi ha portata in auto dopo aver discusso con Marta, è tornato in casa a prendere le nostre cose. Non me l'ha detto subito, ma quando siamo arrivati qui a casa, mi ha dato una lettera che gli aveva consegnato mio padre prima che venisse via. Ha detto che l'ha scritta anni fa, preparandosi nel caso avessi scoperto la verità, perché ovviamente non ha avuto le palle di dirmelo in faccia. La lettera è ancora chiusa. Non mi sento pronta, non sono pronta a sapere. È già impossibile metabolizzare quello che è accaduto sabato, non ce la faccio. Sono una codarda, lo so."
"Non lo sei Iris, anzi, sei coraggiosa perché sei qui a testa alta a raccontarmelo. È del tutto comprensibile che tu abbia bisogno di tempo, piuttosto direi che è normale. Non è una notizia che si riceve tutti i giorni. Ovviamente è ancora più difficile per il tipo di rapporto che hai sempre avuto con loro. Puoi dirlo, puoi dire che è ingiusto quello che hai sopportato, avresti tutta la ragione dalla tua parte."
"Posso essere sincera con te?"
"Certo che puoi, lo sai che ti voglio un bene immenso, puoi dirmi tutto."
"Nonostante questa cosa mi stia turbando da quando l'ho saputa, mi sento male anche per un'altra cosa."
"Scommetto che riguarda Chris. Vero?"
"Già."
"Forza, racconta. Intanto però ti preparo da mangiare, ho preso qualcosa prima di venire qui."
Solo ora mi rendo conto che ha posato una busta della spesa accanto al divano.
"Non dovevi Co, sei qui e questo basta, e non ho fame."
"Dovevo invece, hai bisogno di qualcuno e non ti mollerò un secondo, dormirò qui se necessario e chiederò le ferie."
"Va bene, d'accordo, sto zitta."
"Ora sputa il rospo."
"Ecco, oltre al fatto di avermi difesa in quel momento, prendendo le mie parti, si è comportato nel modo più affettuoso possibile da quando siamo partiti. Ero contenta di averlo lì con me, soprattutto quando ho visto che era a suo agio nel rispondere a tono a quella serpe di Mia. Dopo il pranzo siamo andati in camera e come ti ho detto ho avuto un primo crollo. È stato a dir poco perfetto nel calmarmi, lui è prezioso capisci, si è messo a cantare la nostra canzone e io, io quando sono con lui mi sento davvero a casa. Quando siamo andati via in macchina ho avuto una crisi e ho detto delle cose su me stessa ... abbiamo iniziato a parlare e tra una cosa e l'altra stava per dirmi quelle due paroline."
La faccia di Corinne è a dir poco sconvolta mentre mi guarda dal bancone della cucina.
"Ti ha detto che ti ama?"
"Stava per farlo, l'ho fermato. Lo so, potrei sembrarti pazza, ma ho sentito di doverlo fare. Se me le avesse dette in quel frangente il mio cervello avrebbe fatto troppe congetture. Quello deve essere un momento nostro, che non sono pronta a vivere ora che non sono nemmeno... io."
"Come l'ha presa?"
"Io gli ho detto, in modo implicito che per me è lo stesso, sono stanca di nascondere la testa sotto la sabbia. So che è l'uomo che voglio al mio fianco e so cosa provo. Gli ho chiesto del tempo, e lui ha detto che ne avrò, che ha intenzione di guarirmi da tutto. Io non me lo merito e sono terrorizzata all'idea di perderlo."
"Immagino che sia stato davvero un momento complicato, però io te lo devo dire. Non ho mai visto nessuno dedicarsi in questo modo a una persona. Io lo sapevo che era perso per te, ma il fatto che lui arrivi a questo punto significa veramente che ti ama più di tutto, forse anche più di se stesso, perché vedere la persona che si ama ridotta così – mi indica– non fa bene. Perciò, nonostante io possa rispettare la tua decisione, non la condivido. Perché l'unica cosa che può salvarti da te stessa è l'amore. Chris è disposto a curarti, lasciaglielo fare. Perché tu hai bisogno di lui, ma lui ha bisogno di te. Quanto, Iris?"
"Lo amo più di qualsiasi altra cosa."
"Allora diglielo. Sarà anche forte, ma non penso se la stia passando troppo bene nemmeno lui."

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