Miracolo

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Quella doccia più che rilassarmi, mi ha mandata completamente in confusione; come se il mio cervello si fosse preso una pausa. L'insieme dei pensieri che aveva generato quel ricordo stanno correndo senza sosta, senza lasciarmi il tempo di metabolizzare. Come potevo presentarmi così? Come avrei potuto guardarlo negli occhi con questa nuova consapevolezza? Ma consapevolezza di cosa precisamente?
Non sono mai stata in grado di decifrare bene i miei sentimenti, un po' perché non mi piace etichettarli e d'altra parte, non sono mia riuscita a confrontarmi con qualcuno per provare a capire cosa stavo provando. Mia madre non mi parlava molto di queste cose, neanche quando vivevamo ancora insieme, per lei l'amore non è che una pura fantasia; una volta mi disse che inizialmente era davvero infatuata di mio padre, ma il rapporto è durato per l'impegno che è il  matrimonio e per la nascita di Mia. Sì, solo la sua, perché a quanto pare la mia non era desiderata. A prescindere da questo, nonostante Mia sia più grande di me e abbia avuto sicuramente numerose relazioni, non ho mai parlato con lei di queste cose, a causa del nostro rapporto e dei suoi modi di fare assurdi, soprattutto nelle relazioni amorose. Insomma, a chi avrei dovuto rivolgermi? L'unica che si è dedicata a parlarne un po' è proprio Corinne, ma io ovviamente non riesco ad aprirmi abbastanza e in questo momento me ne sto pentendo davvero tanto.
Improvvisamente la paura di affrontarlo viene sostituita da un'altra sensazione, che elaboro mentre finisco di mettere chiavi e telefono nella borsa, non prima di aver inserito le cuffiette ovviamente. Se Corinne avesse ragione? Forse dovrei approfittare di questo fine settimana che passeremo in modo "alternativo" per cercare di capire qualcosa di più. Chris è la persona più importante per me e non ho paura di dirlo, ma proprio per questo ho sempre avuto la convinzione che il nostro rapporto fosse al suo stadio ottimale; non nascondo che più volte ho pensato che si trattasse solamente di paura. Paura che se avessimo intrapreso una storia, e nel caso peggiore non fosse andata a buon fine, avremmo perso la persona con la quale ci sentiamo più al sicuro. Forse mi sto facendo davvero troppe paranoie. Controllo di nuovo l'orologio mentre salgo sull'autobus che ha da poco fatto sosta alla fermata posizionata poco più distante del portone del mio palazzo. Sono in orario, anzi, forse riesco ad arrivare in anticipo. Mi soffermo un po' di più sulla sensazione che sto provando ora, all'idea che tra poco minuti lo vedrò e mi rendo conto di sentire un nodo allo stomaco. È sempre così, ma sono stata troppo distratta in passato per capirlo?
Tempo di ascoltare un paio di canzoni, ed è già il momento di scendere dall'autobus. Sento il battito del cuore accelerarmi, fino a percepirlo in gola. Non so nemmeno io cosa aspettarmi, però piuttosto che nasconderle, voglio esplorarle queste sensazioni.
Faccio qualche passo per avvicinarmi al pub che mi ha indicato Chris nel messaggio, ma non ho bisogno di cercarlo con attenzione, poiché riesco a vedere la sua figura, seduta sul muretto che divide un palazzo, appunto, dal locale. È di spalle, quindi non si è ancora accorto di me. Mi fermo per un attimo, a pochi passi da lui e cerco di nuovo di studiare ciò che sta avvolgendo le mie interiora. Sono contenta di vederlo; la prima cosa che voglio sapere è se ha preso le pasticche e se ha visto dei miglioramenti per quanto riguarda il sonno. Voglio sapere se sta bene. Informarmi su come è stata la mattinata lavorativa e spero che non sia troppo stanco, anche se è inevitabile.
Ripongo cautamente il telefono con le cuffiette nella tasca del giaccone e continuo a camminare verso di lui, finché non sono abbastanza vicina per poterlo toccare. Così chiudo gli occhi e decido di fare ancora un passo. La mia guancia si posa sulla sua schiena mentre lo circondo con le braccia; lo sento sussultare dalla sorpresa, ma subito dopo le sue mani si posano sulle mie.
"Ciao anche a te fiorellino." La sua voce è come al solito, un velo di miele. Chris si scosta leggermente per poter scendere dal muretto, solamente per fare il giro; inaspettatamente, mi chiude in un abbraccio. Il suo profumo, ormai familiare, mi inebria, mentre mi cullo nel calore che emana la sua stretta. restiamo così per un po', senza dire niente. Non c'è bisogno di dire nulla, almeno per ora. Le sue mani scorrono lente sulla mia schiena, mentre le mie sono intrecciate intorno alla sua vita; il freddo di febbraio non ci tocca per ora.
"Come stai?" chiediamo all'unisono, ridacchiando al suono delle nostre voci che si sovrappongono. Lascio che sia lui il primo a rispondere alla domanda, troppo in ansia di sapere se ha passato di nuovo la notte in bianco.
"Ora sto meglio. Stamattina ho sistemato la merce da solo e sono già stanco, non so come arriverò alle ventitré stasera. Ma la cosa positiva è che stanotte sono riuscito a dormire almeno sei ore, che rispetto a prima, sono davvero tante. Quindi grazie Iris, sul serio."
Sapere che è riuscito a dormire dopo tutti questi giorni mi fa sentire davvero meglio, tanto che lo stringo più forte.
"Sono felice che tu sia riuscito a riposare, non sai quanto. Per favore continua a prenderle, okay?"
"Certo, farò il bravo, sta' tranquilla. Tu stai bene?"
"Si si, sto bene. Ieri sera ho passato la serata con Corinne, ho dormito da lei. Ho staccato un po' e ne avevo bisogno."
Il nostro abbraccio si allenta un po', quel che basta per guardarci negli occhi e scambiarci un sorriso. Ormai il nodo allo stomaco si è sciolto e sento solamente tanta tranquillità. Vorrei tanto sapere come si sente lui davvero, ma non è ancora il momento.
"Ascolta, io ho tre ore di pausa praticamente, che ne dici di mangiare qualcosa e poi fare un giro?"
"Solo se ne hai voglia però , mi dispiacerebbe farti stancare piuttosto che riposare."
"Figurati, anzi, ormai dovresti sapere che guidare mi fa rilassare. Che ne dici di due panini al sacchetto e via?"
"Ci sto!"
"Allora tieni -  tira fuori le chiavi della macchina dalla tasca destra del cappotto e me le porge -  inizia ad andare, accendi pure il riscaldamento. Ti raggiungo subito."
Annuisco e quando lo vedo sparire attraverso la porta del pub, vado verso il parcheggio, appena scorgo l'Audi nera la raggiungo, sblocco le portiere e mi siedo al posto del passeggero. Inserisco la chiave e accendo il quadro in modo da far partire l'aria condizionata, dopodiché mi sfilo, con non poche difficoltà il cappotto e lo poso sopra i sedili posteriori insieme alla borsa.
Non faccio in tempo a rilassarmi che sento il telefono squillare ripetutamente; così mi allungo verso il retro dell'auto e  lo tiro fuori dalla tasca, ma appena leggo il nome sullo schermo, provo un senso di disgusto.
« Pronto? » la mia voce può essere paragonata tranquillamente a una lama; mai come quando parlo con lei, divento così fredda.
« Ciao sorellina, la mamma ha insistito perché ti chiamassi, mi sono beccata il terzo rimprovero della mia vita per colpa tua. Allora, Lucas , il mio fidanzato, mi ha chiesto di sposarlo, quindi dobbiamo fare uno di quei pranzi di famiglia per ufficializzare il tutto ...  ma effettivamente tu che ne puoi sapere? Pff. »
La sua voce mi urta così tanto da causarmi immediatamente un mal di testa martellante.
« Senti Mia queste cose me le aveva già dette la mamma, ti potevi risparmiare la telefonata. » rispondo più stizzita di prima.
« Ma no cara, come potevo perdermi la tua nuova scusa per evitare di fare una figuraccia davanti a tutti? Sentiamo, perché non ti presenterai stavolta? »
Mentre lei da via a tutta la sua cattiveria con quella voce da gallina che si ritrova, purtroppo per i miei timpani, sento la portiera della macchina aprirsi.
« Chi ti ha detto che non vengo? Dovresti saperle le cose prima di parlare sorellona. » Se ci fosse una foto accanto alla parola "sarcasmo" sul dizionario, ci sarebbe di certo la mia faccia.
In quel momento, mentre Mia sta metabolizzando le mie parole e il mio tono, accade qualcosa che da la svolta decisiva alla telefonata. Chris, che si è appena chiuso la portiera alle spalle, interviene.
"Piccola! Eccomi, scusa se ti ho fatto aspettare, ma c'era più fila del solito, pronta ad andare?"  Il timbro della sua voce si abbassa verso la fine della frase, facendo correre un brivido lungo la mia schiena.
"Mi stavo preoccupando amore, comunque certo andiamo, tanto stavo per chiudere la chiamata."
« Iris? Cosa significa? »
« Non sei l'unica con delle novità dolcezza, ci vediamo sabato, saluta Lucas. » detto questo, chiudo la chiamata e lancio il telefono nella borsa.
Mi giro verso Chris e lo guardo come se fosse una specie di miracolo sotto forma di uomo.

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