Prologo

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L'ora di cena è passata già da qualche tempo ma i nostri parenti non accennano a ritirarsi. Sharoon e io, sedute in un angolo del soggiorno dell'appartamento della nonna, cerchiamo di controllare i brontolii dei nostri stomaci.

"Perché non se ne vanno? Questa è maleducazione".

Mia sorella incrocia le braccia e appoggia la testa riccioluta sulla mia spalla.

Proprio in quel momento, arriva il fratello minore di nostra madre a salvarci. Si avvicina con due panini e due lattine di aranciata su un piccolo vassoio.
Si inginocchia davanti a noi e ce lo porge.

"Ve li ha preparati vostra madre, tra poco andranno via tutti e tornerete a casa".
"È la stessa cosa che ci state dicendo da ore. Se non vanno tutti via subito, li caccerò io, e non con delicatezza", rispondo, addentando il mio panino vegetariano.

Lo zio annuisce, dispiaciuto, e si allontana di nuovo.

Il via vai di parenti comincia davvero a stancarmi. Voglio tornare a casa mia.

Finisco il mio panino in pochi morsi e mi alzo dal piccolo divano floreale per dirigermi in cucina.

Spingo la porta verso l'interno e il rumore dei cardini arrugginiti attira l'attenzione dei presenti.

Gente mai vista prima mi fissa compassionevole. Non li sopporto.
Tra loro spunta mia madre accanto alla nonna, vestita di nero dalla testa ai piedi, proprio come chiunque lì dentro, comprese me e mia sorella.

Mi schiarisco la voce, appoggiando la lattina di aranciata vuota sul ripiano in marmo, e parlo ad alta voce per farmi sentire da tutti.

"Sharoon è stanca, ha bisogno di dormire".

La mamma annuisce, stringendo le mani della nonna, poi saluta gli altri e mi segue fuori dalla stanza.

"Grazie, Angy".

Le circondo le spalle con un braccio e lei accosta la sua testa alla mia. Il suo viso è provato dal pianto a stento trattenuto.

Sharoon ci viene incontro e la abbraccia, amorevole.
Lo zio ci raggiunge e ci scorta fino alla macchina.

"Sicure di non volere un passaggio?"
"Ci pensa Angy", risponde mia sorella, salendo sui sedili posteriori.

Ho preso da poco la patente e da tanto desideravo guidare. Certo non immaginavo che la prima volta da sola sarebbe stata proprio in una circostanza del genere.

Mamma mi osserva per capire se sono in grado di portarci a casa, così mi sforzo di sorridere.

"Non c'è problema, ce la faccio".

Lo zio apre la portiera per mia madre e, una volta che tutte sono a bordo, metto in moto e partiamo verso casa in totale silenzio.
A spezzarlo è mia sorella.

"È assurdo come persone mai viste prima si presentino sempre in occasione di un funerale".

Mamma scatta sull'attenti.

"Sharoon, ma che dici?"
"Oh, dai, mamma, succede sempre così. Chissà quanti di loro conoscevano davvero papà".

Sharoon sbuffa, infastidita, e si stende sui sedili.
Mamma non risponde, in fondo sa che ha ragione.

Arriviamo a casa poco prima della mezzanotte.

Sharoon corre in camera sua e ci si chiude dentro a chiave. Quando è triste preferisce stare da sola e sfogarsi contro il cuscino. Come vorrei poter buttare anch'io tutto fuori, ma non posso, devo essere forte per la mia famiglia.

Entro in bagno per darmi una rinfrescata, quando sento mia madre singhiozzare. Pensavo avesse già pianto tutte le lacrime che aveva in corpo durante gli ultimi due giorni, e invece...

Mi asciugo il viso e la raggiungo in camera da letto.
È seduta sulla poltrona di papà con le ginocchia al petto.

"Mamma, non fare così, papà non lo vorrebbe".
Mi appoggio allo stipite della porta cercando di restare impassibile alle emozioni umane.

La stanza è immersa nel caos, ci sono scatoloni pieni di fascicoli ovunque.

"Non posso restare in questa stanza, in questa casa. È troppo doloroso", balbetta tra un singhiozzo e l'altro.

Mi avvicino a lei e la costringo a rialzarsi.
"Stanotte vai a dormire in camera mia, sistemo io qui".

La conduco in corridoio mentre mi tiene stretta a sé.

"Grazie, Angy, e scusami. Ho bisogno solo di un po' di tempo".
"Lo so, mamma, tranquilla. Buonanotte".

Spalanco la porta della mia stanza e aspetto che si stenda a letto. Non credo di averla mai vista così distrutta.

Passo almeno un'ora a sistemare le scartoffie, quando trovo, all'interno di uno scatolone, in mezzo a documenti di ogni genere, un piccolo plico di fogli.

Mi siedo al bordo del letto e li analizzo.
Sono pagine di diario e la scrittura è di mia madre. Leggo il primo foglio.

Mi sento così male, la nausea e i dolori non mi danno tregua. Mamma mi ha convinta a non abortire, ora siamo arrivati in città. Mi manchi tantissimo. Ti amo.

Rileggo quelle poche righe più volte, cercando di capirci qualcosa. A chi sono rivolte quelle parole? A papà? Mamma voleva abortire? È me che aspettava?

Afferro il secondo foglio.

Abbiamo conosciuto una coppia simpatica, vorrebbero avere un bambino. Presto chiederemo loro di diventare i genitori di mio figlio. La pancia è sempre più gonfia e ho paura. Voglio tornare a casa da te, mamma non capisce che non voglio farlo. Preferisco abortire, piuttosto. Non voglio partorire, non ho mai voluto dei figli.

Le parole di mia madre sono così crudeli e indelicate. Eppure ama così tanto me e Sharoon. Non riesco a capire.

Passo al terzo foglio.

Sono andata dal dottore. Sono due gemelli, maschi. DUE GEMELLI. Ho paura. Ti prego, raggiungimi.

Gemelli? Sono sempre più confusa.

Leggo anche tutti gli altri.

È fatta, sono nati e sono bellissimi, anche se ho sofferto non poco. Mamma mi ha convinta a restare qui qualche altro mese per l'allattamento, nel frattempo la coppia ci ha ospitati in casa loro per abituarsi ai bambini. Ora sono io a non volerli più dare. Sono figli nostri, maledizione!

Qui ci sono buone scuole e la coppia mi ha dato la possibilità di andare a trovarli ogni volta che vorrò. Peccato che tra poco dovrò sposare Joshua. Mi manchi così tanto, quanto vorrei rivederti.

Domani tornerò a casa e presto mi sposerò. I bambini mi mancano già, li amo tanto. Vivranno bene con quella coppia e non mi conosceranno mai. Perché tutto ciò che amo mi viene tolto senza pietà? Ti amo tanto. Addio per sempre, amore mio.

Resto con i fogli tra le mani, più sconvolta che mai.

Mamma non amava papà.
Ho dei fratelli.

Questi sono gli unici pensieri sensati che aleggiano per la mente.

Rivolgo nuovamente lo sguardo ai fogli e noto un piccolo appunto a matita in fondo all'ultimo: un indirizzo.

È per questo che mamma vuole cambiare casa? Per ritrovarli?
Non lo so ma una cosa è certa. Io li cercherò e li troverò.















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Angolo scrittrice:

Benvenut* in questa nuova avventura!

Partiamo subito col botto.

Vi piacciono le premesse? Cosa vi aspettate da questa storia?

Vi piace la nuova protagonista?

A presto,

Fiordaliso 💙

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