È passata una settimana dalle selezioni ed è stata la settimana più dura della mia vita.

Camilla non ha smesso di parlarmi di Adriano e Rosa a ogni pausa da lezioni e ripetizioni.

Ho dovuto evitare quel gruppo per cinque lunghi giorni e non è stato affatto facile.

A quanto pare, Max e i suoi amici avevano indagato e scoperto i nostri orari. Un pomeriggio, ho quasi strangolato Camilla per evitare che li chiamasse.

Non mi ha fatto domande a riguardo e non mi ha lasciata da sola un attimo. È proprio un'amica.

Lei. Io no. L'ho tenuta lontana dal suo biondino e avrà detto almeno una volta al giorno che me la farà pagare.

Oggi, però, non posso più trattenerla.
Finalmente, conosceremo i risultati delle selezioni.

Le gradinate sono piene di studenti, amici e atleti.

Ivano e Franco sono in piedi in mezzo al campo insieme a due ragazze scheletriche che immagino siano le co-capitane delle cheerleaders.

Camilla mi trascina verso il gruppo maledetto e mi costringe a sedere tra lei e Rosa.

Le due cheerleaders reggono un tablet, mentre i due omaccioni stringono un lurido pezzo di carta che avranno spiegazzato una miriade di volte.

Le ragazze parlano per prime.

"Salve a tutti e a tutte. Abbiamo formato una squadra meravigliosa. Ci dispiace di non aver potuto scegliere più ragazze, ma il numero era limitato. Siete state tutte bravissime, davvero".

Dagli spalti, tutti urlano impazienti e le due ragazze ridacchiano.

Odio quando le cheerleaders fanno così.

Le cheerleaders agitano i pom-pom e ad alternanza pronunciano nome e cognome delle nuove componenti.

Camilla è tranquilla, so che non le importa molto. Rosa, invece, si mette addirittura a pregare, ma non serve.

Non viene nominata.

Adriano, seduto accanto a lei, le circonda le spalle con un braccio: "Non ci pensare, sei stata bravissima".

Prima che la povera zucchero filato riesca a parlare, Ivano richiama l'attenzione su di sé.

"Complimenti alle nuove ragazze pom-pom. Ora, è il nostro momento. Siete carichi?"

Un boato animalesco raggiunge il campo. Senza rendermene conto, incrocio le dita.

Non credevo di poter essere agitata. Respiro piano e fisso quel maledetto foglio sgualcito.

Franco si sporge verso il compagno e comincia a leggere i nuovi membri della squadra.

Tutti nomi maschili.

Conto in mente il numero dei giocatori e quando arrivano agli ultimi tre, temporeggiano.

Sono sulle spine.

Una mano mi tocca la spalla e mi volto di scatto.

Max si è spostato sui gradoni dietro di me e mi sorride: "Facciamo tutti il tifo per te. Io sono spacciato ma tu sei stata fortissima".

Ricambio il sorriso.

Cazzo!

Mi giro di nuovo e le sue mani cominciano a massaggiarmi le spalle.

È bravo ma così mi deconcentra, e io non devo deconcentrarmi, non con lui.

Ivano nomina il primo nome ed è un ragazzo. Franco nomina il secondo nome ed è un altro ragazzo.

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