La mia nuova migliore amica mi ha buttata giù dal letto.

So che è in parte colpa mia ma, cavolo, è arrivata prima ancora che mia madre e Sharoon uscissero di casa.

"Angelica, la tua amica è qui. Accompagno Sharoon. Torno per pranzo", mamma saluta Camilla con entusiasmo.

Non avevo mai avuto una vera amica da portare a casa. Sono sempre stata da sola con Sharoon e le anziane del quartiere. Tante piccole nonnine.

E quando era il mio compleanno ricevevo tanti bei soldini.

Mentre rido dei miei stessi ricordi, Camilla bussa alla porta di camera, nonostante sia spalancata.

"Sogni a occhi aperti?"

Le sorrido: "Nostalgia".

Cami annuisce e mi fa cenno di sbrigarmi: "Dato che non hai fatto ancora colazione, andremo a mangiare fuori. Conosco una caffetteria molto carina. Fanno dei dolci buonissimi".

Corro, per quanto possibile, in bagno a darmi una rinfrescata e mi vesto con un paio di jeans chiari, una canotta e una felpa scura.

Inforco i miei occhiali giganti, stile Harry Potter, e infilo le scarpe da ginnastica.

"Sono pronta".

La mia compagna di corso è rimasta ferma, appoggiata allo stipite della porta della mia camera, per tutto il tempo, analizzando i miei movimenti.

Fa un po' paura!

"Tutto bene?"
"Come lavi i capelli?"

Ecco, la domanda che chiunque mi fa appena vede le mie treccine.

Sbuffò, cercando di non essere troppo sgarbata: "A secco".

Cami aggrotta le sopracciglia, confusa: "Cosa significa?"

Ci risiamo. Vorrei spiegarle ma il mio stomaco brontola dalla fame. Ormai si è svegliato anche lui.

"Diciamo che è il contrario di come lavi e gestisci i tuoi ricci. Tu ci passi shampoo, maschera e compagnia bella, io no. Ora, andiamo, la caffetteria ci aspetta".

Ma, come volevasi dimostrare, non demorde: "E sono tutti tuoi o sono extension?"

"Questi sono tutti miei".
"E quanto tempo ci hai impiegato per farle?"
"Una signora che abitava nel mio paese me le faceva ogni volta che volevo. Ci impiegava ore ma non si stancava mai. Sharoon, invece, le trovò dolorose la prima volta, a cinque anni, e ha optato per un look più naturale e aggressivo. Insomma, preferisce il cespuglione".

"La prendi in giro?"
"È mia sorella, io posso prenderla in giro quanto mi pare. Lei mi chiama Harrietta a causa degli occhiali".

Cami scoppia a ridere.

Scema!

Prendo le chiavi e usciamo di casa.

Raggiungiamo la caffetteria in dieci minuti. È affollatissima.

"Ho troppa fame per fare la fila. Andiamo da un'altra parte", mi lamento come una bambina, ma Camilla scuote la testa e mi afferra una mano, trascinandomi dentro, fino alla cassa.

Stiamo superando la fila?

La giovane donna alla cassa è indaffarata con i clienti ma, appena vede riccioli rossi, le sorride e le apre la porticina stile entrata dei bar nel farwest per farci passare.

Guardo la mia amica a occhi sbarrati.

Questa ragazza è piena di sorprese!

E, a proposito di sorprese, noto solo ora che indossa una maglietta verde militare a collo alto e una salopette di jeans.

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