Capitolo 1

68 5 7
                                    

Quei maledetti ragazzini, loro non sanno... non mi conoscono... non hanno idea della nostra storia, non si chiedono come mai riconosco così bene il suo odore...
Non capisco nemmeno io se devo essere felice che lui sia qui o se passare tutta la giornata a dargliele di santa ragione, ma la realtà è che un po' mi mancava.
Mi ha dato del traditore, ma lui su questo argomento dovrebbe stare zitto.
Fummo morsi durante la  stessa notte a scuola, mentre passeggiavamo  per il labirinto senza che i professori lo sapessero.
Inizialmente abbiamo visto solo dei Gargoyle che abbiamo fermato facilmente, pensavamo di cavarcela alla perfezione essendo allievi del sesto anno.
"Ehy Vic, facciamo una scommessa" mi disse Louis "se riesci ad arrivare fuori con i numeri aritmantici hai vinto, vale anche l'astrologia, ma se non riesci faremo affidamento sulle mie capacità e tu avrai perso, ci stai per 10 galeoni?"
Era davvero bravo in Aritmanzia e Divinazione, io meno, ma non ci ponevano il problema di non riuscire a uscire: avevano sottovalutato il labirinto e non sarebbe stata l'ultima volta.
" Accetto la scommessa, ma solo se sconfiggi il vampiro. " risposi con aria di sfida.
Il vampiro si chiamava Bladim, non aveva preso la pozione, ma era sigillato in un cancello così che gli studenti del terzo anno potessero studiarlo in sicurezza.
In quel momento Louis alzò il sopracciglio e lanciò via la toga, in quel momento l'attrazione che provavo nei confronti del mio migliore amico da due anni mi colpì come un proiettile in pieno petto.
Non sapevo se ricambiasse, ma la nostra amicizia era tutto per me: non volevo perderlo.
Iniziammo ad avanzare mentre cercavo di ricordare le parole del professore di Aritmanzia, nella lezione in cui probabilmente dormivo.
D'un tratto capii che avevamo cambiato stanza, ma non mi accorsi che quello che stavo vivendo era un illusione troppo vivida.
Stavo cadendo, sempre più giù, non sapevo se fosse un illusione perché non vedevo Louis, quindi non potevo calcolare i suoi numeri e paragonarli a quelli del creatore, la cosa spaventosa era proprio essere solo mentre cadevo e pensavo di morire per l'impatto con il suolo.
Pensai all'idea stupida che ci aveva portati lì a come mai un serpeverde averebbe dovuto compiere un'azione così sconsiderata che un grifondoro avrebbe dovuto avere il buonsenso di non fare.
La verità è che io ero un codardo, ma non Luois, lui mi aveva portato lì, lui era coraggioso, degno della cravatta che portava al collo, inoltre penso che il rosso lo rendesse più attraente di quanto già non fosse.
Aspettavo l'impatto mentre mi disperavo, mi pentivo di non avergli mai detto che per me non era solo un semplice amico.
Non ero triste per la mia famiglia, non per la mia istruzione magica, ma per il fatto di non essere mai riuscito a dirglielo, mi promettevo di farlo ogni giorno alla mattina e ogni sera mi rimproveravo di non averlo fatto.
Se fosse stato con me glielo avrei detto, gli avrei detto ogni cosa mentre precipitavo nel buio.
Mentre sentivo che la morte era vicina sentii una voce, familiare e che mi infuse sicurezza, non capivo da dove provenisse.
Diceva il mio nome, diceva anche di stare attento di non crederci, di svegliarmi, ma era così fioca e debole che ero convinto che quella fosse l'illusione.
"Dimmi il tuo nome!" urlai nel buio.
"I miei numeri aritmantici li sai a memoria li hai fatti troppe volte, non fare lo scemo e...!"
Non sentii la voce, solo la forza con cui il mio corpo colpiva il pavimento, e il dolore lancinante che comportava.

Vampires in love Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora