Quando mi svegliai Louis non c'era.
Mi parve strano, non era meno malconcio di me.
Provai ad alzarmi, ma i muscoli della mia schiena non sembravano d'accordo. Non ero indolenzito, ma provando ad alzarmi mi era sembrato che ogni singolo legamento della schiena si strappasse e che tutte le vertebre si colpissero a vicenda.
Gemetti e mi rimisi sdraiato. Come avesse fatto ad alzarsi Louis restava un mistero.
Rimasi sul letto a guardare il soffitto, però senza guardarlo veramente. Ripensavo agli ultimi due giorni e a quanto fossi grato di averli vissuti. A pensarci bene non so quanti giorni fossero passati, ma in quel momento mi sembrò che una sola giornata non potesse custodire al suo interno così tante emozioni. Ero frastornato da tutti i miei sentimenti, non riuscivo più a distinguerli e pensarci mi faceva girare la testa.
Mi richiesi dove fosse andato Louis, stare da solo in infermeria non è un'esperienza emozionante.
"Il tuo amico non c'è?" chiese una voce. Era l'infermiera, non l'avevo notata. "Beh non importa, le cure che vi dovevo somministrare sono quasi finite, quando torna fagli bere questo." Mi porse due bicchieri, intuii che uno fosse per me. Improvvisamente sentii un'ondata di fame e cercai di alzarmi per andare imoetuosamente alla ricerca di cibo, ma non feci nulla.
Dopo circa un'ora mi alzai a cercarlo, pessima idea.
Non lo trovai in bagno, non era in sala grande, non contrallai in dormitorio, non potevo entrare in quello dei Grifondoro. Evitai di controllare le aule, sia perché sapevo che non ci sarebbe mai andato sia perché non volevo rischiare di dover seguire le lezioni.
Lo trovai in cortile, seduto sotto il nostro albero.
"Che fai qui? Ho dovuto bere un intruglio disgustoso senza di te prima!"
"L'infermiera sa che sei qui?"
"Potrei farti la stessa domanda."
"Touché, volevo solo uscire un po', mi sento meglio."
Non ne ero tanto sicuro.
"Che hai fatto al collo, Vic?" ero spaventatissimo. Misi una mano nel punto che indicava e gridai.
Louis mi si avvicinò e guardò la ferita.
"Non agitarti, ok? Penso che tu sia stato... Morso."
"Ma sono ancora vivo."
"Ti ricordi cosa ci ha detto il professore? Nei casi peggiori..." Non concluse la frase, ma sapevo cosa voleva dire.
"Il tuo polso... No, no, no, no."
Mi guardò negli occhi e mi abbracciò, eravamo in guai seri.
Pianse e mi stupii, di solito mi teneva sempre su di morale, forse stavolta toccava a me. Lo strinsi più forte accarezzandogli i capelli:"Ne usciremo insieme."
"Come?" Non sapevo come rispondergli, così rimasi in silenzio e chiusi gli occhi, respirando allo stesso ritmo dei suoi singhiozzi.
Tornammo in infermeria, non parlammo fra noi e non volemmo raccontare nulla all'infermiera.
Più tardi i fratelli di Louis vennero a salutarci, portandoci tante caramelle mou, delle cioccorane e due bicchieri di succo di zucca rubati dal banchetto.
Cercai di capire come si sentisse il mio amico a vedere i suoi fratelli, sapendo che ormai non avevano più lo stesso sangue e che non avrebbero mai più avuto la stessa vita di prima.
"Rupert, andresti a prendermi il libro di storia e un bicchiere d'acqua?"
"Ci penso io!" dissi, non volevo che perdessero tempo, non sapevamo nemmeno quanto ne avrebbero potuto avere ancora insieme.
"Ma non puoi entrare nella nostra sala comune." obbiettò il ragazzino.
"Posso prendere il mio libro."insistei.
"Se ci tieni così tanto, Vic, puoi andare a prendere l'acqua di là, ma non ti conviene allontanarti dall'infermeria più di così."
E seguii gli ordini, ma quando tornai l'acqua non servì al suo scopo. Entrato nella stanza il bicchiere mi cadde dalle mani e si frantumò.
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Vampires in love
VampireLa ship migliore di sempre la Gictor Premessa, è un po' complicata in alcuni punti, sorvolate e vi assicuro che la amerete. Volete capire dove nasce tutto ciò? Sinceramente non lo so il mio cervello è una macchina per fanfiction, comunque leggete l...