Capitolo 15

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"Vic, non è come credi."
Il vetro a terra fra i miei piedi è un'ottima metafora di come mi sentivo in quel momento. Un secondo prima quel bicchiere era integro, nulla sarebbe andato male, quel bicchiere aveva il suo posto nel mondo e uno scopo; ora non più. Anch'io ero frantumato, dentro al mio petto qualcosa si era strappato, non riuscivo a fare niente, solo a fissare Louis, sperando di potermi rendere conto di vedere sfocato e che quello che avevo visto era solo un brutto scherzo del mio cervello.
E invece non era così.
Louis era per terra in ginocchio con il busto piegato verso il basso, guardava il viso di sua sorella. Solo che quella volta non mi saltò all'occhio la somiglianza con suo fratello, ma il suo collo. Aveva uno squarcio profondo sulla sciarpa gialla che si era tinta di un colore scuro, dai toni rossicci. Il suo collo era orribilmente sfigurato da due profondi buchi lunghi come tappi di bottiglie di vino bianco. Il suo bellissimo viso era contratto da una smorfia di dolore e gli occhi erano sbarrati a esprimere terrore e sconforto. Ma la cosa di gran lunga più raccapricciante era tutto il sangue che macchiava il pavimento, i vestiti, il viso e il collo di Violet e le mani, la bocca e la camicia di Louis.
"Che cosa le hai fatto?!" urlai. Le volevo bene come ad una sorella.
"Io non ho fatto niente, io..." era sotto shock, ma ero troppo inorridito per accorgermene.
"Ti sei trasformato, l'hai uccisa!" non ero lucido, ma spaventato sia per la sua nuova condizione sia per la consapevolezza che sarebbe potuto accadere lo stesso anche a me.
"Ascoltami, non si può controllare, mi rendevo conto di ciò che facevo solo parzialmente... Io non volevo farlo... Io le voglio bene." pianse.
Piansi anch'io. Il profumo di cocco e miele dei capelli di Violet era impercettibile per l'odore forte e pungente di sangue. I suoi occhi avevano perso la loro luce, era quello il segnale che non era più con noi. Non le controlli nemmeno il battito, non stava quasi più perdendo sangue, segno che il cuore non stava più andando. I pochi minuti passati fra quei singhiozzi silenziosi mi sembrarono ore strazianti, ore in cui mi tormentati sulla decisione di chiudere o meno gli occhi di Violet. Alla fine fu Louis a farlo, asciugando le lacrime e dandole un bacio sulla guancia.

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