Capitolo 12

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"Eccoli!" urlò la voce che mi sveglió.
Era quella della nostra insegnante di trasfigurazione, avevamo dormito a lungo perché durante la notte ci eravamo stancati molto.
Ricordavo la sensazione di due labbra morbide e calde contro le mie della sua mano tra i capelli e il calore che si era creato fra noi due.
Non avrei voluto che quel momento si interompesse per nulla al mondo. Mi sentivo come congelato nel tempo, un tempo in cui c'eravamo solo noi, che mi sembrava infinito.
Quando ci staccammo ripresi a respirare regolarmente, pensavo che avrei preferito morire senz'aria piuttosto che far finire quel nostro primo bacio.
Luois sorrideva e mi guardava, era visibilmente stanco ma lo stesso era il ragazzo più bello che avessi mai visto.
Ci eravamo addormentati vicinissimi: le nostre fronti e i nostri nasi si toccavano, avevo una mano fra i suoi capelli he aveva tagliato da poco, prima li teneva sempre epiu lunghi almeno fino a coprire l'orecchio, ma poche settimane prima aveva deciso di cambiare, amavo i suoi capelli lunghi, ma ora, sparati un po' da tutte le parti, non li avrei lasciati mai. Quando aprii gli occhi vidi uno dei suoi ciuffi ricadergli sul volto e non potei fare a meno di spostarlo.
Avrei voluto vedere i suoi occhi verdi, ma lui li aveva chiusi.
Alzai la testa, ma un secondo dopo la rimisi giù perché pulsava terribilmente. Una mano ti toccò la fronte e poi sentii un verso stupito, dovevamo aver perso tantissimo sangue.
Un incantesimo ci alzò da terra e poi ci posó delicatamente su delle barelle.
Pian piano le cose diventarono sempre più confuse finché non svenni.
Mi risvegliai in infermeria, non so quanto tempo fosse passato.
"Buongiorno." mi disse Louis. Non aveva un bell'aspetto: bianco come un cencio, pieno di cicatrici e lividi, aveva gli occhi semichiusi, ma continuavo a percepire il loro inconfondibile scintillio.
"Buongiorno, siamo in pessima forma vedo." risposi
"Non credere di essere messo meglio di me." ribatté" In questo momento mi mangerei un drago. "
" Io dodici Kappa."
Proprio in quel momento comparve dalla soglia l'infermiera con dei piatti pieni di carne stufata, carote al burro, salsa di cipolla e spinaci.
" Non credo di aver mai amato lo stufato più di adesso." fece Louis.
" Invece sì, " dissi io" ti ricordi quando avete giocato tre ore di fila a quidditch perché i cercatori non vedevano i boccini per la nebbia?"
" Sì, che partita di merda, abbiamo anche perso. "
È stata la partita più lunga a cui io abbia mai assistito. Avvenne 2 anni fa Serpeverde contro Grifondoro, io tifavo per la mia casa, ovviamente, e Louis se l'h'é legata al dito.
Sono stati tre ore sotto la pioggia, in mezzo alla nebbia, con un vento gelido, ma non me ne sono andato, neanche per un secondo.
Stavo morendo di fame, ma quando Louis é sceso dalla scopa avrebbe ucciso per una coscia di pollo, non sto scherzando.
Finito il pranzo lo guardai negli occhi a lungo, mi chiesi come mai avesse voluto baciarmi, io...
"Non mi avevi detto di essere gay." disse é interrompendo il filo conduttore dei miei pensieri.
"Nemmeno tu, é per questo che rifiutavi ogni ragazza?"
"Più o meno." rispose.
"Come mai... Insomma perché noi... Cioé..." provai a dire.
"Ti ho baciato perché ti amo."
Mi ha completamente spiazzato. Ero senza parole, insomma chi se lo poteva  aspettare? Neanche Melanie sapeva che ero innamorato di lui, ma davo per scontato che anche lei sarebbe stata d'accordo con me, ero sicuro che non avrebbe mai ricambiato. Lo sapevo fin da quando avevo realizzato di amarlo e ora mi diceva questo.
"Non penso tu abbia recepito il messaggio" disse Louis "io ti amo."

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