Capitolo 6

11 2 7
                                    

"Come facciamo?" dissi piangendo.
"Non lo so, ma sono sicuro che ci stanno tutti cercando." fece Luois.
"Chissà cosa pensano i miei fratelli, saranno in pena per me, mi dispiace..."
Non potevo consolarlo. Io ero figlio unico di una famiglia purosangue...
Sono sempre stato inutile sul piano famigliare per Louis, non ci eravamo mai capiti, i miei genitori a differenza dei suoi erano distanti.
Nessuno aveva gioito per la mia lettera per Hogwarts,una semplice pacca sulla spalla da papà e un "impegnati miraccomando" da mamma.
Ma fra loro non litigavano. Aspettavano che diventassi un impiegato di successo al ministero della magia, ma non era quello che volevo io.
A scuola avevo bellissimi voti, ma solo per me. Non per loro, non per genitori che avrebbero voluto altro da me.
Io volevo scoprire la creature magiche, allevarle e prendermene cura come Newt Scamander.
Lui era il mio idolo. La persona che ambivo a diventare, volevo arricchire la sua guida, magari chissà sarei stato più bravo di lui...?
Ci speravo, ma di nuovo la stanza aveva sviato il mio pensiero da come uscire, era molto potente.
"Louis abbiamo un problema." dissi.
"Un altro?"
"I numeri... Sono tre... 3, 5 e... 9."
"Mente e memoria?" purtroppo il significato era corretto, annuii.
"Quindi... È potentissimo."disse quasi sussurrando.
Di nuovo annuii.
" Ok ho un'idea."disse, dopo un attimo di silenzio.
"Che cosa dobbiamo fare?"
"Assolutamente niente."
"Eh??????" Era impazzito, noi dovevamo uscire, dovevamo scappare, dovevamo tornare alle nostre vite...
" So che pensi, ma davvero quando il labirinto si stuferà di prenderci in giro l'illusione sparirà, credo."
"Molto confortante." dissi riferendomi alla sua indecisione finale.
" Senti non ho altre idee, ma tu magari avrai in mente qualcosa di straordinariamente eroico e geniale che ci salverà entrambi." il suo sarcasmo stavolta non mi fece ridere, eravamo serissimi e non era il caso, ma il peggio era il suo tono di voce: significava che avevo torto.
" Va bene, scusa. "
" Ancora non succede nulla! " urlai due ore dopo in cortile.
" Che vuoi da me, io ne so quanto te!" fece Luois.
"È stata una tua idea!"
"Ne hai una migliore? Siamo tutti e due bloccati in un labirinto!"
"Datti una calmata!" sbottai.
"Ma che te en frega se usciamo o no? Tu la tu abita puoi viverla qui, non hai nessun'altro fuori!"
Era frustrato per la sua famiglia, ma non aveva il diritto di trattarmi così.
"Io? A Melanie non pensi? Non esisti solo tu!"
" Cosa mi deve importare di tua cugina?! Io fuori ho dei fratelli che mi aspettano, genitori che mi mandano lettere, amici a cui avevo promesso di uscire..."Si alzò, stava andando agli allenamenti di quidditch.
Basta.
" Cosa me ne può importare di quello che hai tu? Ti credi tanto meglio di me? Sei insopportabile quando credi di esistere solo tu! " lo pensavo davvero, ma quanto mi faceva male dirglielo... Come poteva non capire quanto lo amavo?
Mi ignoró.
Arrivato al campo, andò a cambiarsi e io andai in tribuna, come al solito, sebbene fossi arrabbiatissimo.
Uscì dallo spogliatoio, con la divisa era un tale figo.
La partita era normale, contro Tassorosso, per allenarsi.
I grifondoro erano in vantaggio di dieci punti, la pluffa era in mano ai tassorosso e i bolidi volavano veloci.
Vidi Louis sferrarne uno, molto forte ma veniva verso di me...
In un secondo riuscì a voltarmi di schiena, ma lo stesso, ovviamente, mi colpì.
Da lì tutto diventò buio.

Vampires in love Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora