Capitolo 24 | Perché ti amo

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Ho già preparato i borsoni e Belle è già pronta per andare. Il weekend si è concluso. Guardo i miei fratelli e scoppio a ridere. Sono tutti in piedi pronti a seguirmi. Verranno anche loro a casa Salvatore, per testuali parole uscite dalla bocca di Kol: "venire a controllare che tu non gli stacchi la testa", ma so che lo fanno anche per protezione verso di me. Usciamo tutti di casa e cominciamo a correre in modalità vampiro. Correre da vampiro è la cosa più bella che ci sia in questa non-vita. Il vento tra i capelli e la sensazione adrenalinica di un'auto da corsa e la sensazione di essere più forti della natura stessa che non ti può fermare e che anche in movimento non si può nascondere ai tuoi occhi da vampiro. In pochi minuti arriviamo in quella che ormai considero davvero casa mia. Apro la porta ed entriamo. Non ho il tempo nemmeno di chiudere la porta che una biondina dagli occhi verdi mi salta al collo abbraccia me e Belle come se non ci vedesse da anni.
«Mi siete mancate da morire!» non riesco a trattenere una risata. Deve essersi sentita sola qui con Stefan e Damon, ma siamo state via solo tre giorni non tre anni.
«Caroline, siamo state via solo tre giorni» dico senza riuscire a smettere di ridacchiare. Mi lascia andare e mi sorride.
«Tre giorni, che mi sono sembrati tre secoli.»
«Ora sono tornata è questo che conta» annuisce contenta e guarda alle mie spalle la schiera di Mikaelson. Sorride a tutti, ma arrossisce lievemente incontrando lo sguardo di Niklaus. Mh, gatta ci cova.
«Ciao ragazzi, ciao Rebekah» mia sorella ride insieme alla bionda. Ogni volta quando sono in gruppo vengono salutati con semplicemente "ciao ragazzi" e lei si sente offesa. Non le piace che si venga generalizzato qualcosa ed è estremamente femminista, come lo è anche Elijah. Un principio, un valore, che modestamente hanno preso da me. Vedo arrivare dal salotto Stefan che ride per la reazione eccessiva di Caroline, ormai lei è diventata come la sorella minore dei fratelli Salvatore. Una salvatore in più.
«Bentornate a casa bellissime donne!»
«Zio Stefan!» Belle gli corre in contro e lo abbraccia di slancio, Stefan con i riflessi pronti l'afferra e la stringe con tanto affetto.
«Oh, nipote, mi ferisci» Kol si porta teatralmente una mano sul petto facendo una finta faccia sofferente. Belle lo guarda e ride, si slaccia dalle braccia di Stefan e gli va a dare un bacio sulla guancia dandone uno anche a Nik, Elijah, Rebekah e Caroline con la quale resta abbracciata.
«Ho tanti zii, ma non faccio differenze, vi amo tutti quanti!» i miei fratelli le sorridono. Stefan mi viene ad abbracciare forte e resta con un braccio sulle mie spalle.
«La casa era vuota senza di voi» gli lascio un bacio sulla guancia.
«Sono felice di essere tornata anche io Stef» un brivido percorre la mia schiena e un intenso profumo di menta, bourbon e pelle invade l'aria, perciò capisco all'istante che Damon è arrivato. Belle, infatti, scivola via dalle braccia di Caroline e corre tra quelle di Damon che la stava già aspettando a braccia aperte. La stringe forte senza esitare un'attimo.
«Spero che tu ti sia divertita principessa»
«Sì, papà mi sono divertita tanto. Il weekend è stato fantastico. Zio Elijah mi ha insegnato qualche mossa di combattimento.»
«Sono tutte cose che mi ha insegnato la tua splendida mamma.» sorrido dolcemente ad Elijah. Dopo che li ho salvati volevo che avessero le armi per difendersi anche senza ferri e metalli.
«Zio Niklaus mi ha fatto un ritratto e mi ha insegnato a lasciarmi andare con colori e pennelli, mi ha regalato un cavalletto, dei pennelli, dei colori e anche qualche tela bianca. Zia Rebekah mi ha regalato vestiti che mi basteranno per i prossimi quattro secoli. Zio Kol invece mi ha insegnato a giocare al biliardo.» anche io mi sono divertita. Ho avuto anche modo di ripercorrere molti ricordi con i miei fratelli, ma non sono mai riuscita a smettere di pensare a Damon.
«Ah sì? Posso sfidarti allora»
«Fatti sotto» le scompiglia i capelli e poi volta lo sguardo verso di me, i suoi occhi di ghiaccio dopo tre giorni che non li vedo sembrano ancora più belli, esattamente come lui. Interrompo il contatto visivo, prendo le borse dalle mani di Elijah e Nik.
«Devo andare a sistemare le cose, scusatemi.» salgo al piano di sopra e lascio la mia borsa in camera, vado nella stanza di Belle e comincio a sistemare tutte le cose che le sono state regalate.
«Idiota, cosa diavolo stai aspettando?» alle orecchie mi arriva la voce di Kol dal piano di sotto, la cosa mi incuriosisce quindi continuo ad ascoltare, anche volendo non potrei non sentire.
«Kol, ringrazia che sei suo fratello altrimenti ti avrei staccato la lingua!» anche se sono arrabbiata con lui riesce a farmi ridere.
«Damon, Kol ha ragione! Cosa stai aspettando un invito formale?» anche suo fratello è stanco di questo suo comportamento.
«Cosa le dovrei dire? È furiosa per un motivo che nemmeno conosco!» ecco questo mi fa arrabbiare ancora di più.
«Damon... ti porgerò una sola domanda, lo farò una sola volta e avrai massimo tre secondi per rispondere. Tu ami Elena?» Elijah parla in modo pacato e quasi aulico per i tempi di oggi, ma riesce comunque a ispirare rispetto e anche incutere timore.
«Non mi servono tre secondi per rispondere ad una domanda stupida, certo che la amo!»
«Bene, allora sali quelle scale e vai a parlarle!» non so se ascolterà le parole di caroline e verrà a parlarmi, ma non ho intenzione di ascoltare oltre. Non mi interessa se lui vuole o non vuole parlare con me perché sono io che voglio parlare con lui e chiudere questa faccenda e lo farò in un modo o nell'altro. La porta si apre e avverto subito la sua presenza alle mie spalle. Il suo profumo invade la stanza.
«Belle aveva ragione, ha vestiti per i prossimi quattro secoli.»
«Già, Rebekah.» solo questo basta come spiegazione. Il mio tono di voce è distaccato e freddo come il polo nord, mentre il suo è lieve, probabilmente per non farmi arrabbiare più di quanto lo sono già.
«Ok. Vuoi continuare così? Vuoi continuare a fare il muso senza un motivo logico e sensato?»
«Il motivo c'è!» non posso evitare di ringhiare per la rabbia.
«Allora dimmelo perché io non ci sono arrivato.» questo lo so bene.
«L'ho notato!» un altro ringhio, sto per esplodere, lo sento. Sento la rabbia dentro crescere e scavare per emergere.
«Lena ti prego, dimmi perché sei così furiosa con me!» mi giro verso di lui e lo fucilo con lo sguardo, continuo a guardarlo, ma lui sembra davvero non capire.
«Diavolo Damon» ringhio, non riesco più a tenere sotto controllo la collera. «sono arrabbiata perché ti amo. Sono arrabbiata perché hai rischiato la tua vita senza alcun motivo, senza pensare alle conseguenze, senza pensare a cosa sarebbe successo. Sono arrabbiata perché ti ho visto praticamente morire sotto le mie mani e il mio sguardo. Ho creduto di perderti per sempre! Non so nemmeno come descrivere ciò che ho provato quando ho visto che non ti riprendevi. A te, Damon, questo sembra un motivo abbastanza logico e sensato?» lancio sul letto gli ultimi vestiti che avevo in mano ringhiando per la tanta rabbia. Esco dalla stanzetta e vado nella nostra camera da letto, vado in bagno e mi bagno il viso con l'acqua fresca. Sento la pelle andare a fuoco per la furia che ho dentro. Odio questo lato di me. Odio questo gene di una parte del mio essere. In preda a così tanta collera potrei anche perdere il controllo e trasformarmi e magari aggredire qualcuno che amo. Sento i suoi passi nel corridoio, poi la porta che si apre e si chiude e infine lo sento camminare verso il bagno.
«Non ti chiederò scusa per essere andato a cercare Isobel. Aveva fatto del male a te e attaccato la nostra famiglia e non ci ho visto più dalla rabbia! Ti chiedo scusa però per tutto ciò che è venuto a susseguirsi. Mi dispiace di averti fatta stare male!» chiudo gli occhi e sospiro. Mi asciugo il volto e mi giro a guardarlo.
«Ho avuto paura Damon! Ho avuto fottutamente paura di perderti!» mi si annoda la gola ripensando a quello che ho sentito in quel momento, credendo di averlo perso.
«Lo so, scusa. Pensi, però, che io non abbia avuto paura di perderti?» sorpresa dalla sua confessione mi avvicino a lui e lo guardo negli occhi. I suoi occhi così belli e azzurri.
«Se fossi stata Stefan o chiunque altro non l'avresti mai ammesso!» mi torna in mente il momento in cui ho riacceso la mia umanità dopo aver letto il suo diario, Stefan lo aveva accusato di avere timore che e lui non aveva ammesso che era la realtà. Adesso però lo sta facendo con me. Sta ammettendo di aver avuto paura e sta chiedendo scusa. Damon Salvatore non chiede scusa e non ammette di avere paura!
«È vero, ma tu sei la mia Lena, non sei né Stefan né altri. So che tu non userai le mie debolezze contro di me, perché mi ami esattamente quanto io amo te.» si avvicina e mi prende la mano baciandone le nocche.
«Sì, hai ragione, ti amo! Anche troppo forse, non so se te lo meriti!» un ghigno malizioso si dipinge sulle sue labbra istantaneamente. Questo suo dannato ghigno estremamente sexy.
«Andiamo a letto e dopo riparliamone, vediamo se non me lo merito!» lo abbraccio sorridendo e accarezzando i suoi capelli e la sua schiena. Mi stringe con le sue braccia forti e inala il mio profumo.
«Sei uno scemo, ma ti amo lo stesso!»
«Sei la mia vita Lena!»
«E tu la mia!» ci guardiamo per qualche secondo, ma entrambi non riusciamo a trattenerci e ci buttiamo a capofitto l'uno sulle labbra dell'altro. Parte un bacio talmente focoso e passionale che si potrebbe infiammare anche tutta la casa. Mi stringe tra le braccia e mi morde il labbro, io glielo lordo più forte fino a fargli uscire qualche goccia di sangue. Separo le nostre bocce e lui mi guarda con un sorriso malizioso sulle labbra e gli occhi illuminati dal desiderio.
«Sei sempre così selvaggia, violenta. Mi fai impazzire!» so che gli piace. Con la punta della lingua lecco le piccole gocce del suo sangue che colorano il suo labbro inferiore. Scendo sul collo e percorro, sempre con la punta della lingua, una linea immaginaria fin sotto al suo orecchio. Gli mordo il lobo e lui ringhia flebilmente stringendo le mani sul mio sedere.
«Sei stato un bambino cattivo Damon. Ti meriti una punizione. Farti impazzire è solo l'inizio.» sussurro con voce suadente.
«Diavolo Elena, la tua voce!» ansima chiudendo per un attimo gli occhi.
«Sei sposato con una donna che è per una parte sirena, amore! La prossima volta che devi uscire di casa per uccidere qualcuno, porta anche me così sarò sicura che non ti rapiranno!»
«Va bene!» si getta sulle mie labbra affamato. Indietreggia fino a quando non si gira tenendomi per la vita e si getta sul letto senza mai staccarsi dalla mia bocca mettendosi sopra di me.
«Dobbiamo recuperare il tempo perso!» gli mordo di nuovo le labbra e in un battito di ciglia capovolgo la posizione. Muovo il bacino contro il suo e sento la sua evidente eccitazione. Passa una mano sul mio petto scendendo fino alla pancia.
«Sai Damon,» mi piego su di lui e bacio il pomo di Adamo. «Gli occhi non sanno mentire.» bacio fino al mento. Lascio un bacio veloce sulle sue labbra e lo guardo continuando ad ancheggiare su di lui. Le sue mani mi stringono, i suoi occhi brillano di lussuria e i lievi ansimi che emette mi fanno infiammare più di quello che già sono. «Adesso mi stanno dicendo tutto in modo chiaro.» stringe le mani sui miei fianchi
«Ah sì? Cosa ti stanno dicendo?» sorrido maliziosa e coinvolgo le sue labbra in un bacio famelico e ardente.
«Mi hanno detto» sussurro sulle sue labbra mentre gli apro la maglietta strappandola. «che» gli bacio il collo accarezzandogli il petto e sento le vibrazioni di un ringhio lieve. «ci divertiremo molto» sorride già con aria vittoriosa. «stasera.» in un solo battito di ciglia sono in piedi davanti la porta. Damon mi raggiunge subito, cerca di imprigionarmi tra le sue braccia, ma scappo. Mi insegue e riesce a prendermi.
«Sei difficile amore.»
«Oh, amore, sono come un cubo di rubik. Più giochi con me e più divento difficile. In fondo mi ami proprio perché sono come sono.»
«Ci puoi scommettere!» mi bacia con fame e desiderio stringendomi tra le braccia. Sento un finto colpo di tosse. Mi stacco da Damon e vedo la nostra famiglia. Siamo in salotto. Non me ne ero resa conto.

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