CHAPTER 4 - I don't know why but I trust you

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ALEC POV

Mi risvegliai confuso e con un forte mal di testa.

<<Ma che è successo ieri sera? E dove sono?!Questo non è l'Istituto; decisamente no

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<<Ma che è successo ieri sera? E dove sono?!
Questo non è l'Istituto; decisamente no...>>
Pensai confuso.

<<Buongiorno mio piccolo panda! Ti ho preparato la colazione>>
Disse Magnus comparendo difronte a me.

<<P-panda? Ma cos- E TU CHE CI FAI QUI?!>>
Gridai alzandomi di scatto e per poco non caddi sbilanciandomi.

<<Ci vivo Alexander. Potrei dire che sei tu l'intruso qui, ma quel sederino è troppo carino per essere cacciato via a suon di calci magici dal sottoscritto>>
Disse con sfacciataggine.

<<Perchè sono qui? Ho dormito qui?>>
Chiesi con fare confuso.

<<Già, con me>>
Esordí.

<<CHE COSA?!>>
Urlai terrorizzato.

<<In due divani separati, non ti scaldare troppo Shadowhunter; comunque non hai retto bene i miei doppi Long Island ed hai iniziato a blaterale sciocchezze che non stavano né in cielo né in terra del tipo "io non sono gay" per poi crollare esausto sul mio divano sbavando sul cuscino come un cucciolo di Cocker Spaniel. Questo per riassumerti>>
Disse imitando la mia voce storpiandola.

<<Per l'Angelo... fai che abbia pietà di me...>>
Imprecai.

<<Oh suvvia Alexander non temere; gli angeli hanno sempre pietà per i bei ragazzi Nephilim come te>>
Disse strizzandomi una guancia guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia.

<<No, mi riferisco a mia madre...
Avrei dovuto essere all'allenamento all'alba!>>
Gli spiegai.

<<Beh, direi che per oggi saltano.
Un vero peccato vero? Resti per pranzo?>>
Mi propose con tono fintamente dispiaciuto.

<<I-io non posso, d-devo proprio andar- MA DOVE SONO I MIEI VESTITI E CHE COS'È STA ROBA CHE HO ADDOSSO?!>>
Sbottai non appena mi resi conto di com'ero conciato.

<<Oh cielo di nuovo la stessa reazione...
Si vede che voi Nephilim avete un pessimo gusto nel vestire; tu in primis bel faccino>>
Disse facendo dei movimenti strani con le mani.

<<M-mi hai spogliato?...>>
Chiesi timoroso.

<<Avrei tanto voluto, ma eri alquanto nervoso all'idea quindi ho usato la mia magia per cambiarti>>
Mi spiegò.

<<Bene, meglio, ora rifai quella cosa non le mani e rimettimi i miei vestiti che me ne vado>>
Affermai.

<<Ah ah ah, prima fai colazione>>
Mi impose.

<<Non ho fame>>
Dissi solo.

<<Sento il gorgoglio del tuo stomaco fin da qui Alexander. Avanti su, assaggia un croissant che viene direttamente dalla capitale dell'amore>>
Disse porgendomi la brioche, ma prontamente la rifiutai.

<<Non fare il bimbo capriccioso>>
Tentò di imboccarmi, ma d'istinto gli afferrai il polso bloccandolo.

<<Non voglio niente da te!>>
Dissi secco.

<<E allora perché ieri sera sei corso da me ancora con gli occhi gonfi e pieni di lacrime?>>
Mi incalzò.

<<Io... non lo so. Nonostante ti detesti mi fido di te. Non so il perché, ma è così>>
Ammisi.

<<E perché mai dovresti detestarmi Alexander? Non mi pare di averti fatto niente di nale>>
Mi chiese sollevando un sopracciglio con fare divertito.

<<Lo sai>>
Dissi solo.

<<No, non lo so. Illuminami>>
Mi punzecchiò.

<<Perchè sei un Nascosto ed i Nascosti sono perfidi e pensano soltanto al loro benessere>>
Ripetei alla lettera ciò che mi è sempre stato detto fin da bambino.

<<Cos'è una poesia che vi fanno imparare in tenera età? Dite tutti le stesse identiche frasi con le stesse identiche pause tra una parola e l'altra>>
Sbuffò sistemandosi una ciocca di capelli glitterata con vanitá.

<<È così che stanno le cose!>>
Mi impuntai.

<<Perché voi Shadowhunters siete molto diversi vero?>>
Rispose visibilmente infastidito dalle mie parole.

<<Si! Noi mettiamo tutto prima di noi stessi!>>
Affermai convinto.

<<Anche i vostri veri sentimenti e pulsioni sessuali a quanto pare>>
Mi colpì il pieno.

<<Non parlare se non sai Magnus>>
Gli dissi con una freddezza assoluta.

MAGNUS POV

Dalla sua reazione decisi di non insistere ulteriormente su quell'argomento.
Almeno per il momento.

<<Ah, ora sono Magnus? Bene, facciamo progressi pasticcino>>
Con uno schiocco di dita gli feci comparire addosso i suoi vestiti.

<<Ora devo proprio andare>>
Disse correndo verso la porta d'ingresso.

<<Ma la colaz->>
Non mi lasciò finire la frase che scappò via.

Ed io che volevo soltanto essere gentile...

Ed io che volevo soltanto essere gentile

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