CHAPTER 32 - Golden heart

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ALEC POV

<<Fammi gemere il tuo nome più forte di quanto abbia fatto quella puttanella!>>
Gli dissi staccandomi dal bacio per guardarlo negli occhi; uno sguardo di fuoco.

<<Alec, stai dicendo sul serio?>>
Mi chiese visibilmente sorpreso.

<<Non farmici ripensare stregone!>>
Dissi ritornando a baciarlo fino a spingerlo nella sua camera da letto, dove una volta entrati chiusi la porta alle mie spalle.

Subito mi sfilò la maglietta ed io feci lo stesso con la sua. Mi buttò sul letto sovrastandomi con il suo corpo senza mai smettere di baciarmi.
Mi sfilai le scarpe mentre Magnus mi sbottonò i pantaloni fino a togliermeli insieme ai boxer.
Fece lo stesso con i suoi per poi fermarsi e guardarmi negli occhi. Il suo respiro era affannato proprio come il mio e riuscii soltanto a vedere l'oro dei suoi meravigliosi occhi.
Mi sollevai per il busto mettendomi seduto difronte a lui.

<<Allora? Non mi desideravi tanto?>>
Gli chiesi retoricamente.

<<Sei davvero convinto di volerlo fare? Perché se lo stai facendo solo per ripicca nei confronti di quel ragazzo io->>

<<Lo sto facendo perché lo voglio! Tanto non amerò mai nessun altro se non te quindi tanto vale lasciarsi andare e godersi il momento Magnus>>
Gli dissi con sincerità.

Non avrei mai desiderato nessuno se non lui; ne ero più che certo.

<<E tutto quel discorso sulle tue paure?!>>
Sbottò.

<<Cazzate>>
Dissi baciandolo di nuovo, ma si staccò quasi subito.

<<Aspetta, aspetta, aspetta! Non hai bisogno di altro tempo per pensarci?>>
Mi chiese cauto.

<<No, sono sicuro>>
Insistetti guardandolo negli occhi con la stessa sicurezza che avevo quando scoccavo una freccia contro il nemico in battaglia.

Uno sguardo da arciere senza paura né rimorso.
Nessun ripensamento.
A quel punto gli occhi di Magnus rifletterono perfino più luce di prima.

<<Stenditi Alexander>>
Mi disse con tono dolce, ma allo stesso tempo autoritario.

Obbedii appoggiando la schiena sulla superficie morbida del letto, proprio sopra le sue coperte dorate come i suoi occhi.

<<Sei uno spettacolo>>
Commentò iniziando ad accarezzarmi lentamente.

<<L-lo sono?>>
Chiesi imbarazzato.

<<I tuoi occhioni verde e il tuo dolce viso si sposano a meraviglia con l'oro delle mie lenzuola>>
Commentò facendomi sorridere.

Come sempre del resto.
Quando non mi faceva piangere mi faceva solo ed unicamente sorridere. Non potevo stare in sua compagnia e non sorridere di felicità.
Stavo davvero bene con lui.

<<Beh, i tuoi occhi si abbinano meglio>>
Risposi ridacchiando.

<<Permettimi di dissentire>>
Disse stringendomi con foga l'interno coscia facendomi sussultare per la sorpresa.

<<P-piano Magnus...>>
Lo ripresi.

<<Non ho ancora nemmeno iniziato piccolo>>
Ridacchiò a sua volta.

<<G-giusto...>>
Risposi con voce tremante.

<<Alec stai tremando. Ho bisogno di un ulteriore conferma per poter procedere>>
Mi disse allarmandosi.

<<Ce l'hai. N-non fare caso alla m-mia codardia>>
Ribadii sentendomi estremamente nervoso.

<<Non è codardia angelo. Lascia fare a me; tutto a me. Stasera non voglio che tu faccia nulla se non goderti il momento>>
Affermò accarezzandomi i capelli.

Annuii e chiusi gli occhi lasciando che mi toccasse. Ero vulnerabile sotto al suo sguardo felino.
Girai la testa verso destra osservando le pareti della stanza, decorate da ogni tipo di oggetto antico e prezioso.

<<Alexander guardami, non avere timore del mio sguardo. Non può bruciare la tua pelle come fanno le vostre rune da cacciatori di ombre>>
Disse prendendo il mio viso tra le sue mani massaggiandone amorevolmente i lati.

<<Hai ragione, è solo che...>>

<<È per i miei occhi, vero? Ti spaventano... lo sapevo.
Alec dovevi dirmelo fin dal primo giorno! Lo sai che in certe occasioni non posso controllare il glamour che li maschera e->>

<<NO! I tuoi occhi sono perfetti!
Smettila di screditarli, sono magnifici.
Sono soltanto a disagio per la mia prima volta>>
Dissi interrompendolo il suo discorso auto denigratorio.

<<Non sono solo i tuoi occhi ad essere d'oro Magnus; anche il tuo cuore lo è>>
Pensai sorridendo.

<<Scusami, hai perfettamente ragione. È solo che non ricordò più come ci si sente all'inizio>>
Mormorò scusandosi.

<<È tutto apposto, puoi procedere come preferisci>>
Lo incoraggiai ad andare avanti.

A quel punto si spogliò del tutto sotto al mio sguardo malizioso. Mentirei se dicessi di non aver avuto pensieri impuri vedendolo senza vestiti.
Il suo corpo era un'opera d'arte vivente.
Vivente ed immortale...

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