19. 𝐼𝑛𝑡𝑟𝑎𝑝𝑝𝑜𝑙𝑎𝑡𝑜

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ATTENZIONE: questo capitolo contiene scene esplicite.
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Cause you got me in my feelings(Got me feeling so much right now)Talkin' in my sleep again

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Cause you got me in my feelings
(Got me feeling so much right now)
Talkin' in my sleep again.

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Una timida carezza fu ciò che le sue dita le lasciarono sul viso, venendo avvolte dal calore di un sospiro prima di scorrere sulla sua spalla scoperta. I brividi le solleticavano la pelle a quel contatto, il contrasto fra il freddo della camera e le sue dita bollenti che le stavano facendo venire la pelle d'oca spingeva i suoi occhi a chiudersi pian piano, quasi a voler esprimere tutta la sua voglia di perdersi a sentire il suo tocco.

Era notte fonda, la sveglia poggiata al comodino segnava un orario indefinito e i loro corpi, stesi su quel letto, nudi e avvolti fra le lenzuola, giacevano beatamente l'uno accanto all'altro trasmettendosi sottili respiri e dolci parole sussurrate di nascosto.

Nessun rumore proveniva dall'esterno nè dalla stanza stessa: le sue dita ruvide e esperte che facevano su e giù sulla pelle della ragazza formavano l'unico fruscio in grado attirare l'attenzione di orecchie indiscrete e acute, e mentre la toccava riusciva a percepire ogni muscolo del suo corpo rilassarsi appieno, lasciandosi comunque andare fiduciosamente alle sue mani possenti ma delicate.

Esattamente come voleva che facesse.

Dalle sue spalle scese così a sfiorarle le scapole, e da esse si spostò del tutto al centro della sua schiena esposta, tracciando per intero la linea perfetta creata dalla sua spina dorsale che provocò un fremito a liberarsi dalla sua piccola bocca socchiusa.

Chris la osservava incantato mentre si dilettava a giocare su di lei, senza perdersi neppure un dettaglio del suo viso angelico e del suo meraviglioso corpo che riposava comodo fra le coperte che li circondavano.

I suoi polpastrelli arrivarono fino al punto in cui il bordo del lenzuolo gli impediva di potersi spingere oltre, come un monito a non dover violare quel beato connubio di purezza e castità che in forma di ragazza occupava il lato sinistro del suo letto. Allora tornò indietro, con gli stessi movimenti delicati che le fecero, ancora una volta, emettere mugolii d'approvazione.

Era bellissima così, scoperta, nuda, era la dea di cui il suo cuore aveva sempre sentito il bisogno, che aveva colmato tutto il suo vuoto interiore, e sapere di averla finalmente sdraiata al suo fianco, con i capelli a ricaderle sulla schiena, con la testa poggiata al cuscino e rivolta verso di lui, lo faceva sentire un dio sulla terra.

Lo faceva sentire in pace con se stesso. Avrebbe voluto vivere per sempre così, con lei. Persi in un istante interminabile, con le gambe attorcigliate fra le coperte e i cuori connessi. E se anche la morte lo avesse colto di sorpresa, avrebbe giurato di morire felice.

Seguendo lo stesso tragitto di partenza la sua mano ritornò sul suo volto, a sfiorare le labbra carnose della ragazza che prontamente gli lasciò un tenero bacio veloce sul dito, inducendolo a spostarsi sulla sua guancia meglio visibile per farle trovare, nel suo palmo, una culla confortevole.

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