Capitolo 4- Un'altra spedizione pericolosa?

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Capitolo 4
Un'altra spedizione pericolosa?

Mi svegliai dopo poche ore. Mi sentivo intontita, i capelli sporchi e la bocca pastosa. Appena aprii gli occhi mi ritrovai il viso di Pope vicinissimo al mio. Volevo ritrarmi, ma ero già appoggiata alla parete dura del van in cui mi trovavo.

«Si è svegliata.» Comunicò il bravo ragazzo dei Pogues. Si allontanò immediatamente e mi passò una bottiglietta di acqua. La accettai e provai a mettermi a sedere, Pope fu così gentile da aiutarmi.

Solo in quel momento mi resi conto che stavamo viaggiando, il van era in movimento. Mi guardai intorno. JJ e John B erano nei posti anteriori, uno guidava e l'altro indicava la strada da prendere. Dietro con me c'era Pope e Kie, che per la prima volta da un bel pò di anni, mi riservò un timido accenno di sorriso.

«Come ti senti?» Mi domandò Kiara, mentre Pope non mi lasciò il braccio fino a quando non mi appoggiai pesantemente con la schiena alla parete del van. «Eri messa male quando ti abbiamo trovata.»

Una fitta alla testa mi impedì di risponderle per le rime, ma dopo una manciata di secondi trovai la forza di ribattere. «Quando mi avete prelevata da casa mia, intendevi dire?»

Kie aveva chiaramente poca pazienza, ma Pope le mandò un'occhiata di ammonimento. Fu lui a parlare e successivamente scoprì che era sempre lui a farmi ragionare quando gli altri non riuscivano a farlo. «Ci serviva il tuo aiuto.»

Aggrottai la fronte. Avevo la mente piena di domande e dubbi, ma non riuscivo a metterli a fuoco. L'unica cosa che sentivo con assoluta chiarezza era la nausea che si impossessava di me. Dovette essere evidente il mio malessere perché Kie fece cenno a JJ di rallentare, John B si voltò verso di me per la prima volta. Appena JJ si accostò al ciglio della strada, Pope aprì la portiera del van ed io mi ci fiondai fuori.

Un paio di passi e caddi a terra, un coniato di vomito mi costrinse a fermarmi.

Pope fu il primo a raggiungermi, seguito da Kie e John B. Furono molto di aiuto quella sera perché mi allontanarono i capelli lunghi e neri dal viso, mi diedero dell'acqua per sciacquarmi il volto e mi passarono delle caramelle per mascherare il retrogusto di vomito che avevo in bocca. Decisero che mi avrebbero dato qualche minuto per riprendermi prima di ripartire verso una misteriosa meta, di cui non sapevo assolutamente nulla.

Mi sdraiai a terra, la testa poggiata sull'erba fresca della notte. Non sapevo dove eravamo né quanto ci fossimo allontanati dalla mia casa, ma sentivo le onde del mare e questo mi tranquillizzò un po'.

Il mare aveva sempre avuto un effetto benefico su di me.

Inizialmente mi lasciarono sola, forse credevano avessi bisogno di tempo per riprendermi, poi venni raggiunta da JJ. Solo quando si sedette accanto a me e mi osservò da capo a piedi mi accorsi di avere solo una maglia lunga con una stampa colorata e delle mutande addosso. Nonostante non avessi confidenza con JJ, non mi sembrò il caso di coprirmi o semplicemente non ne avevo le forze.

Mi sollevai sui gomiti, la testa mi pesava particolarmente e temevo mi si rompesse il collo. Lo guardai ancora un po' intontita dagli ultimi avvenimenti. «Perché ci sei tu e non Pope?»

JJ aggrottò la fronte. Con solo la luce della luna ad illuminargli il volto sembrava ancora più bello del solito.

I capelli biondi erano stati tirati indietro più e più volte, gli occhi verdi chiarissimi mi guardavano con una strana curiosità e la bocca era socchiusa, i suoi angoli rivolti impercettibilmente verso l'alto. Probabilmente sono solo più ubriaca di quello che credevo, mi ricordo che pensai.

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