Epilogo

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Epilogo

«Faccio veloce, giuro!» Esclamai affannata, mentre con un salto scendevo giù dall'auto dei miei genitori.

«Non più di 5 minuti.» Mi aveva ammonito mia madre sollevando il dito come fosse una bacchetta magica.

La ignorai perché ero intenta a correre verso l'ingresso del cimitero.

Sentivo i miei capelli lunghi cadermi pesantemente sulle spalle ad ogni mio passo e camminavo svelta per non permettermi di fermarmi a pensare.

Finalmente vidi la lapide e mi fermai. Mancavano ancora una manciata di metri al punto esatto in cui sorgeva la tomba di mia sorella, ma i miei piedi si erano bloccati al terreno.

Mi strinsi le mani al petto e mi obbligai ad avanzare.

È tutto okay, Ginny. È tutto okay.

Mi inginocchiai al lato di quella lapide. Tremante, appoggiai le mie dita fredde sulla mia bocca e vi lasciai un bacio prima di sfiorare il nome di mia sorella inciso sulla pietra.

Il cuore mi batteva forte nel petto e il mio corpo era cosparso da brividi nervosi che mi scuotevano l'anima. Mi leccai le labbra secche, provando a mettere a fuoco la vista, nonostante gli occhi inumiditi.

«Ciao.» Mormorai, sentendomi subito una stupida.

Mi alzai svelta, inciampando nei miei stessi piedi, maledicendomi per aver anche solo pensato che parlare ad un pezzo di marmo potesse alleviare le mie pene.

Feci un paio di passi prima che il dolore accecante della mia codardia mi pungesse il petto. Mi fermai come se avessi trovato di fronte a me una barriera.

Mi guardai intorno, felice di non vedere nessuno. Chiunque mi avrebbe presa per matta.

Tornai indietro sconfitta, mi poggiai con le ginocchia accanto alla sua lapide e sospirai.

Riproviamoci.

«Ciao.» Farfugliai piano. Cominciai a giocare nervosamente con il bordo della mia felpa.

«So che sarei dovuta venire prima, ma... Mi sento una stupida.» Gettai fuori le parole come fossero bollenti nella mia bocca pastosa.

Quella verità, pronunciata vergognosamente nell'aria e ascoltata da nessuno, mi fece provare un senso di sollievo che non riuscii a comprendere.

Di cosa ero felice? Che nessun altro mi ascoltasse? Che stessi parlando con mia sorella?

Presi un bel respiro. «Non ho mai capito il motivo per cui le persone vengono nei cimiteri, è patetico.» Ammisi, sorridendo come una cretina.

Mary avrebbe fatto così.

«La verità è che mi fa male vedere la tua tomba. Rende tutto così fottutamente reale.» Lasciai che le mie dita toccassero il suo nome, che finissero nei solchi delle sue lettere.

«Però ti dovevo un saluto, oltre che delle scuse e dei grazie.» Cercai di non piangere, ma era difficile dovermi trattenere.

«Delle scuse perché non ho saputo capirti ed ascoltarti. Mi chiedo sempre come le cose sarebbero andate, se tu mi avessi parlato, se io fossi stata più disponibile ed attenta. Io sapevo di poter sempre contare su di te, ma te? Evidentemente no.» Mi asciugai una lacrima. «È il mio più grande rimpianto.»

«Ho sempre pensato solo al presente, a ciò che mi andava di fare in quell'esatto momento e senza mai pensare alle conseguenze. Ironico che l'unica persona ad avere idea di cosa combinare nella vita, non, non ce l'abbia più.»

«Sarebbe più facile per me prendere il tuo posto, vivere i tuoi sogni come se fossero i miei. Renderei felici mamma e papà, avrei una risposta per tutte quelle persone che mi guardavano con sufficienza, ma... Non mi sentirei a mio agio, penserei di averti rubato qualcosa.»

«Quindi, scusa se non sono come te, se non lo sono mai stata. A quest'ora, tu saresti qui con me, facendomi sentire fottutamente stupida ed orgogliosa al tempo stesso.»

«E scusa per non averti protetto, per non aver capito che avevi bisogno di me. Avrei fatto qualsiasi cosa per impedirti di metterti nei guai proprio come tu hai sempre fatto con me.»

«Un grazie immenso, anche.» Alzai gli occhi al cielo per impedire che la vista del terreno mi desse la nausea. «Perché mi hai cresciuta come una madre, mi hai protetto come una sorella e mi hai sostenuto come una migliore amica. Ed io te ne sarò per sempre grata.»

Accennai un sorriso timido, ripensando a cosa diavolo avessi fatto per lei proprio ora che non era più qui con me. «Impazziresti vedendo la persona che sono diventata, Mary. Ti piacerei un casino.»

«Ho smesso di giudicare le persone per il loro status sociale, ho imparato a fidarmi di coloro che ci tenevano a te, ho imparato che non tutto è ciò che sembra.»

Mi passai le mani sulle guance, asciugandole quando ormai erano troppo bagnate. «E poi ti devo un saluto perché me ne vado.» Lasciai andare un tremolante sospiro. «Vado un anno in Svizzera.»

Ed era quello il motivo per cui ero lì a parlare davanti ad una lapide di marmo.

«Ho deciso di assecondare le proposte di mamma solo perché non volevo più vedere i loro visi stanchi e delusi. Non voglio più vivere in quella casa ora che non ci sei più te. Eri l'unica a farmi sentire veramente al sicuro.»

«Quindi, oggi me ne vado. Parto e tornerò fra un bel po' di mesi. Spero che questo mi faccia crescere, mi guarisca dal dolore che sto provando in questo momento. Penso che te avresti approvato.» Annuii piano.

«Ma non importa dove io vada.» Mi morsi il labbro inferiore per impedire che un singhiozzo lasciasse la mia bocca. «Tu sarai sempre la parte migliore di me.»

Mi alzai in piedi dolorante. Guardai quel cumulo di terra che nascondeva la bara di mia sorella ed accennai un triste sorriso, che sperai potesse vedere.

«Mi manchi da morire, Mary.» Le dissi, mentre una strizza mi fece contorcere il cuore nel petto.

Indietreggiai e mi allontanai di qualche metro prima di lasciarmi andare ad un pianto profondo.

Neppure in quel momento, volevo farla preoccupare.

Dopo poco più di una ventina di minuti, tornai in macchina.

Pensai di trovare mia madre arrabbiata e mio padre preoccupato per il volo che avrei potuto perdere, invece nessuno dei due aprì bocca.

Forse era bastato loro uno sguardo per capire quanto fosse inappropriato farmi una predica in quel momento.

«Possiamo andare?» Domandò mio padre, sollevando lo sguardo e puntando i suoi occhi chiari su di me attraverso lo specchietto retrovisore dell'auto.

Annuii. «Sì, sono pronta.»

Addio Outer Banks. A presto.


Eccoci qui!

Innanzitutto, vorrei ringraziare coloro che hanno letto ed apprezzato questa storia perché, come sempre, significa tantissimo per me 🥹

Sebbene ancora non abbia le idee chiare, sto valutando l'idea di scrivere un sequel, in particolare per dare più evoluzione ai singoli personaggi.

Accetto qualsiasi parere o consiglio in merito alla storia, che mi impegnerò a revisionare in caso di incongruenze o errori.

Spero che la storia vi sia piaciuta!

A presto.

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